di Gennaro Fiorentino

 

 

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La ferrovia Genova-Casella, detta anche delle tre valli, riuscì per miracolo a sopravvivere all’isterismo politico che tra gli anni ’50 e ’60 portò alla chiusura di gran parte dell’immenso patrimonio delle ferrovie cosiddette secondarie. Esse correvano in tanti angoli d’Italia svolgendo un lavoro modesto ma utile ed efficace.

Così questa suggestiva e pittoresca relazione ha continuato il suo esercizio ancora per 40/50 anni, traendo anche i benefici indotti dalle nuove ed attuali filosofie ecologiche che vorrebbero rivalutare il mezzo su rotaia. Ma purtroppo, le filosofie non sempre bastano se le casse sono vuote. Infatti pare che l’azienda di gestione stia affrontando l’ennesima crisi da carenza di materiale rotabile, necessità di ristrutturazione e cose del genere ascrivibili comunque a problemi finanziari che solo una partnership con un Ente pubblico potrà risolvere. L’alternativa sarebbe la chiusura, evento che ci addolorerebbe profondamente. D’altro canto, non potendo fare di più se non seguire l’evoluzione della questione, abbiamo ritenuto di parlare in termini storici di questa ferrovia con l’auspicio che la nostra e la vostra attenzione, possano contribuire ad esorcizzare il ventilato pericolo della fine.

 

La storia

 

La storia della ferrovia Genova-Casella somiglia a quella di tante altre ferrovie della sua epoca. L’orografia della regione Liguria, e dunque quella della città di Genova capoluogo, rendeva agli inizi del secolo ‘900 molto difficili i collegamenti dei tanti paesini appollaiati su quelle alture. Del resto il trasporto su gomma si stava appena affacciando timidamente nel panorama dei mezzi pubblici. Né avrebbe potuto fare di meglio considerando la carenza di strade intercomunali, comunque strette, pericolose e non asfaltate. Il treno sembrava la soluzione di ogni problema anche valutando l’affermazione irreversibile della trazione elettrica e l’industrializzazione incombente con la sua domanda di collegamenti celeri e sicuri per passeggeri e merci.

L’idea dunque di questa ferrovia risale al 1910 con un progetto abbastanza ambizioso e lungimirante: collegare il capoluogo con le valli dei fiumi Scrivia e Trebbia, raggiungendo non solo Casella ma altresì i villaggi di Busalla, Montoggio e Torriglia.

Le vicende belliche della prima guerra mondiale fecero congelare il progetto che fu riesumato negli anni ’20 del ‘900 del tutto ridimensionato per carenza di risorse finanziare. La prima pietra fu posata domenica 26 Giugno 1921.

Il nuovo collegamento fu inaugurato il 1° settembre 1929 dopo una fase di pre-esercizio svolto con una locomotiva a vapore.

 

Cartina indicante il percorso della Ferrovia Genova - Casella.

(Coll. A. Gamboni)

Foto ricordo scattata il giorno della inaugurazione (Coll. A. Gamboni).

L’attrezzaggio della linea aerea, la sottostazione elettrica ed il materiale rotabile, furono commissionati alla Società Ernesto Breda. Per quanto riguarda il tracciato, la linea nacque monca. Mentre dal lato di Genova partiva dalla centralissima Piazza Manin, dall’altro lato, che si raggiungeva dopo un percorso di poco meno 24 km, essa si attestava a Casella Deposito, ossia a soli 900 metri dal centro città. Solo nel 1953, con un breve percorso di 900 metri a lato della strada ed in regresso, il trenino di Casella potette arrivare al suo terminal definitivo posto al centro del pittoresco villaggio. Si raggiungeva dunque la massima espansione di km 25 che attualmente vengono percorsi in circa 50 minuti di viaggio.

Dopo molti anni di esercizio durante i quali si è utilizzata la trazione a 2400 volt, da circa venti anni viene usata quella a 3000 volt e conseguente allestimento della linea aerea con sistema a contrappesi tipo FS.. Lo scartamento è rimasto invece quello di origine ossia metrico. Una passeggiata su questo treno è assolutamente da non perdere. Si parte da un’altitudine di 93 metri del terminal Manin arrivando ai 410 metri di Casella dopo essere passati per il valico posto a Crocetta d’Orero a metri 458. Malgrado il non esteso percorso, i binari sono poggiati sul suolo di quattro comuni: oltre a Genova e Casella, anche quelli di Sant’Olcese e Serra Riccò. Si esordisce con vedute mozza fiato sulla città di Genova (Val Bisagno) per poi passare in un paesaggio montano con bellissimi boschi che invitano ad una sosta (Val Polcevera e Valle Scrivia). Dopo varie vicende societarie, attualmente ossia dal 2002, l’azienda ferroviaria ha un assetto di Società a Responsabilità Limitata il cui capitale è posseduto dalla Regione Liguria. Sul fronte dell’esercizio questa Srl ha cercato di migliorare l’esercizio ed il traffico magari realizzando prolungamenti da Piazza Manin verso le Stazioni centrali di Brignole e/o Principe. Purtroppo questi progetti erano altresì accompagnati da soluzioni piuttosto ardite, del tipo scavo di una galleria elicoidale, e pertanto onerose. Pertanto non se n’è fatto niente, anzi, come si diceva in premessa, la Ferrovia sta vivendo un momento di crisi che non si sa dove potrà condurre. Intanto diverse corse giornaliere vengono effettuate con autobus.

