di Gennaro Fiorentino

foto di Antonio Bertagnin

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È ormai un appuntamento consolidato quello del primo week end di ottobre al Museo di Pietrarsa con l’indovinato titolo “Porte aperte”. Come per le precedenti, anche l’edizione 2016 ha visto il nostro Club ospite della prestigiosa istituzione. L’idea di questo evento si deve alla direzione della Fondazione FS, idea sposata con entusiasmo e messa in atto dal direttore museale Avv. O. Orvitti. Ma vediamo com’è andata.

Com’è noto, la scelta della data non è casuale; infatti essa ricorda l’inaugurazione della Napoli-Portici avvenuta il 3 ottobre 1839, ovvero 177 anni fa. Ancora una volta, lo spazio che ci è stato concesso è stato quello del padiglione ‘G’ (ex torneria) detto anche ‘la cattedrale’. Il bel salone è stato interessato di recente da notevoli lavori di ristrutturazione estetica che sono perdurati pressoché fino alla vigilia dell’evento. Si è trattato in sostanza dell’ultima tappa del cantiere ‘itinerante’ che ha toccato tutti i padiglioni di Pietrarsa conferendo al Museo un aspetto fresco e moderno pur rispettando un opportuno rigore filologico. Per tale circostanza i modelli in grande scala dei treni, presenti di norma in tale settore, sono stati spostati nel salone ‘B’ trovando posto accanto agli storici locomotori in corrente continua.

Ed il plastico Brunetti? Ecco qui il nocciolo della questione. Non potendolo spostare, esso è stato ricoperto con un grande telo di plastica che, se pur deposto con cura, ha finito con l’essere perforato da alcuni tralicci del modello oltre che, inevitabilmente, ha raccolto polvere e rifiuti edili a non finire. Quindi, il primo passo è stato quello di rimuovere questa copertura in preda all’ansia di sapere cosa vi avremmo trovato sotto per non parlare della sua funzionalità operativa. Mentre questo accadeva, una squadra di operai della Dussman, con potenti getti di idropulitrici, attendeva al complesso compito di lavaggio del pavimento in pietra lavica per cancellare ogni traccia del trascorso cantiere.

    

I lavori di pulizia del plastico Brunetti procedono a cura dei soci: G. Fiorentino (foto in alto),

G. Vitiello (foto a sinistra) e di G. De Palma (foto a destra).

Ci siamo, allora, divisi i compiti. I soci G. De Palma e D. Romano hanno iniziato a provare il plastico Brunetti; in particolare i binari di corsa trapiantati dai soci Clamfer un paio di anni fa, ed il complesso impianto di illuminazione di fabbricati e lampioncini. Intanto c’era chi provvedeva a rimuovere polvere, sassi e residui della pittura.

Le prime a dare un bel segnale di ottimismo, sono state le luci del piazzale; poi il resto è venuto un po’ alla volta finché una ‘micetta’ ha fatto, un po’ esitante, il giro del circuito. Era promettente!

Intanto il Presidente Gamboni, che ha dedicato la vita alla ricerca di tal materia espressa in diverse pubblicazioni, poneva su colorati leggii un’elegante collezione di pannelli, da egli stesso approntati, che raccontavano, scevri da luoghi comuni, la storia della Napoli-Portici.

    

Sistemazione di supporti e quadri da parte di, procedendo dalla sinistra nelle immagini:

A. Gamboni, N. Bartolotta, G. Auricchio e G. Vitiello.

Ma si è pensato anche all’aspetto modellistico con l’esibizione di sei moduli in H0 digitalizzati che combinavano plausibili contesti italiani con esercizio vapore/termico. La firma di tali moduli si deve, per la maggior parte, al socio G. Vitiello ed allo stesso Presidente. Per non farci mancare niente, il socio E. Castelletti, maestro modellista FIMF, con orgoglio ha esibito la ‘sua’ stazione di Portici oggi, in rispetto comunque della tematica.

E. Castelletti e G. Fiorentino mentre provvedono alla sistemazione del diorama della stazione di Portici.

     

Squadre di montaggio dei moduli Clamfer sui quali correranno i convogli in DCC.

E non finisce qui, come diceva quel tale … Due tavoli-vetrina esibivano, rispettivamente, l’uno una documentazione fotografica del ‘Pietrarsa-Express’ del nostro socio A. Bertagnin con annesso modellino in H0 e, l’altro, una preziosa collezione di cimeli e documenti della ferrovia del Bayard. Il raro modello in H0 della locomotiva Bayard  rappresentava davvero il gioiello di famiglia, per non tacere di una sciabola e di una decorazione borbonica della collezione del socio G. Vitiello.

