IL CLAMFER ALLA 32° FIERA

DEL BARATTO E DELL’USATO

di Gennaro Fiorentino

 

Chiudi la pagina

Come avviene ormai da qualche decennio, si è tenuta durante il primo week-end di Maggio, alla Mostra d’Oltremare in Napoli, l’edizione primaverile della Fiera del baratto e dell’usato. Tutto si è svolto secondo consolidata tradizione; tuttavia questa edizione ha portato una novità: la presenza durante le giornate dell’evento, in un ampio spazio messo a disposizione dagli organizzatori, dei diorami, plastici e modelli del nostro Club: il Clamfer di Napoli.

La localizzazione dello spazio espositivo a noi assegnato era presso il padiglione n. 1, quello che l’Associazione Bidonville, cui spetta il merito dell’iniziativa così attesa dai collezionisti partenopei, si riserva per accogliere quelli che potremmo definire i “guest star” ossia gl’invitati speciali.

La scelta di tale posizione è stata quanto mai interessante ed intrigante in quanto i visitatori erano, in un certo modo, obbligati ad affacciarsi alle varie iniziative speciali, quali mostra di artisti, scuola di riuso per i più piccini, oggettistica artigianale e quest’anno anche un Club fermodellistico; prima di tuffarsi nella  visita  dei centinaia di stand con il loro ricco contenuto di oggetti di seconda mano o riciclati,  pronti ad essere barattati oppure acquistati.

Il Clamfer si è preparato alla Mostra con una vera e propria mobilitazione dei soci modellisti; infatti tutti hanno percepito che l’invito di Bidonville era prestigioso e che avrebbe dato ampia visibilità al nostro Club consentendogli di farlo conoscere a moltissime persone. Così la mattina del 4 Maggio, giorno dell’allestimento, una vera e propria autocolonna dei soci, si è presentata ai cancelli della Mostra d’Oltremare con il suo carico di trenini e di diorami in versione “da viaggio”.

La preparazione dello stand ha occupato buona parte della giornata in quanto, come si sa, gli imprevisti non mancano mai. Però alla fine, con grande soddisfazione, abbiamo lasciato la nostra postazione ormai allestita nel dettaglio e pronta per essere esibita all’indomani alle migliaia di visitatori che sarebbero pervenuti attirati dal grande battage pubblicitario.

L’area riservata si estendeva per ben 22 metri lineari che a dire il vero, sono stati tutti occupati. Ma vediamo nel dettaglio ciò che ha offerto lo stand della nostra Associazione immaginando di ripercorrere l’itinerario come un visitatore qualunque.

Il grande manifesto pubblicitario affisso nelle principali strade di Napoli (foto R. Saccone).

Il Tesoriere del Clamfer G. Auricchio durante la preparazione della Reception (foto A. Cozzolino).

Il socio M. Falco, autore della composizione di moduli FREMO, effettua gli ultimi controlli

con la collaborazione del socio L. Esposito. In secondo piano, A. Gamboni, Presidente del Clamfer,

con il consigliere E. Castelletti (foto A. Cozzolino).

I soci L. Ricciardi e L. Esposito verificano il funzionamento del circuito LGB (foto A. Cozzolino).

A. Gamboni, A. Cozzolino e G. Fiorentino (Segretario e V. Presidente del Clamfer)

durante l'allestimento della Mostra.

Il pubblico veniva accolto da un desk di benvenuto dove venivano fornite informazioni sulle iniziative sociali nonché offerte con un minimo contributo,  pubblicazioni, cartoline, piccoli oggetti che realizzati nel tempo dal Club, ne hanno scandito la sua ultratrentennale storia. Era la volta dunque di un mini plastico (chiamarlo diorama è di certo riduttivo) prodotto dal nostro Presidente A. Gamboni con la finalità di dimostrare le applicazioni dell’elettronica al modellismo ferroviario. In un contesto di un’atmosfera anni ‘50/’60 con trazione a vapore, venivano eseguite in automatico, manovre di aggancio e rilascio di un carro merci. Non mancava ovviamente un piccolo automotore da manovra che appoggiava la laboriosa 880. Il suo autore, considerando la finalità dimostrativa, si sarebbe potuto limitare ad un abbozzo dell’ambientazione, invece ha voluto dettagliare con dovizia di particolari, inserendo una perfetta vegetazione, un piccolo deposito, una carbonaia e via di seguito, rendendo la piccola lezione pratica sul digitale, assolutamente amena ed interessante. Il tutto comandato in automatico da un PC (netbook) con segnalazione su schermo dei movimenti.

