di Andrea Cozzolino

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Molti li abbiamo già conosciuti: basterà rileggere in questo stesso sito gli articoli dedicati alle vetture filoviarie costruite da Viberti, da Menarini,  da Casaro e dall’AERFER e certamente vi troveremo alcuni di questi veicoli.

Ma non sarà male esaminarli tutti insieme un po’ più da vicino.

A metà degli anni ’50 la FIAT - accanto ai filobus “tipizzati” (2401, 2404 e 2411) - cominciò a produrre dei gruppi meccanici la cui ‘storia’ merita una parola di più: uno dei telai camionistici più noti prodotti dalla Casa torinese era all’epoca certamente il 682, dal quale era derivato un autobus interurbano non meno famoso. Dai gruppi meccanici del 682 la Viberti ricavò un modello urbano, il CV6, da m 10400. Il suo corrispondente da 11 m fu definito FIAT 405 e da esso vennero ricavati anche i corrispondenti telai filoviari che, a differenza del 2411, potevano essere adattati (e fu questa la loro vera fortuna) alla realizzazione di vetture snodate da 18 m, che, in effetti, costituiscono poco meno della metà (105 filobus vs 116) dell’intera produzione dei 2405.
   

I primi FIAT 2405, sia a due assi che snodati,  appaiono nel 1955, e non è un caso che si parta, nell’un caso e nell’altro, con veicoli costruiti a Torino da Viberti e da Casaro. Questi ultimi sono i FIAT 2405 - Casaro Tubocar F30 realizzati per la rete di Cagliari in 7 + 4 esemplari (1955-1956) che l’Azienda isolana numererà 551÷561. Presentano guida a sinistra (un’innovazione estremamente significativa per l’epoca) e tre porte di cui l’anteriore ridotta a sole due ante. L’equipaggiamento elettrico è fornito da CGE. Vetture molto resistenti, i 2405 del primo gruppo cagliaritano saranno radiati entro il 1984. E la vettura 552, qui ritratta da P. Gregoris, sarà ceduta al MNT ed è quindi tuttora esistente.

   

Nello stesso anno 1955 sono costruiti da Viberti i primi FIAT 2405 snodati (tipo Monotral CV16). Costituiscono il primo gruppo (matricole F01÷F11) delle vetture destinate ad esercitare la filovia interurbana Torino-Rivoli. Rivestiti di un’elegantissima livrea avorio-rosso e dotati di parti elettriche TIBB, costituiranno per lunghi anni (fino al 1979) un elemento distintivo dei trasporti intorno al capoluogo piemontese. Qui vediamo la vettura F02 ritratta da P. Haseldine.

   

Contemporanee degli snodati furono quattro vetture a due assi (tipo FIAT 2405 - Viberti Monotral CV 14F) che del modello lungo conservarono le caratteristiche essenziali, quali la guida a sinistra, tre porte e parti elettriche TIBB. Classificate F31÷F34, furono destinate ad esercitare le linee sussidiarie della Torino-Rivoli, ovvero le diramazioni per Collegno e per Grugliasco. La ridotta capacità le fece ritirare dal servizio già nel 1975 (foto P. Gregoris).

   

Al 1956 risale la costruzione dei tre filobus (matricole 4÷6) che costituirono l’unica dotazione della linea di Civitanova Marche e che durarono fino alla chiusura della filovia nel 1974. Furono realizzati - sempre a struttura portante - da Casaro ed erano dotati di equipaggiamento elettrico TIBB. A differenza delle vetture piemontesi e cagliaritane presentavano una struttura tradizionale con guida a destra e due porte (foto P. Haseldine).

   

Allo stesso 1956 sono databili le vetture FIAT 2405 che vanno a costituire la serie 130÷139 della SAST di Palermo. Esteriormente, i filobus siciliani sono identici alle vetture marchigiane, ma se ne differenziano per le parti elettriche che sono qui CGE. I filobus FIAT 2405 - Casaro Tubocar F48 saranno utilizzati sulla rete isolana fino alla sua chiusura nel 1966 (coll. G. Di Lorenzo).

   

Milano, 1957: arivano i Viberti Monotral CV34, ovvero gli unici FIAT 2405 a guida centrale che per moltissimi anni percorreranno le strade del capoluogo lombardo. Numerati 341÷365, saranno raggiunti nel 1960 da altri sei esemplari identici (366÷371), come i primi dotati di motore ed equipaggiamento elettrico CGE. Tanto eleganti, con la loro forma affusolata sottolineata dal vetro a sperone del frontale, quanto robusti, saranno radiati entro il 1985 (foto J.-H. Manara).

   

Di nuovo tra Torino e Rivoli per documentare la seconda serie di vetture destinate al collegamento interurbano gestito dalla CTREA. I filobus numerati F12÷F24 (in foto la F15), che ne completano la dotazione, risalgono al 1958 (foto P. Haseldine).

   

Ancora Torino, ancora 1958, ma questa volta i 2405 snodati realizzati da Viberti (modello CV 12) sono colorati nel classico bi-verde e presentano la guida a destra e tre porte distribuite sui due elementi del filobus. Sono la serie 1200÷1214 dell’ATM, che in comune coi ‘cugini’ interurbani hanno la motorizzazione TIBB. I 2405 snodati della rete urbana torinese dureranno fino alla sua chiusura nel 1980 (foto P. Haseldine).

   

CV 12 anche per l’ATC di Bologna. Gli snodati emiliani arrivati nel capoluogo di regione nel 1958 e anch’essi (ovviamente) realizzati con gruppi meccanici 2405 sono però dotati di parti elettriche CGE. Sono tredici unità (1301÷1313) cui ne seguiranno altre quattro (1314÷1317) nel 1959, ma dotate di apparecchiature elettriche TIBB (foto P. Haseldine).

