Testo e foto di Gennaro Fiorentino

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Tra le finalità della nostra Associazione, c’è anche la diffusione della conoscenza delle realtà ferroviarie del territorio nazionale e di quello internazionale. Per alimentare questa cultura, oggi vengono pubblicate delle belle riviste, a colori e su carta patinata che dedicano tutto il loro spazio alle ferrovie.

Però tutti noi siamo consapevoli che niente può essere più bello di poter viaggiare su un treno, assaporare la singolare atmosfera di una stazione ed avere il contatto personale con chi ci lavora.

Per poter realizzare tutto ciò, ciclicamente vengono organizzate delle escursioni proprio sulle ferrovie oggetto dei nostri interessi. L’ultima in ordine di tempo, è quella che ha portato  di recente un gruppo di nostri soci a Foggia per un viaggio di scoperta della nuova ferrovia verso Lucera e di quella ormai storica, verso Peschici; entrambe esercitate dalla Compagnia “Ferrovie del Gargano”. La giornata non ha mancato di offrire anche imprevisti e momenti di emozione. Tuttavia in questa sede ci limiteremo a descrivere il puro aspetto informativo di questa bella ed attiva realtà.

 

 

FOGGIA - LUCERA

 

La Foggia-Lucera risale al 1887 quando doveva costituire il primo segmento di una linea che, passando per Campobasso, attraversasse l’Appennino. Proprio in vista di questa maggiore e determinante estensione, la stazione di Lucera fu costruita come passante, anche se provvisoriamente terminale. Localizzata all’epoca piuttosto lontana dal centro cittadino, era proprio scomoda per gli unici utenti rappresentati dai cittadini di Lucera. Per rimediare all’opera incompiuta si decise di creare un’antenna di 600 metri per avvicinare la strada ferrata al centro cittadino. Questo piccolo ma efficace espediente, si completò con la realizzazione di alcune fermate intermedie.

La stazione di Foggia al tempo del vapore (da: Ogliari, Terra di Primati).

Questo segmento era abbastanza impegnativo contando una curva strettissima ed un’acclività del 61 per mille. Le macchine impiegate, prima le 816 e poi le ALn 556 in doppia, davvero erano messe a dura prova per poter raggiungere il terminale cittadino di Porta Troia.

Il servizio molto apprezzato dai locali, ebbe solo una breve sospensione durante la guerra. Dopo gli eventi bellici riprese conseguendo sempre maggiori risultati in termini di biglietti staccati. Anzi per paradosso, fu proprio il crescente successo che spinse le Ferrovie dello Stato a chiudere la linea ritenendosi impotente ad aggiornare gl’impianti per rispondere alle nuove richieste. Era il 1967 e ben presto i mezzi su gomma presero il posto del trenino: il bus aveva vinto la battaglia ma non la guerra.

Infatti all’inizio del XXI secolo, la nuova coscienza ecologica spinse le autorità politiche a considerare la riapertura della linea con opportuni aggiornamenti. Molto convincente è stata la statistica che il nuovo treno avrebbe eliminato 100 corse di bus ed abbattuto i tempi di percorrenza da 45 min a 17 min. Dopo un lungo iter burocratico, la nuova Foggia-Lucera è stata aperta al pubblico il 14 Luglio 2009 espletata con moderni ETR Flirt prodotti dalla svizzera Stadler.

L’itinerario è stato completamente riarmato con rotaie UNI50 montate su traverse di cemento armato precompresso; è stato elettrificato con sistema a corrente continua a 3000 volts. La bretella verso la città non è stata ricostruita ma d’altro canto l’urbanizzazione ha per così dire, avvicinato la città alla stazione. Inoltre il servizio urbano su gomma con le sue circolari, serve con efficienza l’interscambio e l’integrazione.

Stazione di Lucera: uno dei tre elettrotreni a tre casse Stadler in attesa di partire verso il capoluogo di Foggia.

La lunghezza di circa 19 chilometri non si discosta molto da quella originale. Le corse cadenzate ogni 30 minuti, partono dal primo binario tronco di Foggia. Per potervi viaggiare occorre procurarsi un biglietto delle Ferrovie del Gargano che gestiscono l’impianto.

La moderna stazione terminale è in via di completamento mentre resta annoverabile tra le vestigia storiche il vecchio magazzino merci, posto ad occidente verso Campobasso, quasi a voler lasciare la speranza, mai perduta, che davvero un giorno il binario partendo da Lucera  possa arrivare alla sua molisana meta originale.

Elettrotreno Stadler in attesa di partire dal binario tronco della stazione di Foggia Trenitalia.

La stazione di Lucera lato ovest con il magazzino merci ed il piazzale.

 

 

SAN SEVERO - PESCHICI

 

L’esigenza di un collegamento ferroviario per vincere l’inacessibilità dei paesini garganici, nacque in concomitanza con l’apertura della linea ferroviaria Brindisi-Bologna detta Adriatica. Sin dagli albori del XX secolo, numerosi comitati, vantando più o meno compiacenti rappresentanti politici a Roma, facevano sentire la loro voce per tale finalità. Certamente la prima guerra mondiale impose una sospensione a questa forte corrente di opinione.

