di Rosario Saccone

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Con l'espressione "pane e puparuoli" (pane e peperoni) in napoletano si intende qualcosa di semplice e spontaneo. Una gita "pane e puparuoli" quindi non identifica la pietanza che i partecipanti consumeranno per pranzo bensì indica un'escursione organizzata in maniera spontanea tra i soci (e qualche simpatizzante) al di fuori del programma ufficiale del Clamfer, che lascia spazio a qualche variazione in corso d'opera ed a qualche imprevisto.

Per queste feste di Natale la nostra attenzione è caduta sulla linea Sulmona-Carpinone, il cui traffico è stato recentemente ridotto a due sole coppie di treni al giorno Napoli-Sulmona e vv. e di cui da un po' si paventa la definitiva chiusura.

A causa dell'orario antelucano del primo treno in partenza da Napoli abbiamo deciso di percorrere la linea a ritroso per cui ci siamo recati a Sulmona con l’autobus della SATAM (linea Salerno-Pescara) che parte da piazza Garibaldi alle 10:00 e raggiunge la città dei confetti intorno alle 13:00.

Il gigantesco SETRA S431 DT che ci ha portati da Napoli a Sulmona,

qui ritratto durante la sosta presso Roccaraso (Foto R. Saccone).

Un primo fattore di incertezza riguardava il punto in cui ci avrebbe lasciati l’autobus, forse troppo lontano dal centro. Qui ci è venuto però in aiuto il locale servizio urbano i cui mezzi stazionano proprio in corrispondenza della fermata del bus proveniente da Napoli. Il piccolo veicolo urbano però ha percorso solo pochi metri e già ci siamo trovati presso Porta Napoli, antico accesso alla città così denominato perché situato in direzione della strada che porta al capoluogo campano.

Abbiamo dunque deciso di proseguire a piedi sia per dare un rapido sguardo al centro storico tanto ricco di importanti testimonianze del passato sia, più prosaicamente, per cercare un posto dove mettere qualcosa sotto i denti prima di intraprendere il viaggio di ritorno in treno.

Ci siamo dunque incamminati lungo il corso Ovidio, principale arteria della città che attraversa l’intero centro storico da sud a nord. Ci troviamo così dopo breve tempo in piazza del Carmine, divisa dall’adiacente Piazza Garibaldi dalle arcate dell’acquedotto medioevale: questo è il centro della città e qui abbiamo potuto consumare un veloce pasto a base di kebab.

Dopo aver scattato un po’ di foto ai monumenti che ivi insistono proseguiamo lungo il corso per trovarci dopo poco in piazza XX Settembre dove campeggia la pensosa statua di Publio Ovidio Nasone, poeta latino che qui ebbe i natali; subito dopo ci appare la mole del palazzo e della chiesa dell’Annunziata, una delle principali opere architettoniche dell’Abruzzo. Poco oltre già si conclude il centro storico ed inizia il viale che, dopo aver fiancheggiato la cattedrale e la villa comunale, conduce alla stazione RFI. Anche qui non conoscevamo la reale distanza da percorrere ma decidiamo comunque di non attendere l’ autobus urbano e di proseguire a piedi: grazie a questa scelta possiamo accorgerci di alcuni ganci di linea aerea sulle facciate dei palazzi, tracce superstiti della tramvia che un tempo collegava la stazione con il centro.

Un mosaico di immagini di Sulmona coi suoi principali monumenti (Foto R. Saccone).

I ganci tramviari su alcuni palazzi lungo il viale della stazione (Foto R. Saccone).

Raggiungiamo la stazione con un certo anticipo rispetto all’orario di partenza del Regionale 3347 per Napoli, previsto per le 15:43, così da poter fotografare con calma la locotender 835-092, posta come monumento nel piazzale, e qualche rotabile all’interno.

Con un po’ di sorpresa ci accorgiamo che una discreta folla, per lo più di giovani, attende sul marciapiedi del primo binario il nostro treno in uscita dal deposito, composto da una coppia di Aln 668 serie 3300, automotrici di costruzione più recente delle 1800 presenti in Campania, dotate di un motore ben più potente (lo stesso che equipaggia le 663) e di rapporti corti adatti alle forti pendenze.

La locotender 835-092 allestita nel piazzale della stazione

come monumento dedicato a tutti i ferrovieri periti nell’ adempimento del proprio dovere (Foto R. Saccone).

Un convoglio di Ale562 è pronto a partire per Pescara:

da notare la dicitura LEP ad indicare la carrozza pilota (Foto R. Saccone).

Il nostro treno R3347 composto dalle Aln 3306 e 3307 attende di partire per Napoli. (Foto M. Pannico).

Partiamo dunque puntuali e subito ci rendiamo conto della potenza delle 3300 dal momento che il percorso inizialmente piuttosto pianeggiante diventa subito irto dopo Pettorano sul Gizio dove la ferrovia affronta un tornate e si dirige verso Sulmona ma ad una quota superiore: le automotrici sembrano non risentire minimamente della salita e viaggiano alla massima velocità consentita dalla linea pari a 75 km/h che è fin troppo elevata per le nostre esigenze fotografiche visto che oramai siamo al crepuscolo ed i tempi di posa si allungano con conseguente rischio di mosso. La maggior parte dei viaggiatori ci abbandona alla prima fermata di Campo di Giove per cui abbiamo l’automotrice tutta per noi e ci distribuiamo su diversi finestrini per non ostacolarci a vicenda nel fotografare. Oltre che dagli stupendi e selvaggi paesaggi montani – la linea è la più alta d’Italia e la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo è la seconda per altezza di RFI dopo il Brennero – l’interesse di noi appassionati di cose ferroviarie viene catturato anche dai segnali ad ala di seconda categoria di Castel di Sangro e Roccaraso, dai segnali girevoli sugli scambi, dalle colonne idrauliche e dai fabbricati di stazione.

La linea dopo il tornante di Pettorano sul Gizio vista dalla pianura. (Foto M. Pannico).

A Castel di Sangro riusciamo a stento a scorgere l’adiacente stazione della Ferrovia Sangritana, purtroppo chiusa da diversi anni. Oramai come previsto le ombre della sera ci circondano e una fitta nebbia scesa in tutta la zona ci impedisce di poter continuare ad ammirare la linea: non ci resta che attendere che il treno prosegua la sua corsa verso Napoli dove giungiamo con ben sette minuti di anticipo.

Resta dunque in noi il ricordo del tratto montano, sicuramente il più bello della linea, e della città di Sulmona coi suoi molti monumenti, nella speranza di poter ripetere l’esperienza magari con la neve, unica grande assente della giornata.

La linea ripresa dall’alto dei viadotti della foto precedente;

sulla sinistra Pettorano sul Gizio. (Foto M. Pannico).

Veduta della valle del Gizio; sull’estrema destra le prime case di Sulmona. (Foto M. Pannico).

Uno dei panorami mozzafiato visibili dalla ferrovia. (Foto M. Pannico).

L’altopiano nei pressi del valico della Forchetta. (Foto R. Saccone).

La seconda stazione più alta d’Italia dopo il Brennero. (Foto M. Pannico e R. Saccone).

 

Uno dei segnali ad ala di seconda categoria della stazione di Roccaraso. (Foto R. Saccone).

Incrocio ad Isernia col Regionale 3488 proveniente da Napoli e diretto a Sulmona

esercitato con ALn 668 serie 1000. (Foto M. Pannico).

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