di Gennaro Fiorentino

foto di Antonio Bertagnin

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I giorni 10-11-12 Ottobre 2014, in occasione del 175° anniversario del tronco Napoli-Portici della strada ferrata dell’ing. Bayard e del concomitante 25° compleanno del Museo Ferroviario di Pietrarsa, il nostro Club ha esposto, nella sala del padiglione montaggio del citato Museo, una mostra tematica sulla prima ferrovia d’Italia.

L’idea di questo evento si deve alla direzione della Fondazione FS che è stata sposata con entusiasmo dal direttore museale Avv. O. Orvitti. Dal canto suo, il nostro sodalizio ha aderito con slancio all’invito, consapevole del prestigio della neonata istituzione e nondimeno della bellezza della sede proposta

La mostra, progettata dal Presidente Col. Gamboni, ha trovato nei soci la massima disponibilità sia per quanto riguarda il suo allestimento che la fornitura di cimeli e documenti, testimoni di un evento indelebile della storia. Essa occupava tutta l’ala sud del padiglione citato che, per la sua forma intercalata da cuspidi di vaga ispirazione gotica, è stata soprannominata la Cattedrale. All’ingresso dell’area campeggiava una magnifica riproduzione in scala G del convoglio storico (patrimonio di Pietrarsa) che 175 anni orsono percorreva l’itinerario Napoli-Portici. Il modello, non inedito, tale poteva essere considerato in quanto di recente ripristinato, e dunque riportato a nuova vita, dal personale del Museo. Questo restauro può essere anche preso a simbolo di una volontà di rilancio del complesso di Pietrarsa, fortemente voluto dalla nuova dirigenza. D’altro canto lo è anche la rivoluzionaria e determinante decisione di tenere aperti i cancelli il venerdì, sabato e domenica in luogo del vecchio e penalizzante calendario.

Accoglimento di un gruppo di visitatori all'inizio della Mostra.

Il convoglio storico posizionato all'ingresso dell'area espositiva.

Per ritornare alla nostra mostra, si veniva dunque introdotti in una sequenza di dieci pannelli dove, attraverso immagini e cartine d’epoca, veniva esemplificata la storia dell’impresa, scevra di luoghi comuni. Molto carino ed originale, mi è parso il pannello che, con un felice connubio tra grafica e personaggi concreti in scala, esibiva le modalità di sicurezza (imbarco dei passeggeri e tutela degli antesignani passaggi a livello) per rendere il viaggio sulla ferrovia del Bayard senza pericoli od imprevisti.

Il Presidente del Clamfer illustra ad un attento uditorio i pannelli della Mostra.

Si passava dunque all’osservazione di due vaste vetrine orizzontali che, affiancate, mostravano l’una la storia dell’opificio Pietrarsa così intimamente legata alle vicende della nostra ferrovia, e l’altra gli oggetti attinenti i personaggi che ne fecero la storia. Non mancava, per dare un’idea, la sciabola che costituiva elemento integrante della divisa di capostazione. Non che il funzionario fosse chiamato ad adoperarla, ma di certo serviva a completare in maniera autoritaria l’uniforme dell’importante carica.

Due inquadrature della grande bacheca orizzontale con alcuni documenti relativi a Pietrarsa.

Si noti, nella foto in basso a sinistra della prima immagine, la zona che ospitava

l'antica Batteria prima della realizzazione dell'Opificio borbonico.

Nella seconda grande bacheca orizzontale è stata esposta

una nutrita documentazione relativa alla Strada Ferrata del Bayard.

Si noti nella prima immagine la sciabola da Capostazione.

   

Due particolari della bacheca dedicata alla Strada Ferrata del Bayard.

Alla fine della galleria delle immagini, una splendida riproduzione della stazione di Portici Granatello attendeva gli ospiti. Realizzata del nostro socio prof. Castelletti, essa adottava la scala H0 (1/87) e rappresentava lo stato odierno sia del fabbricato viaggiatori che dell’adiacente e suggestivo porticciolo. Il lavoro sviluppato come diorama, si presta anche ad interfacciarsi con ulteriori moduli di un plastico.

Il socio E. Castelletti e la Sig.ra Mariolina con il diorama della odierna stazione di Portici.

Ma prima di lasciare il settore dedicato al giubileo, il visitatore ha avuto la possibilità di ammirare l’adiacente plastico Brunetti riportato, al momento, ad una parziale funzionalità. Grazie all’opera di una squadra dei nostri soci iniziata alla fine della trascorsa estate, con interventi strutturali e paesaggistici, ben tre convogli potevano circolare in contemporanea sui ristrutturati binari. E malgrado il lavoro non si possa dire terminato del tutto, l’evoluzione dei trenini immersi in un rinnovato e restaurato ambiente, ha attratto con magnetismo grandi e piccini.

Un convoglio di quattro elementi con ALe 601 si appresta a lasciare la grande stazione di testa.

(foto R. Saccone)

Due modelli a confronto: un "Arlecchino" a quattro elementi realizzato da E. Castelletti e

un ETR 200, unico convoglio ancora esistente costruito da Otello Brunetti, autore del grande plastico.

I binari di corsa sono funzionanti ma ancora da 'sporcare' e la palificazione è in via di completamento.

Locomotiva Gr 640 elaborata da E. Castelletti al traino di un treno speciale per il 175° anniversario.

Il passaggio a livello nei pressi della grande galleria restaurato dal socio G. Vitiello.

La palificazione con relativa catenaria ancora non è stata sistemata.

Il V. Presidente del Clamfer Gennaro Fiorentino (nella foto con la maglia a strisce)

illustra ad un folto pubblico l'opera realizzata da Otello Brunetti

ed oggi esposta nel padiglione noto come "la Cattedrale".

Il plastico Brunetti, con i suoi 41 mq di superficie, rappresenta una testimonianza inalienabile sia di un lavoro modellistico unico, sia del contesto ferroviario di 50 anni fa di una grande stazione rapportato alla sua scala 1/87. Nei tre giorni dell’evento, la Mostra ed il plastico Brunetti sono stati visitati da centinaia di visitatori che hanno potuto usufruire sia del servizio guida del Museo, sia dell’opera dei soci del nostro Clamfer nell’area riservata alle celebrazioni per i 175 anni. Quindi, di certo un evento ricordato con passione, e direi successo, che apre nuovi orizzonti su una rinnovata sinergia tra Fondazione ed Associazioni, come del resto sta ricorrendo in varie parti d’Italia. Arrivederci dunque alla celebrazione per i 200 anni della prima linea d’Italia con l’augurio che essa trovi il Museo di Pietrarsa, naturale contesto per accogliere tale evento, ulteriormente conosciuto e rilanciato.

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