   

Il 1958 segna anche la costruzione del primo e più consistente gruppo di filobus snodati su gruppi meccanici 2405 destinati alle linee provinciali veronesi. Questa volta i lunghi filobus avorio-rosso sono fabbricati dalle padovane Officine Meccaniche della Stanga. Molto simili strutturalmente ai Viberti CV 12 della Torino-Rivoli se ne distaccano però significativamente per l’estetica molto più essenziale. A questo gruppo, classificato da APT 201÷221 si aggiungeranno altri cinque esemplari identici nel 1963 (222÷226). Per tutte le vetture,  apparecchiature elettriche TIBB (foto P. Haseldine).

   

Passa un solo anno e nel 1959 vengono consegnati alla SFM di Venezia cinque filosnodati esteticamente identici a quelli veronesi, ma rivestiti della livrea avorio tipica delle filovie veneziane. Classificati 101÷105 e successivamente rinumerati 201÷205, questi singolari filobus erano però dotati di motore ed equipaggiamento elettrico CGE. Non furono, a differenza dei “veronesi” che raggiunsero in efficienza il 1981, molto longevi, ma solo perché la rete di Venezia-Mestre fu chiusa già nel 1968 (foto Archivio Stanga).

   

E torniamo a Cagliari: tra il 1961 e il 1962 arrivano nel capoluogo sardo ben 25 FIAT 2405 - Casaro Tubocar F30 che - pur riprendendo le linee generali della serie di sei anni prima - appaiono molto più “essenziali” nel disegno, soprattutto del frontale. Mantengono però, del gruppo precedente, sia la guida a destra e le tre porte che le apparecchiature elettriche CGE. La radiazione della serie, classificata 568÷592, arriverà solo nel 1987 (foto M. Diotallevi).

   

Nel 1962 arriva all’AERFER di Pomigliano d’Arco un ordinativo unico dalla Sicilia per sedici FIAT 2405 con parti elettriche CGE. Costituiranno i gruppi 141÷144 della SAST di Palermo e 81÷92 della SCAT di Catania: vetture destinate a breve vita, visto che le due reti siciliane chiudono entrambe nel 1966. In realtà, questo vale solo per i quattro esemplari palermitani, visto che i filobus catanesi, mantenendo anche le matricole originarie, troveranno nuova vita a Salerno (vedi la foto Haseldine a lato) arrivando in efficienza fino al 1982.

   

Due serie di FIAT 2405 Casaro Tubocar arrivano a Verona nel 1963. Identiche esteticamente (e molto vicine ai filobus cagliaritani di due anni prima) occupano le matricole da 137 a 144. Guida a sinistra e tre porte caratterizzano questi filobus che si distinguono, invece, per le parti elettriche giacché 137-138 sono dotati di apparecchiature TIBB, mentre le restanti vetture presentano motore ed equipaggiamento elettrico CGE. Alla chiusura della rete urbana veronese nel 1975 tutto il gruppo fu venduto in efficienza a Bari. Qui certamente i filobus furono riverniciati in avorio-verdone, ma non si sa se abbiano prestato realmente servizio (foto P. Haseldine).

   

Ancora 1963, ancora Verona. Ma questa volta si tratta dell’APT e di tre vetture “misteriose”, numerate 301÷303 e acquistate per essere di supporto ai 2405 ‘lunghi’. Ma questi tre filobus, elegantemente rivestiti da Macchi, pare non abbiano mai prestato regolare servizio e che siano stati utilizzati solo per servizi interni: non a caso le loro uniche immagini sono in deposito. Venduti nel 1975 all’ATACS di Salerno non furono mai ritirati. Furono solo smontati gli equipaggiamenti elettrici TIBB per essere utilizzati come ricambi (foto M. Wright).

   

Di nuovo Macchi realizza nel 1964 un ragguardevole gruppo di FIAT 2405 snodati per l’ATC di Bologna. Le vetture, classificate al seguito delle Viberti da 1318 a 1335, sono dotate di apparecchiature elettriche CGE. Filanti, avvolgenti nel frontale del tutto privo di spigoli, si possono veramente considerare un modello di eleganza, ad onta della struttura tradizionale con guida a destra. Saranno radiati solo con la cessazione della cosiddetta “seconda rete” bolognese nel 1981 (foto Schedlbauer).

 

   

Il 1964 segna la fine della produzione dei 2405, con un singolare veicolo prodotto da Menarini (Monocar 1221) su esplicita richiesta dell’AEM di Cremona. Il filobus, dotato di apparecchiature TIBB, è infatti lungo solo m 10400 per potersi adattare alle esigenze della rete cremonese. Caratterizzato da linee abbastanza spigolose, il 1221 presentava guida a sinistra e tre porte. Nel 1981 i filobus cremonesi furono ceduti al CAT di Carrara già riverniciati in avorio-arancio. Qui saranno radiati nel 1985 (foto P. Haseldine).

   
E non basta!!! Anche se in soli tre esemplari numerati da 39 a 41, i 2405, al pari dei 2411, sono stati presenti sulla rete turca di Izmir, nella versione Viberti CV12. I filobus “turchi”, rivestiti di un’elegante livrea grigio-blu, erano in tutto identici alle vetture della Torino-Rivoli, ma erano dotati di apparecchiature elettriche CGE (foto P. Haseldine).
   

Foto del titolo: La vettura 1316 del parco bolognese,

appartenente al secondo gruppo acquistato dall’Azienda del capoluogo emiliano.

(foto P. Haseldine)

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