di Gennaro Fiorentino

chiudi la pagina

Non molto tempo fa, con il titolo “Alle pendici del Monte Bianco”, il nostro socio e collaboratore del sito Giovanni Zampa descriveva, in una sintesi con un bel corredo fotografico, le ferrovie che si sviluppano intorno al massiccio. Il suo articolo poneva, in parte, la parola fine alla mia curiosità di capire quella strana scritta “Le tramway du Mont Blanc” che tante volte avevo visto su buffi berrettini orgogliosamente indossati da turisti nipponici che le mie prestazioni professionali m’inducevano talvolta ad incontrare.

A dire la verità, una volta pur diedi una spiegazione a questa misteriosa tramvia di cui non sapevo nulla. Fu in occasione di un viaggio a Chamonix (F). Potei così scoprire che la cittadina alpina aveva ben due stazioni: da una parte una ferrovia a cremagliera e dall’altra una linea a scartamento ridotto a terza rotaia. Una delle due doveva essere il tram del Monte Bianco. Come potetti poi capire dall’articolo che ho citato, nulla di più inesatto. Però, man mano che la nebbia (metaforica) si diradava, nasceva il desiderio di ritornare in quei luoghi per identificare di persona ciò che avevo appreso.

L’occasione me l’ha offerta un recente viaggio a Ginevra per il Salone dell’auto. Certamente l’escursione che sto per descrivervi ha potuto aver luogo anche con l’aiuto di provvidenziali indicazioni che l’autore di quell’articolo cortesemente mi aveva fornito prima della partenza. La finalità di questo scritto non è certo quello di ripetere o, peggio, correggere quanto già è stato ben scritto: intende invece ampliare il discorso esibendo qualche ulteriore foto.

La riuscita della passeggiata intorno al Monte Bianco è stata in gran parte ipotecata da una giornata splendida con un cielo perfettamente terso.

La prima tappa è stata la  stazione ferroviaria SNCF di Saint Gervais che in realtà si trova nella frazione di Le Fayet (territorio francese). Qui termina la linea a scartamento ordinario proveniente da La Roche de Foron (collegata comunque alla rete nazionale) ed espletata con ETR della classe Z 27500 (Produzione Bombardier con una tiratura di ben 185 copie). Questa linea, di paternità PLM (Paris-Lyon-Mediterranée), risale al 1898 quando fu inaugurata con trazione a vapore. Dopo un periodo in cui fu esercita con trazione termica/diesel, dal 1955 è stata elettrificata a 25 kW – 50 Hz. Dal 1997 è gestita da RFF (Rete ferroviaria francese). Secondo il progetto originale, essa doveva poi proseguire per Chamonix. Ma poi le cose, come vedremo, andarono diversamente.

Elettrotreno serie Z 275 (2004-2009) in arrivo a Saint Gervais Le Fayet.

In fondo al piazzale, oltre il fascio dei binari ordinari, viene posta l’origine della tratta a scartamento metrico. Si tratta di una relazione internazionale che collega Saint Gervais Le Fayet (F) con Martigny (CH) posta appunto in territorio svizzero che si raggiunge transitando per la prestigiosa stazione di sport invernali di Chamonix. La lunghezza complessiva è di km 54,97 di cui 36,61 in territorio francese e 18,36 in territorio svizzero. Come già anticipato, anche questa ferrovia nacque per volere della prestigiosa compagnia PLM che fu indotta al cambiamento del progetto (da sistema a scartamento ordinario a quello metrico) da valutazioni di carattere economico. L’intera tratta, dopo tappe intermedie, fu aperta al servizio passeggeri e merci il 20 Agosto 1906.

Ferrovia PLM Le Fayet - Valorcine nei primi anni di esercizio.

All’inizio dell’esercizio, limitato al periodo estivo, era necessario un cambio treno al confine posto in località “Le Chatelard-Valorcine” per giungere alla meta. Ciò sia perché in territorio svizzero vigeva l’alimentazione a 750 volt (captazione da catenaria) contro i 500 volt francesi (terza rotaia), sia perché, sempre sul versante elvetico, vi era un discreto tratto armato con cremagliera sistema Strub.

L’apprezzabile successo dei primi anni a gestione PLM convinse la direzione ad adottare un’operatività durante tutto l’anno riscuotendo un successo crescente. Purtroppo nel corso degli anni questo collegamento ha dovuto affrontare non poche bufere che ne hanno più volte minacciato la chiusura. Tutto ciò si deve attribuire allo sviluppo del trasporto privato e non estranea l’apertura del traforo stradale del Monte Bianco risalente agli anni ’60.

Oggi la ferrovia sembra aver superato la crisi. Nuovo materiale è entrato in servizio nel terzo millennio in grado di espletare l’intera tratta fino a Martigny (posta sulla linea nazionale Briga-Losanna). Infatti i sistemi di trazione sono stati armonizzati in materia concreta in modo da consentire un pratico scambio tra i due versanti grazie ad un equipaggiamento (sia pattino, sia trolley) per la captazione della corrente ed ancora con ruota dentata per la marcia su cremagliera. Come pure la qualità della corrente elettrica portata a 750 volt, ha avuto un’omologazione con quella svizzera.

Sul piazzale interno della stazione di Saint Gervais si possono ammirare ancora le elettromotrici degli anni ’50, note come serie Z600 che all’epoca rappresentarono una novità ma il cui stato, tuttavia, ne fa presagire un’imminente rottamazione. Esse sono state sostituite dalle serie Z800 e Z850 costruite negli ultimi decenni rispettivamente dalla Vevey Tecnologique/AD Tranz e Stadler. Esse sono in grado di percorrere tutto l’itinerario fino in Svizzera essendo, come detto, perfettamente compatibili con i due sistemi. In questo modo si evitano fastidiose rotture di carico e conseguenti cambi di materiale rotabile. La speciale corsa in grado di raggiungere la Svizzera senza alcun cambio, viene chiamata “Mont-Blanc Express”.

