Testo e foto di Gennaro Fiorentino

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Montserrat è meta indiscussa di pellegrinaggi internazionali per venerare la Madonna nera. Essa annovera singolari e particolari mezzi di comunicazione per renderne l’accesso comodo alle migliaia di fedeli che ogni giorno vi si recano provenienti da tutto il mondo. Con  queste note, vorrei illustrare questo apparato e raccomandare una visita a Montserrat che vi garantisco, vi lascerà completamente soddisfatti, sotto tutti i punti di vista.

Il sistema di trasporto più recente messo in servizio, è quello della ferrovia a cremagliera che qui chiamano la “Cremallera”. Si tratta di un collegamento ferroviario inaugurato, così come lo vediamo oggi, nel 2003 sul tracciato di un’antica ferrovia  anch’essa a cremagliera, chiusa negli anni '50.

Il primo impianto ossia quello antico, fu inaugurato nell’ottobre 1892 con la finalità di offrire un facile passaggio al luogo sacro ad un numero sempre maggiore di pellegrini. Infatti in quei tempi l’ascesa si effettuava a piedi o con carri trainati da cavalli attraverso uno stretto tratturo. Gli uomini che ne vollero la realizzazione ossia l’ing. Carrera per la parte tecnica ed il magnate signor Gonzales per l’impegno finanziario, certamente furono soggiogati nell’intraprendere l’impresa, dalle nascenti ferrovie di montagna sorte in Svizzera sul finire del 19-esimo secolo.  

La ferrovia tagliò di netto i tempi di percorrenza da 4/5 ore della trazione animale ad 1 ora e 5 minuti del treno. Ma la vera novità per la regione Catalogna, fu non tanto la comoda coincidenza con i treni provenienti da Barcellona, quanto la trazione a cremagliera anche se a vapore.

La nuova ferrovia conobbe momenti di gloria con un numero sempre maggiore di passeggeri/anno con il record registrato nel 1947 di 274.000 trasportati. Ma quello fu anche il canto del cigno precludendo ad un lento ma inesorabile declino. Un incidente dovuto ad uno svio accaduto nel 1953, ne determinò la chiusura nel 1957 avvenuta per un insistente movimento di opinione che la volle far ritenere non più al passo dei tempi e pertanto pericolosa.

Tuttavia il ricordo di questo valoroso treno, anche se pensionato perché ormai obsoleto, non si  perdette. E con esso anche la speranza di poterlo vedere ricostruito. D’altro canto la prepotente e deprecata motorizzazione, contribuiva ad inquinare sempre di più quell’area che intanto era stata eletta “Parco Nazionale”. Quindi veniva visto di buon occhio ed attuale un sistema moderno, rapido e soprattutto non inquinante, che potesse limitare l’afflusso delle auto al Santuario. L’idea fu ben accolta sia dall’opinione pubblica che dal governo locale della regione Catalogna e così, sul finire degli anni 90 del secolo scorso, fu presentato un progetto di una nuova ferrovia che, sia pure  con alcuni adattamenti rispetto al nuovo progetto, fu realizzato velocemente ed aperto all’utenza nel 2003.

Terminal di Monistrol di Montserrat. Perfetto interscambio con la linea regionale R5.

(foto da Sito istituzionale)

In viaggio verso Montserrat Vila (elaborazione foto da Sito istituzionale).

Il verde trenino  parte dalla stazione di Monistrol di Montserrat a 150 m/slm in perfetta coincidenza con i treni regionali provenienti da Barcellona. Dopo circa un chilometro ad aderenza naturale in buona parte percorso su un viadotto di 480 metri, arriva nella successiva fermata di Monistrol Vila dove c’è un ampio parcheggio sia per le auto che per gli autobus. Questo piazzale si distingue anche per la presenza di un piccolo museo della cremagliera di cui parleremo più avanti.  

In partenza da Monistrol Vila. Il grande parcheggio in attesa di “clienti”.

(foto G. Fiorentino)

Un convoglio sul ponte stradale dopo Monistrol Vila.

Si noti il “power pack” al centro del treno (foto G. Fiorentino).

