di Andrea Cozzolino

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Alla fine del 1951 apparvero a Napoli otto vetture filoviarie (gruppo 3331÷3338) particolarmente interessanti per le novità che presentavano dal punto di vista tecnico. Si trattava di veicoli costruiti su telaio FIAT 672 dall’AVIS di Castellammare di Stabia che - nello stesso periodo - non solo allestì per l’Azienda napoletana un’ulteriore serie di filobus a guida centrale (FIAT 672F/122: gruppo 3225÷3232), ma provvide anche a ristrutturare alcune vetture anteguerra bisognose di notevole manutenzione.

   

Due significative immagini dei restauri operati dall’AVIS su filobus A.T.A.N. costruiti su telaio ALFA 110.

Nell’immagine a sinistra (coll. A. Cozzolino) in primo piano la vettura n. 5223 e,

sullo sfondo, uno dei ‘nostri’ 672/250 in costruzione;

a destra, la vettura n. 5331, modificata proprio con l’adozione di apparecchiature OCREN

sistemate in parte lateralmente al veicolo e in parte a destra del conducente (Archivio OCREN).  

I filobus sui quali intendiamo concentrare l’attenzione presentavano guida a destra, 27 posti a sedere (nel tempo ridotti a 23), caratteristico frontale dipinto in verde chiaro con il motivo (eliminato, peraltro, negli anni ‘60) delle strisce giallo-rosse del Comune di Napoli che scendevano lungo i lati. La carrozzeria era stata realizzata su licenza CaNSA e ne riproduceva fedelmente il disegno, come può facilmente dedursi dal confronto, ed esempio, con i filobus carrozzati CaNSA dell’ATM di Milano delle serie 487÷496 e 711÷735.

La grande novità delle “33” era costituita però dall’impianto elettrico: i FIAT 672F/250, infatti, furono i primi filobus napoletani dotati di equipaggiamento (avviatore EPN/1) e motore (LC 326 da 130 HP) OCREN-Sécheron, caratterizzato dalla possibilità di accedere alla parte elettrica dal lato anteriore, dalla “pancia” del veicolo. Inoltre, essi presentavano la frenatura di tipo elettrostatico separata da quella di servizio, con conseguente presenza di tre pedali, di cui quello a sinistra del conducente attivava il freno pneumatico “abituale”, mentre quello accosto all’acceleratore, sito ovviamente a destra, serviva ad inserire la frenatura elettrica: un’autentica difficoltà per i conducenti, che fu però accolta favorevolmente grazie alle buone prestazioni generali di queste vetture.

   

   

Da sinistra a destra e dall’alto in basso: le apparecchiature elettriche OCREN sistemate a sinistra del conducente;

il posto guida delle “33” con i due distinti pedali per la frenatura elettrica e pneumatica;

i due sportelli anteriori del filobus apribili per ispezionare l’equipaggiamento e, infine,

la vettura 3331 … in tutto il suo splendore!!! (tutte le immagini provengono dall’Archivio OCREN).  

Le “33” furono sin dal principio assegnate all’impianto “Carlo III”: qui furono utilizzate soprattutto sulle linee 245 e 248 e, dal 1954 in poi, sulla 207; ma, come accadeva per gli altri 672 in dotazione al citato deposito, anche questi filobus trovavano impiego su quasi tutte le linee vomeresi, in particolare (dopo la soppressione della 248), 207b, 247 e 249.

   

Due FIAT 672F/250 nei primi periodi di servizio: la vettura 3334 ritratta a piazza Vittoria, capolinea ‘estivo’ della filolinea 245,

mentre la 3336 affronta una curva di via Girolamo Santacroce (ambedue le immagini Archivio OCREN).  

Lasciato il Vomero dopo l’incidente della “Cesarea” (maggio 1961), i 672F/250 passarono ad esercitare le linee centrali 211, 212 e 231 e, benché siano stati gli unici filobus OCREN a mantenere il tipo di frenatura originale, estesero il loro raggio d’azione, accanto ai 672F/224 del gruppo 3241÷3259, alle circolari CD e CS ed ad alcune linee vesuviane, in particolare la 254b.

Per quanto l’anzianità si facesse non poco sentire sulle “33” (in particolare sulle abbastanza sgangherate carrozzerie) resistettero tutte e otto in servizio sino al 31 agosto del ‘66 (allagamento del deposito “Stella Polare”), quando vennero meno 3337 e 3338, alienate poi a dicembre ‘67; tra questa data e giugno ‘68 furono accantonate tutte le altre, e toccò alla 3334, il 28 giugno del ‘68, essere l’ultima vettura a tre assi napoletana a rientrare in deposito dal servizio ordinario. Furono alienati a giugno ‘69.

   

A partire dal 1960 le “33” vengono significativamente ristrutturate presso gli impianti aziendali,

perdendo però il frontale verde chiaro. Primo esemplare modificato fu la vettura 3335,

che vediamo a sinistra occasionalmente utilizzata sulla linea posillipina 240 (Archivio fotografico Ruggieri).

A destra, ritratta nel 1967, quasi al termine della sua ‘carriera’,

la 3331 ferma al capolinea della CS in piazza Garibaldi (foto P. Gregoris).  

Foto del titolo: La vettura 3334 ripresa in piazza Mazzini mentre esercita la linea 245.

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