Gli faceva da sfondo il diorama della stazione di Morcone sulla linea di Campobasso, del nostro socio Castelletti, tra i più prolifici del nostro Club essendosi presentato alla Mostra con una ricca messe di sue opere. Infatti oltre al citato diorama, egli ha esibito in prima assoluta, la riproduzione della storica stazione di Portici come appare oggi,  ma storicamente la stazione terminale della prima ferrovia d’Italia. Nel box in calce, egli stesso ha voluto offrirne una dettagliata descrizione.

Il diorama con manovra automatica di due locomotive gestite da PC. Il tutto è stato realizzato

in proprio da A. Gamboni. Sullo sfondo la stazione di Morcone (BN) costruita da E. Castelletti (foto A. Bertagnin).

L'interesse del pubblico per l'esposizione del Clamfer appare evidente da questa immagine.

Da sinistra i soci: L. Esposito, E. Castelletti, G. Fiorentino, M. Falco e,

sul fondo con il cappellino verde, R. Saccone (foto A. Bertagnin).

Ma l’offerta Castelletti non finiva qui in quanto ancora due diorami erano messi in mostra, per motivi diversi, molto interessanti. Prima di descriverli, è necessario ricordare che Ennio (questo è il suo nome), per motivi familiari è particolarmente affezionato alla zona del cuneese. E difatti la prima delle opere di cui parliamo, descrive la stazione di Borgo San Dalmazzo (CN) dove, nella realtà, è stato creato il memoriale della deportazione degli ebrei francesi in un viaggio per i più senza ritorno, verso la Germania. Con inserti metallici stilizzati, e tali sono stati riprodotti in scala 1/87, vengono rammentati i nomi dei pochi fortunati che sopravvissero. Quindi un diorama di grande impatto emozionale oltre che di grande pregio artistico.

Il diorama di Borgo S. Dalmazzo (CN) realizzato da E. Castelletti (foto A. Bertagnin).

Decisamente più allegro appariva quello affiancato che riproduceva un ambiente montano sempre della zona del cuneese e precisamente la stazione di Tetti S. Antonio, dove una teleferica funzionate fungeva da interscambio per gli sciatori scesi dal treno e diretti alle piste innevate oppure all’omonimo Santuario.

Era dunque la volta del plastico combinato a moduli Fremo, opera del socio M. Falco. Si tratta di segmenti omologhi che rappresentano un contesto brullo riferibile alle regioni Abruzzo-Molise e percorso da automotrici 668 ed altro materiale a trazione termica. L’opera pur nella sua semplicità, è stata ammirata da tanti visitatori che ne hanno potuto trarre tante idee per un plastico modulare di relativa facile realizzazione e che pur nella sua imponenza, può anche offrire vantaggi di mobilità per il trasporto.

Parliamo infine della massiccia presenza del modellista Vitiello, anche in rappresentanza del Museo del Giocattolo di Torre del Greco, di cui è direttore. Per la parte che potremmo definire personale, l’artista ha portato in Fiera un maxi diorama dinamico che rappresentava un Luna Park posto a lato di una ferrovia. Non a caso l’ho definito dinamico in quanto tutte le numerose attrazioni erano perfettamente funzionanti, andando dall’high light costituito dalle “Folli tazze” per finire all’Octopussy dove i tentacoli della piovra reggevano altrettanti vagoncini che volavano nel cielo.

Certamente per interesse suscitato e dovuto alla grande scala G con rapporto 1/22.5, è apparso  visitatissimo il grande circuito LGB con impiego sia di trazione a vapore che termica. Tutto l’impianto era montato su un grande tavolo dove due ovali concentrici consentivano l’operatività contemporanea dei due convogli. La grande scala, già dagli esordi alla fine degli anni ’60, diede opportunità di creare contesti modellistici ricchi di particolari. Ma quello riprodotto allo stand Clamfer, offriva una soluzione in più e dovuta alla fervida fantasia del suo autore Vitiello. Si trattava dell’inserimento di un’ipotetica ferrovia da giardino accanto all’impianto LGB. Giocando proprio con le scale (tra minima e massima), si poteva ammirare un plausibile mini impianto ferroviario accanto alla stazione ed a disposizione dei bimbi del mondo lillipuziano ivi descritto. Non di meno i mezzi di trazione erano sonorizzati con effetti sonori riproducenti l’ansimare dei loro motori. Uno spezzone di binario posto davanti all’ampio tavolo, dove correva un tram LGB, ricordava l’esistenza anche del pittoresco tram nella vasta gamma dei modelli della nota casa tedesca.

Il socio G. Vitiello espone come ha realizzato la stazione di Dubino per il grande circuito LGB.

Tra il pubblico, sulla destra, il socio E. Spagnuolo (foto A. Bertagnin).

