di Gennaro Fiorentino

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Alle ore 9.20, con il lungo fischio del convoglio in prova e destinato alla linea 2 (Ring-anello) della metropolitana di Copenhagen, lo stabilimento AnsaldoBreda di Via Argine in Napoli ha aperto le porte ai familiari dei dipendenti ed alla cittadinanza. E’ la seconda volta in due anni che viene proposta questa manifestazione che nella sua edizione 2014 ha recato tante innovazioni.

Il convoglio della metro Copenhagen annuncia con un fischio l’apertura dell’evento (foto G. Fiorentino).

Un flusso di persone e tanti bambini ha quindi varcato l’arco simbolico dell’ingresso riversandosi nei viali dell’opificio. Immaginando l’oggettiva difficoltà di trasformare un’area produttiva in un’entità a metà strada tra mostra, visita tecnica e spazi ludici, conferendo all’itinerario anche una necessaria valenza di sicurezza e visibilità; devo dire che il teorema è stato risolto in maniera brillante.

Superato il viadotto, dove andava su e giù il bianco treno destinato alla capitale danese, si perveniva al suo gemello driver less, parcheggiato su un tronchino di fronte alla palazzina della mensa.

Il complesso gemello a disposizione per la visita (foto G. Fiorentino).

C’era quindi l’opportunità di potere apprezzare gl’interni e la singolare assenza della cosiddetta “cabina di guida”: soluzione di certo non inedita ma che suscita sempre sorpresa e curiosità. D’altro canto un moderno stabilimento, qual è quello oggetto della visita, si presenta non come un organismo cristallizzato ma, al contrario, come un crogiuolo di esperienze che si trasmettono da una produzione all’altra.

Così molti dei ritrovati presenti in questo prodotto derivano da esperienze tecnologiche ritrovabili sia nella famiglia dei rotabili “linea C” di Roma, sia nella metropolitana automatica di Brescia.

Il sobrio e funzionale interno del convoglio esposto (foto G. Fiorentino).

Modello in grande scala della linea C capitolina (foto G. Fiorentino).

Condotto da semplici indicazioni, il visitatore poteva iniziare la visita del primo padiglione previsto dall’itinerario: quello nel quale nascono i carrelli dei treni, o perlomeno la parte più sofisticata, quella cioè che prevede la sistemazione all’interno di una culla di acciaio (peraltro prodotta in adiacente ambiente dove si esercita la carpenteria metallica di alto livello) di ogni apparato di trazione che trasforma l’energia cinetica in energia dinamica.

Quando la complicata fase si può ritenere completa, arriva il momento più delicato al quale il personale conferisce una particolare importanza che, come mi è stato sottolineato dagli steward presenti che non lesinavano spiegazioni, è definito “abbassamento carrello”. Si tratta del momento in cui la culla, con i suoi mille congegni, va finalmente sposa alle sale ossia alle ruote. I carrelli in produzione, lungo una sorta di catena di montaggio, ma immagino con una progressione per sua natura lenta, sono stati identificati con dei semplici ma eloquenti cartellini che indicavano il sistema trasportistico di destinazione.

Carrello motore pressoché pronto e destinato ai treni della metro di Taipei (foto G. Fiorentino).

Ed ecco sfilare i nomi delle produzioni in corso. Oltre alla già citata Copenhagen, si leggeva di Taipei (capitale di Taiwan), Pechino (capitale della Cina), Zhuhau (città cinese) e la nostrana Genova. Questi rotabili sono infatti destinati ad equipaggiare le nascenti reti tramviarie o metropolitane di tali città.

Devo precisare, come mi è stato spiegato, che lo stabilimento di Napoli annovera come eccellenza prevalente il concepimento e la realizzazione di sistemi innovativi di trazione. Pertanto una produzione partenopea, come vedremo, in un certo senso limitata di convogli, significa che l’apparato specializzato in tale range demanda agli stabilimenti situati altrove (Pistoia e Reggio Calabria p.e.) la costruzione delle carrozzerie. Nella seconda parte di questo lungo capannone, con le stesse modalità di identificazione delle città di destinazione, avviene invece la costruzione degli apparati elettronici di azionamento, ponte virtuale tra la captazione dell’energia ed i fruitori finali ossia i motori. In questo ambito si apprezza la moderna modularità di questi congegni.

Le indicazioni ci portavano quindi a riguadagnare l’esterno attesi da un grazioso gazebo dove, da non meno graziose fanciulle, venivano distribuiti a piene mani gadgets, borsette e cappellini, con il brand 'AnsaldoBreda' o con quello della sorella 'Ansaldo STS segnalamento'. Si perveniva dunque alla cosiddetta area museale, novità 2014.

Utilizzando una porzione di un capannone ad impiego occasionale, con accorti ritrovati architettonici è stato conferito alla struttura un aspetto di grande confort mediante l’allestimento di una galleria dove sono stati esposti oggetti appartenuti sia alla storia del glorioso opificio Ansaldo che a quella delle ferrovie italiane.

La bella galleria del Museo attende i visitatori (foto G. Fiorentino).