 

Scheda tecnica

 

Scartamento: 1000 mm

Lunghezza: 25.000 metri circa

Sviluppo curve: 45% del percorso

Raggio minimo curve: 60 m

Pendenza massima: 45 ‰

Ponti e viadotti: n° 1 in muratura a 4 luci da 10 m

n° 5 in muratura a 3 luci da 10 m

n° 1 a travata metallica

Gallerie: n° 13 di lunghezza compresa fra 30 e 150 m

Trazione elettrica: a 3000v linea aerea tipo FS

Passaggi a livello: n° 8 automatici senza barriere

Deviatoi: n° 8 automatici

Stazioni di incrocio: n° 8

Movimento: 10 coppie di treni giornaliere

Passeggeri trasportati: circa 250.000/anno

 

 

 

Il materiale rotabile

 

Al momento della sua inaugurazione avvenuta come detto nel 1929, il parco materiale rotabile poteva contare su tre locomotori elettrici numerati  001, 002 e 003.

Nel 1931 furono acquistate dalla Ferrovia Montebelluna-Asolo tre elettromotrici numerate 054/056. Esse furono alienate nel 1963. Tra gli anni ’60 e ’70, furono acquistati  tre elettromotrici e due locomotori dalla ferrovia Ora-Predazzo che furono immatricolati rispettivamente come A1, A2 ed A3; B51 e B52. Ancora: due locomotori della Ferrovia Sangritana, 28 e 29. Tuttavia mentre il 28 risulta demolito, il 29 è vivo e vegeto; risulta impiegato in turno fisso con il treno storico e si dice sia il locomotore a scartamento ridotto più antico oggi in servizio. Risale infatti al 1924. Il suo utilizzo comportò l’adeguamento da 950 mm. della Sangritana ai 1000 di questa ferrovia. Ancora negli anni ’60, arrivarono quattro elettromotrici della cessata ferrovia Spoleto-Norcia: EM A4, A5, A6, A7.

Tra gli anni ’80 e ’90 infine è stata ricostruita la elettromotrice EM A3 più altre 5 elettromotrici di nuova costruzione immatricolate come A8/A12. In particolare gli esemplari A11 e A12 potevano disporre di una potenza di ben 800 kw.

Per quanto riguarda l’inventario delle carrozze, esso appare abbastanza contenuto e variegato. Ancora oggi circolano carrozze risalenti alla prima dotazione del 1929 anche se aggiornate con successive ricostruzioni. In particolare la carrozza C22, ha ricevuto un epilogo della sua carriera abbastanza lusinghiero. Infatti, opportunamente aggiornata, è andata in composizione fissa con il treno storico assumendo la funzione di vettura-bar.

Per quanto riguarda le carrozze C20 e 21, anch’esse vengono dalla dotazione originale ma ricostruite. Le C101-102 furono invece acquistate dalla ferrovia della Val di Fiemme. Sempre dalla Val di Fiemme ma in origine vagoni a carrelli trasformati, sono le C103 e C104 anch’esse in turno fisso con il treno storico.

Figurini dei mezzi motori della Genova - Casella.

(da cartoncino commemorativo edito nel 1979 per il 50° anniversario della Ferrovia - coll. A. Gamboni)

Locomotore elettrico TIBB n. 29 di provenienza Ferrovia Sangritana.

(Cartolina coll. A. Gamboni)

   

Locomotore n. 29 ex Ferrovia Sangritana (insieme alla 28: oggi rottamata). Costruzione 1924.

Ricostruita dalle officine sociali per adattarla, tra l'altro, allo scartamento metrico.

Potenza 4 X 65 kw

(Foto G. Fiorentino)

   

Convoglio trainato da elettromotrice del tipo A1 - A3 di provenienza Ferrovia Elettrica Val di Fiemme.

(Cartolina coll. A. Gamboni)

     

Locomotiva elettrica B52 da 310 kw

(ex Ferrovia Val di Fiemme)

attrezzata con vomere spartineve

presso la chiesa di San Berrnardo.

Costruzione Carminati e Toselli, 1929.

(Cartolina coll. G. Fiorentino)

   

Elettromotrice A3 ricostruita

con azionamento elettronico.

Ripresa in composizione a 3 carrozze

sul ponte di Rovena con splendida

veduta su Genova.

(Cartolina coll. G. Fiorentino)

   

Foto in linea di un treno speciale allestito

per un gruppo di appassionati.

In composizione la vettura bar

ed il locomotore B51.

(Foto G. Fiorentino)

   

La singolare vettura bar

in composizione al treno storico

(Foto G. Fiorentino)

   
 

 

 

 

Elettromotrice A 7 (ex Spoleto Norcia) con carrozze C52 e C53  in un paesaggio innevato con sullo sfondo il monte

Sella (m 811).

Costruzione Casaralta/TIBB, 1957.

 (Cartolina coll. G. Fiorentino)

     

Elettromotrice A 7 (ex Spoleto Norcia) con carrozza C 101 (ex Ferrovia Ora Predazzo) alla cosiddetta "curva del colombo).

Si noti sullo sfondo la montagna incisa dalla ferrovia.

(Cartolina coll. G. Fiorentino)

   

 

Una panoramica del deposito di Casella.

(Foto di G. Fiorentino)

     

Interessante incrocio in linea.

(Foto di G. Fiorentino)

     

 

 

Panoramica del piazzale della

Stazione di Genova piazza Manin.

(Foto di G. Fiorentino)

     
 

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