Infine era ammirabile l’ampio tavolo in rappresentanza del Museo del Giocattolo di Torre del Greco. Per non tradire la tematica ma neanche lo spirito museale, esso esibiva un impianto Marklin in scala H0 degli anni ’50. Malgrado sia passato davvero molto tempo, il contesto era perfettamente funzionante; sia il materiale rotabile, sia i preziosi accessori quali scambi e segnalamento. Tutto ciò documentava  il modo di giocare dei bambini facoltosi dell’epoca ed  offriva un ennesimo esempio della proverbiale robustezza degli oggetti “Made in Germany”. Un convoglio in latta della stessa casa ma risalente agli anni ’30 in scala 0, nonché una gigantesca locomotiva in legno, opera di un artigiano modellista, facevano da contraltare al bell’impianto “vintage”.

Antichi modelli anni '50 nella sezione del Museo del Giocattolo di Torre del Greco (foto A. Bertagnin).

Tutti i meccanismi delle opere in mostra, sia analogici che digitali, hanno funzionato con efficienza durante i due giorni di durata della Fiera senza offrire alcun grattacapo agli entusiasti realizzatori.

La presenza dei soci modellisti Clamfer è stata coadiuvata dalla preziosa collaborazione di molti altri soci che si sono occupati del settore trasporto, logistica, sorveglianza, accoglienza; e la cui opera ha contribuito altresì in maniera determinante alla riuscita della manifestazione.

Per quanto riguarda i progetti futuri per un eventuale bis, il successo riscosso ha caricato tutti di entusiasmo ma è pur vero che l’edizione testé conclusasi, ha richiesto un grande impegno. Insomma si vedrà, mentre i soci modellisti, pur incrociando le dita, non riescono a nascondere i loro progetti futuri in caso di un ritorno in Fiera.

L'attore Tommaso Bianco in una foto ricordo con A. Gamboni e G. De Palma.

 Un incontro imprevisto tra vecchi amici (foto G. Fiorentino).

La stazione del Granatello di Portici

Testo e foto di Ennio Castelletti

La realizzazione in scala H0 del diorama della stazione di Portici è stata il mio più recente lavoro nel campo del fermodellismo, il cui input è stata la partecipazione del CLAMFER alla “Fiera del baratto e dell’usato”.

Il desiderio di esporre in quella sede un’opera che rappresentasse al meglio uno scorcio del panorama ferroviario locale, mi ha portato a scegliere la stazione di Portici che, per il suo valore storico e scenografico, mi è parsa la più indicata ad essere riprodotta.

Sono quindi partito alla volta della cittadina vesuviana per fotografare quanti più particolari possibili da utilizzare per una realizzazione quanto più possibile aderente alla realtà.

Ne è derivato un modulo a norma FREMO formato da uno scatolato di cm. 50 x 90 in multistrato da mm.16 comprendente le due testate a profilo piano, mentre per la base del piano binari e della banchina del porto ho utilizzato un foglio di poliuretano (reperibile presso i rivenditori di materiali edili) che per le sue caratteristiche è leggerissimo, resistente e facilmente modellabile.

Ho quindi iniziato il lavoro di esecuzione sistemando il fabbricato della stazione (costruita in cartoncino, montato su un telaio in listelli quadrangolari di tiglio), i marciapiedi ed il piano binari; ho costruito i pali della linea aerea ed ho teso la catenaria in filo di rame da 0,6 mm. Mi sono poi dedicato a realizzare il sottopasso pedonale di accesso alla banchina del porto ed alla costruzione della villa in cui, un tempo, era ospitata la guardia costiera. Pali di illuminazione, fari di stazione e globi sulla banchina sono autocostruiti con l’uso di microlampade a 12 V.

L’effetto acqua del tratto di mare è stato ottenuto con resina epossidica colata su un fondo sabbioso, misto ad una perlinatura argento. Qui galleggiano una barca turistica, una barchetta a remi, un motoscafo in legno degli anni '60 dei “cantieri Gagliotta di Baia“ ed un peschereccio fornito di luci di via regolamentari: tutti autocostruiti.

Notevole il successo di pubblico che si è soffermato, stupito, a vedere, in miniatura, una zona di Portici frequentata quotidianamente, senza porvi attenzione, come passanti frettolosi o pendolari pensierosi.

 

Galleria fotografica

Vista generale del diorama. Si noti, nella parte in acqua centrale, il motoscafo a doghe dei Cantieri Gagliotta di Baia (NA).

         

Il sottopassaggio e la banchina del porticciolo.

         

Due caratteristiche inquadrature dei natanti che corredano il diorama del Granatello di Portici.

Chiudi la pagina