   

Materiale Z 600 (1958) accantonato accanto al deposito e ...

... Z 800 (1996) in uscita per andarsi a porre sul binario di corsa.

Allegro ed esplicito emblema del Mont-Blanc Express.

Sul piazzale antistante il fabbricato viaggiatori, tra il via vai di taxi e bus turistici, fa bella mostra un grazioso chalet intestato al “Tramway del Monte Bianco”, fiancheggiato da una locomotiva monumento. Siamo al capolinea di una delle più belle linee di montagna e, in particolare, la più elevata di Francia. Essa conduce da Le Fayet (m. 592 slm)  fino al ghiacciaio di Bionnassay-Nid d’Aigle (m. 2372 slm) passando per Saint Gervais città (m. 792 slm). Durante l’inverno il servizio è limitato alla località di Bellevue (m. 1756 slm).

   

Lo chalet che funge da accoglienza presso il paracolpi del tramway, e ...

... Locomotiva monumento n. 3 con la ricostruzione della cremagliera.

Il percorso del “tramway”, ma in realtà è una ferrovia a tutti gli effetti, è lungo km. 12,508, a scartamento metrico ed armato con cremagliera del tipo Strub (85% del percorso). La linea fu aperta per tappe il 1 Agosto 1913 fino al ghiacciaio di Bionnassay, con la prospettiva di proseguire ulteriormente ed addirittura fino alla vetta del Bianco. Il sopraggiungere della prima guerra mondiale ne compromise i lavori per ulteriori balzi in avanti. Ma d’altro canto sono in molti a ritenere che ciò sarebbe stato comunque molto difficile da realizzare. Infatti la necessità di costruire dei tunnel avrebbe comportato l’impiego dell’alimentazione elettrica sin dalla nascita. E considerando le condizioni non proprio floride della compagnia, apparve utopistica la scalata alla vetta.

Quindi impiego di trazione a vapore con l’utilizzo di cinque locomotive armate con ruota dentata sistema Strub (SLM-Winterthur) con particolare tecnologia per la gestione dell’acqua e del vapore rispetto all’inclinazione che nel tratto più acclive raggiunge il 24%. La numero 3, superstite delle cinque impiegate nel tempo (costruzione 1905-1911), è quella adiacente lo chalet di partenza. In verità nel 1927 fu aggiunta alla disponibilità una sesta acquistata d’occasione dalla ferrovia Martigny-Chatellard.

Cartolina dei primi anni di esercizio a Bellevue con la loco 3 oggi monumento.

Terminata la prima guerra mondiale, riprese un servizio regolare sulla linea che conobbe un crescente successo. Ciò grazie allo sviluppo del turismo di montagna e nondimeno ad un’intelligente integrazione con i servizi della Compagnia PLM che gestiva sia la linea a scartamento ordinario che perveniva a Le Fayet, sia quella a scartamento metrico che colà partiva verso Chamonix e Martigny (CH).

Si arrivò così all’anno 1955 quando ormai la trazione a vapore mostrava tutti i suoi limiti anche a causa dell’obsolescenza delle macchine. Il servizio fu dunque sospeso per importanti lavori di elettrificazione. Essi comportarono l’adeguamento dei tunnel per ricevere la catenaria, una revisione delle opere d’arte, la messa in opera di catenaria (filo semplice ramato da 84 mm) e l’adozione del sistema a corrente alternata 50 Hz, 11 kW. Per conseguenza fu necessario ordinare nuovo materiale rotabile e precisamente tre elettromotrici (SLM/Oerlikon sistemi di trazione e Decauville per le carrozzerie) e tre rimorchi. Altri veicoli di servizio completarono la dotazione.

Dopo varie livree adottate negli anni, attualmente il materiale rotabile veste un colore unico ma diverso per le tre macchine: rosso, blue e verde. Esse sono state battezzate con i nomi dei tre figli del direttore dell’epoca 1956: Jeanne, Marie ed Anne.

   

Veicolo di servizio utilizzato per trasporto … rifiuti, e l'Elettromotrice Jeanne in livrea rossa, nella piccola rimessa.

 

Elettromotrice Marie di colore bleu al terminale invernale di Bellevue. 

Oggi il trenino parte a cento metri dallo chalet, nelle adiacenze del deposito e prospiciente una confortevole biglietteria. La distanza dell’itinerario viene coperta in circa un’ora. Secondo le note norme di sicurezza, la motrice sta sempre al lato valle. Il percorso è spettacolare e disseminato di stazioncine intermedie. I loro dintorni sono attrezzati con hotel ed impianti di risalita.

   

L’odierna biglietteria con annessa boutique, molto apprezzata d’inverno, e ...

... Prospettiva della linea ripresa dall’ambìto posto a lato del conducente.

Al Col de Voza immagine di ordinario divertimento. Foto presa dal treno.

Non mancano affascinanti vestigia di vecchio materiale rotabile. L’esercizio è soddisfacente in quanto la linea rientra nelle competenze della “Compagnia del Monte Bianco” che gestisce diversi impianti ferroviari (p.e. la linea Chamonix-Mère de Glace) e di risalita. Ciò consente un’ottimale integrazione di tariffe e la proposta di formule combinate.

Un vecchio rimorchio in buono stato attende paziente l’imminente primavera.

Le foto sono tutte dell’autore e sono state scattate nel marzo 2014.

Le immagini 2 ed 8 provengono da cartoline postali.

chiudi la pagina