Quindi il verde convoglio prosegue il suo cammino inserendosi sulla dentiera sistema ABT, che attraverso ulteriori 4 chilometri e senza altre fermate, lo porterà proprio ai piedi del Santuario a 700 m/slm in una stazione terminale sotterranea, che non ha alcunché da invidiare ad un moderno impianto di una metropolitana cittadina. L’itinerario percorso in circa 20 minuti, ripercorre per gran parte quello della vecchia linea di cui utilizza alcuni tunnel, ma con la totale abolizione di ogni passaggio a livello e la conseguente costruzione di alcuni ponti. Il percorso trova la massima inclinazione nel 15,6% che comporta una velocità massima nei tratti ad aderenza artificiale di 30 Km/h e di 45 km/h in quelli ad aderenza naturale. Il servizio è espletato da cinque convogli di costruzione svizzera Stadler GTW alimentati da catenaria a 1500 volts e immatricolati AM 1/5. La loro capacità massima è di 200 passeggeri in un ambiente molto accogliente e climatizzato. Lo scartamento è metrico. L’orario prevede una cadenza che va dai 20 ai 60 minuti, a secondo dell’affluenza e con un potenziale massimo di 1500 p/h.

Bella panoramica sul piazzale esterno superiore della stazione.

Insieme vediamo anche le stazioni superiore di Santa Cova e quella inferiore di Sant Joan.

(foto G. Fiorentino)

 

 

 

 

 

 

 

 

L’accattivante musetto di un’automotrice con l’evidenza della cremagliera ABT  in attesa di discendere a valle.

Nella stazione terminale, un complesso Stadler attende il semaforo verde. Accanto due complessi abbinati.La particolare posizione della cabina di guida consente ad alcuni passeggeri di godere di una prospettiva davvero spettacolare (foto G. Fiorentino).

Come dicevamo, sul piazzale della stazione intermedia di Monistrol Vila, è stato allestito un piccolo museo con diversi cimeli che aiutano a capire la storia del Montserrat e delle sue cremagliere. Sul piazzale colpisce la presenza di un locomotore a cremagliera con la sua buffa carrozza passeggeri. Si tratta però di un breve convoglio proveniente dall’altra ferrovia a cremagliera di Catalogna e della Spagna, ossia quella della non lontana  Valle de Nuria. Il complesso esposto risale al 1930 e fu costruito dalla società SLM di Winthertur (CH), specializzata in materiale ferroviario ad aderenza artificiale. Attualmente invece il servizio della cremagliera gemella della Nuria, viene assicurato da elettrotreni Stadler simili a quelli di Montserrat ma in livrea blu.

 

Il locomotore storico della linea di Nuria presso il piccolo Museo e ... la sua carrozza passeggeri (foto G. Fiorentino).

Una volta arrivati sul piazzale superiore, la nostra attenzione sarà attratta dalla presenza di due funicolari. Esse non sono in concorrenza con la ferrovia ma sono utilizzate per raggiungere ulteriori mete di interesse religioso e turistico. Vediamole una per volta.

La funicolare di Santa Cova parte proprio dal piazzale e conduce in basso dove, secondo la tradizione, in una grotta fu trovata la statua della Madre di Gesù, attualmente venerata nel Santuario. È una delle sette funicolari che operano attualmente nella nazione iberica. Essa copre una lunghezza di 262 metri con un dislivello di 118 metri e con una pendenza del 56,5%. Fu aperta al pubblico nel 1929 e rinnovata alcune volte. Ha assunto il suo aspetto attuale dopo la rovinosa alluvione del 2001  che ne danneggiò le cabine e gl’impianti fissi. La sua ricostruzione mise in servizio anche due vetture nuove dalla capacità di 90 persone. Lo scartamento è metrico e la velocità 7,2 km/h.

 

Le due graziose vetture della funicolare di Santa Cova in viaggio (foto G. Fiorentino).

Bisogna invece salire alcune scale dal piazzale per raggiungere la stazione inferiore dell’altra, chiamata di Sant Joan. Essa pertanto partendo da quota 700 slm, raggiunge quota 1000 dopo un percorso di 503 metri con un acclività del 65%. Il pretesto di quest’ascesa può essere rappresentato dalla visita della sovrastante cappella di Sant Joan, ma è anche l’opportunità per poter godere di una vista strepitosa sul complesso monastico e sulle montagne. Questa funicolare è la più vecchia tra le due, risalendo al 1926 ma in effetti fu costruita al posto di un precedente impianto del 1918. Il suo aspetto attuale le è stato conferito dai profondi lavori di ammodernamento che previdero anche la sostituzione delle cabine con quelle che oggi vi sono impiegate, eseguiti nel 1997.

La vettura della funicolare di Sant Joan in partenza (foto G. Fiorentino).

Un cenno conclusivo è necessario darlo all’ultimo dei quattro mezzi di trasporto che operano a Montserrat anche se fuori della tematica di questo sito; si tratta dell’Aeri che altro non è che un’ardita teleferica.