Ed è in questa collana di stand che ha trovato posto il nostro Club. Il Clamfer ha risposto con slancio ed entusiasmo al prestigioso invito della direzione, pervenuto attraverso il dinamico e qualificato staff dell’ufficio relazioni esterne. Nell’ambito dello spazio a disposizione, abbiamo esposto due contesti modulari in scala H0 animati rispettivamente da una automotrice a nafta e da una locomotiva del gruppo 740, entrambi i mezzi con effetti digitali di fumo e suono. Inoltre, a lato dei due diorami, eleganti vetrine raccoglievano, tra preziosi cimeli, la storia dell’AnsaldoBreda con la riproduzione in scala 0 ed H0 delle sue gloriose locomotive dalle origini ai nostri giorni.

     

Modulo Clamfer e scorcio di vetrine con gli straordinari modelli dei soci (foto A. Bertagnin).

Il padiglione è stato meta di migliaia di persone che hanno apprezzato sia l’esposizione dei modelli, sia lo spettacolo offerto dai piccoli treni che andavano su e giù ansimando e sbuffando.

A metà mattinata si è svolta una piccola ma importante cerimonia. L’amministratore delegato del colosso ferroviario, ing. Maurizio Manfellotto, ha offerto all’ing. Oscar Cantelmi, collezionista dei cimeli ferroviari esposti, uno splendido trofeo con la rappresentazione stilizzata di una ruota ferroviaria.

Ma le sorprese non erano finite. L’ing. Manfellotto ha voluto consegnare anche al nostro Presidente, Col. Antonio Gamboni, lo stesso trofeo per testimoniare l’apprezzamento di quanto fatto dal nostro Club per contribuire alla riuscita della giornata. In quel momento mi sono sentito particolarmente commosso; ho ritenuto che questo sia stato il momento, tra i tanti, di più alta gratificazione sul cammino dei 35 anni del Club, anniversario da poco festeggiato.

Il Presidente del Clamfer, Col. Gamboni, riceve dall’AD Ing. M. Manfellotto la bella targa AnsaldoBreda.

(foto A. Bertagnin)

Ma continuiamo la visita. A lato del Museo, apriva le porte il padiglione di alta tecnologia con i suoi laboratori per lo studio e lo sviluppo dei motori elettrici destinati alle UDT di oggi e di domani. In linea con l’oggetto del lavoro, vi era divieto assoluto di scattare foto. Quindi l’itinerario si concludeva nel grande hangar dove si realizzano, dall’inizio alla fine, i vagoni del materiale rotabile.

Attualmente erano in corso d’opera alcuni convogli della pluricitata metro danese nonché tali altri destinati alla metropolitana di Genova che espleta la relazione Principe-Ferrari-Brignole, in corso di ulteriore espansione. Questo moderno sistema di trasporto manifesta vistose analogie genetiche con la linea 6 di Napoli; tant’è che secondo attendibili rumors il modello di questi veicoli potrebbe incrementare anche il piccolo parco della nuova linea partenopea di prossima realizzazione.

   

Il convoglio metro di Genova in avanzato stadio di costruzione con il suo posto guida ed i funzionali interni.

(foto G. Fiorentino)

Ma a parte queste considerazioni più o meno scontate, il padiglione delle costruzioni ha rappresentato l’apoteosi della festa. In un’inusitata atmosfera con molteplici vagoni sospesi per aria in attesa di ricevere i carrelli motore, si è svolta la kermesse destinata ai bimbi. In un angolo dell’ampio volume, geniali e fantasiose maestranze, clonando vari pezzi di treni, si erano inventati il “Trainsformer”, inedito anche se improbabile mostro tecnologico “made in AnsaldoBreda”.  

Trainsformer: il simpatico e bonario mostro frutto della fantasia delle maestranze (foto G. Fiorentino).

        

Peppa Pig in versione modella da studio fotografico e

allegri stand da fiera ospiti per un giorno del reparto costruzioni (foto G. Fiorentino).

Si sono poi susseguiti spettacoli di magia mentre Peppa Pig e la banda Disney, beniamini dei bambini, si facevano ritrarre senza mai stancarsi. Postazioni affollatissime erogavano zucchero filato, popcorn e bevande. Ma ce n’era anche per i grandi con il buffet loro destinato ricco di squisite pizzette e panini.

Intanto un trenino su gomma, fatto pervenire da fuori dai solerti organizzatori, attraversava i viali senza soluzione di continuità offrendo a grandi e piccoli passeggeri, attraverso gli altoparlanti, la descrizione di quei luoghi dove una volta tanto il loro colore grigio-opificio  ha assunto colorazioni splendide.

Questa in sintesi la cronaca di “un giorno all’AnsaldoBreda”.

Le graziose animatrici prendono una breve pausa per accontentare il fotoreporter (foto G. Fiorentino).

Prima però di chiudere queste brevi note, desidero manifestare il mio personale apprezzamento per tutti i membri dello staff AnsaldoBreda i quali, con dedizione ed entusiasmo, hanno con caparbietà e meticolosità organizzato questa bella giornata vissuta da migliaia di persone. Guardando le famiglie del personale e quelle dei visitatori godere del magico contesto della festa, ho capito che il più grande successo che potesse arridere all’evento è stato quello che la parola FAMILY, del geniale ed ermetico slogan, sia stata declinata in questa domenica in tutte le sue accezioni. Ed anche noi del Clamfer siamo stati fieri di essere solo per qualche ora (ahimè!) appartenuti alla bella famiglia aziendale AnsaldoBreda. Grazie, davvero!

 Domani, passata la sbornia della festa, si riprenderà a costruire treni. Buon Natale a tutti!

(foto R. Saccone)

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