   

Al lavoro per spostare con ventose il grande cristallo che chiude una delle due vetrine orizzontali

sistemate in loco con muletto da personale del Museo (foto a sinistra).

   

A. Bertagnin ha da poco sistemato in vetrina le foto ed il modello del treno storico,

mentre A. Gamboni e G. Vitiello apportano gli ultimi ritocchi alla esposizione dei loro cimeli.

Il modello del convoglio Bayard è stato appena sistemato sui supporti.

Il salone era completato dal grande modello del treno Bayard (collezione del Museo) reduce dalla trasferta a Roma quale ospite della trasmissione di Piero Angela.

Ho speso qualche parola in più sull’allestimento per tributare il giusto apprezzamento alla perizia ed alla dedizione dei soci impiegati. E, arrivati al giorno dell’evento, solleviamo il proverbiale sipario. 

La manifestazione

Alle 9.30 sono arrivati i primi visitatori che hanno goduto di un prezzo speciale di due euro. Ma una bella ondata si è avuta alle 10.45, quando un lungo fischio ha annunciato l’arrivo del treno storico con l’E 626, due ‘cento porte’ ed una vettura della serie 20.000 con a bordo lo scrivente il quale è stato designato da Fondazione FS Italia per illustrare ai passeggeri la storia del breve tratto di strada ferrata da Napoli al Museo di Pietrarsa.

Il treno storico trainato dall'E 626.185 in arrivo da Napoli.

   

I primi visitatori in coda alla reception del Museo.

Un modesto supplemento dava diritto alla visione della nuova proiezione della realtà virtuale (o accresciuta) dove si rivive, con straordinario realismo, la partenza del primo treno italiano.

Un concerto di pianoforte con soprano era accolto nel padiglione ‘D’ alternandosi con esibizione teatrale. Il padiglione delle tornerie, poi, liberato dai resti del cantiere, oltre ad ospitare il settore modellistico esibito dal Clamfer, offriva nell’ala nord spettacoli di marionette e distribuzione gratuita di squisiti gelati offerti da un locale esercente. Il solito bar automatico con la ricca offerta era integrato da una pizzeria su ruote che ha sfornato ‘pizze margherita’ a più non posso.

   

Un concerto di pianoforte con soprano accolto nel padiglione 'D' e, a destra, spettacolo di marionette al padiglione 'G'.

Il nostro stand è stato visitato da centinaia di persone che hanno visionato la mostra iconografica del 177° usufruendo anche di descrizioni vocali dell’autore (A. Gamboni) condite con gustosi ed interessanti aneddoti.

I moduli combinati in H0, con i vari rotabili funzionanti in DCC ed accessoriati con luci e suoni, hanno destato sorpresa tra grandi e piccoli. I visitatori, anche i neofiti, hanno poi potuto fare un confronto con il vicino plastico Brunetti che, nonostante i suoi arcaici sistemi costruttivi, continua ad essere ammirato e suscitare emozioni. Il circuito rimesso in sesto, proponeva evoluzione di rotabili italiani di qualità messi a disposizione, per l’occasione, dai soci Clamfer Ferola e Castelletti.

   

Moduli Clamfer e Mostra iconografica hanno suscitato molto interesse tra i visitatori.

 

   

I soci M. Falco e D. Romano, con la collaborazione di R. Ferola, hanno movimentato i treni sul plastico Brunetti.

Di tanto in tanto, la ‘Leopolda’ di Ennio Castelletti richiamava l’attenzione perché venisse giustamente tributato un applauso anche alla sua opera. La mia piccola cronaca di questa giornata di successo e soddisfazione potrebbe concludersi qui. Però devo aggiungere, per finire, una mia piccola considerazione. Ho visto volti particolarmente felici quando, stanchi di girare, i visitatori si sono posti nel rinnovato anfiteatro, tra la ricca vegetazione trapiantata dalla vicina Facoltà universitaria di Agricoltura. Lì, guardando il vicino mare da dietro le moderne cortine di cristallo, con Capri di fronte e la città per antonomasia a destra, avranno pensato: ‘Si, questo è il più bel Museo del mondo’. Come non essere d’accordo?

Suggestivo tramonto osservato dal piazzale del Museo di Pietrarsa.

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