Fu aperta al pubblico nel 1930 e per l’epoca rappresentò davvero un mezzo rivoluzionario di collegamento tra la pianura ed il Santuario. Copre una distanza di 1350 metri con una velocità di 5 m/s e dunque il percorso viene coperto in 5 minuti, offrendo una vista durante l’itinerario che, devo ammettere, non trova concorrenza nella pur panoramica ferrovia.

L’Aeri: una cabina della storica teleferica in arrivo alla sommità  (foto G. Fiorentino).

 

Le due gialle cabine sono in grado di far ascendere 35 persone ciascuna, condotte da un cavo di portata di 59 mm ed uno di trazione di 27 mm, coadiuvati da due piloni intermedi.

I mezzi di accesso descritti sono gestiti, tranne che la teleferica, dalla Compagnia Regionale del Trasporto Pubblico FGC (Ferrocarrils de la Generalitat de Catalugna). È possibile acquistare biglietti combinati e convenienti, anche con formula giornaliera, che consentono di godere senza limiti di tutte le attrazioni di questo posto davvero straordinario.

 

LA STADLER GTW

Il complesso in servizio sulla “Cremallera” di Montserrat è prodotto dalla casa Svizzera Stadler con sede in Bussnang nel cantone svizzero della Turgovia. L’industria non è neanche tanto antica, magari come tante altre operanti nello stesso settore, avendo iniziato la propria attività nel 1942 partendo da un semplice studio tecnico, posto in Zurigo. Oggi  può vantare un primato di leader nel settore del materiale ferroviario con ben otto stabilimenti: l’ultimo nato si trova in Algeria.

Il treno di cui parliamo ha la sigla GTW che sta per Gelenktriebewagen (Automotrice articolata) ed è uno dei progetti forse di maggiore successo della casa svizzera. Esso risale al 1995 ma i primi esemplari cominciarono a dare i primi passi qualche anno dopo. La sua presentazione ufficiale avvenne a Losanna nel Giugno del 1997 durante la gran parata di apertura per il giubileo delle ferrovie svizzere, dove suscitò un grande interesse tra i presenti. La cosa che colpì maggiormente fu l’invenzione del “power pack” che, secondo me, rappresenta davvero l’uovo di Colombo in campo ferroviario. Si tratta in sostanza di un segmento cieco che viene inserito tra le due semicasse dell’automotrice con funzione di propulsore. Esso può essere dotato di motore termico, elettrico o ibrido, e quando occorre, anche di apparato a cremagliera. La flessibilità del progetto consente quindi rispondere a qualunque richiesta del committente ed anche nel rispetto dei vari scartamenti.

Il progetto Stadler GTW ha riscosso un successo senza precedenti a tutte le latitudini, essendo stato impiegato in Europa ma anche in diverse città statunitensi.  Certo il design nel corso degli anni (ne sono passati ben 15) ha avuto dei rimaneggiamenti che non ne hanno tradito l’originalità. Il codice 2/6 che s’incontra talvolta nella nomenclatura sta ad indicare, secondo lo stile elvetico, 2 assi motori su 6 totali. Però è possibile anche avere macchine 2/8 o con più casse.

Un moderno complesso binato di due convogli Stadler GTW con propulsione termica, in servizio sulla linea della Val Venosta: si noti il "power pack" posto tra le due casse (foto G. Fiorentino).

L’inserimento del power pack al centro del veicolo, ha consentito di avere le due semicasse con un full low floor, graditissimo all’utenza ma anche comodo per velocizzare l’incarrozzamento.

Anche in Italia i GTW sono presenti su varie ferrovie. Rammento la Bolzano/Malles, la Cividale/Udine, le Ferrovie Nord/Milano e prossimamente sulle Ferrovie della Calabria in versione cremagliera.

Quelle invece ammirate sulla Foggia/Lucera, pur essendo prodotte dalla stessa industria, fanno parte della famiglia “Flirt” (Fast light innovative train) che rappresenta un’altra classe di veicoli prodotta dalla Stadler.

 

 

 

 

Nel quartiere adiacente la centrale piazza Bovio di Napoli, verso il porto, in una mollica di vecchie case uscite indenni, si fa per dire, dallo sventramento operato da Nicola Amore, sopravvive una strada dedicata alla Madonna di Montserrat (Via Monserrato).

Il suo nome trae origine dalla presenza di una chiesa, ormai ridotta ad uno stato di rudere, fondata nel 1506 da un frate laico, proveniente appunto dal famoso Monastero catalano. C’è dunque un fil rouge ideale che collega il nostro capoluogo al monastero di Montserrat, posto ad una manciata di chilometri da Barcellona ed ad un’altezza di 720 metri.

 

 

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