Il 17 settembre 1925 questa lotta popolare conseguì un primo risultato. Infatti fu sottoscritta una convenzione a beneficio del “Sindacato delle Ferrovie del Gargano” per la costruzione di una ferrovia economica a scartamento ridotto 950 mm da San Severo a San Menaio.

Ma l’accordo durò appena un anno essendo presto rilevato dalla “Società per le Ferrovie e Tramvie”, che prospettò invece la costruzione di una linea a scartamento ordinario ed alimentazione a 3000 volt, sistema sperimentato proprio in quegli anni sulla Benevento-Foggia.

 

 

Stazione di  San Severo: l’elettromotrice 080.001 espleta un servizio di navetta per Foggia.

I lavori partirono di gran lena e terminarono per la parte ufficiosa il 27 ottobre del 1931, mentre l’apertura al pubblico venne fissata il 15 novembre. Il nuovo costruttore, in fase di realizzazione, utilizzò con arguzia un vecchio raccordo militare con le FS, e dunque a scartamento ordinario, che collegava San Severo alla località di San Nicola Imbuti posta sul lago di Varano. Ancora oggi si può osservare dal treno, tale base militare di idrovolanti ormai dismessa.

Il terminale venne posto a Peschici Calenella ossia ad 80 chilometri da San Severo da dove il treno parte dalla stazione di RFI. La località di Calenella in verità è tutt’altro che urbanizzata e pertanto lo era ancora meno nel 1931. Certamente tale destinazione, probabilmente, doveva essere provvisoria in vista di un ulteriore prolungamento verso Vieste, espansione che non è stata mai realizzata. Bisogna però considerare che tale argomento è piuttosto di attualità presso il competente assessorato della Regione Puglia anche se non di imminente realizzazione. Invece sembra imminente la variante del percorso odierno che consentirà, finalmente, al treno di transitare quasi in centro alla cittadina di Apricena.

La stessa elettromotrice in arrivo alla Stazione di Peschici Calenella, terminale della linea.

Stazione di Peschici Calenella:

elettromotrice E 108, di recente ricostruzione in attesa di partenza per San Severo.

Il suo elegante e confortevole interno provvisto di aria condizionata e di due ampi schermi televisivi.

Come abbiamo detto il capolinea della garganica è posto a San Severo dove peraltro ci sono anche la Direzione di esercizio, il deposito e le officine. Tuttavia taluni treni regionali in servizio sulla rete RFI tra Foggia e San Severo sono espletati dalle Ferrovie del Gargano quasi a costituire una navetta di collegamento con le partenze verso Peschici. Particolare curioso, per accedere a questo servizio di navetta FdG, occorre munirsi di biglietto Trenitalia che verrà controllato con solerzia dal personale FdG. Questo sistema comunque, è solo un aspetto della singolarità della Regione Puglia che sembra non aver per niente scoperto l’integrazione tariffaria, così presente in altre regioni.

 A Pechici, sullo sfondo il mare e le vecchie glorie ormai in quiescenza.

Un vecchio ma ancora utile carro cisterna per il trasporto dell’acqua,

con il suo decoroso aspetto, attende l’impiego.

   

Per finire una foto curiosa.

A Peschici la limitata lunghezza della rimessa locomotive non può contenere il respingenti. Nessun problema, lo sistemiamo fuori.

L’itinerario è di grande spettacolarità. Dopo la partenza si attraversa una pianura ricca di vigneti che alimentano la produzione del famoso vino di San Severo. Poi il treno incomincia a salire offrendo incomparabili vedute sui laghi prima di Lesina e poi di Varano con i resti dell’idroscalo.

Arrivato a Rodi Garganico, il binario corre per un bel tratto accanto al mare. Il terminale di Peschici Calanella, come detto, è piuttosto isolato ma il mare non è lontano.

Questo spiega come la frequentazione di questa ferrovia, durante l’estate, tocchi picchi davvero elevati.

Il materiale rotabile appare piuttosto vario e tutto sommato, efficiente.

Si parte da otto unità di costruzione OMS/TIBB della potenza di 720 kw del 1957 acquisite dalla compagnia ferroviaria MUA, operante in Umbria. Nel tempo hanno avuto apprezzabili trasformazioni. Le macchine numerate da 101 a 103 hanno costituito tre complessi binati e bloccati costruiti dall’industria Fervet nel 2007 e numerati E 200. La 106 e la 108 invece sono state completamente ricostruite nelle officine sociali con soluzioni architettoniche di grande efficienza e suggestione.

Nel 1981 furono ordinate alla Firema sei unità numerate ALe da 81 a 86 rimaste abbastanza originali nel tempo. Un veicolo storico, un trattore ed alcuni locomotori completano il parco.

 

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