TERZA GIORNATA NAZIONALE

DELLE FERROVIE DIMENTICATE

di Gennaro FIORENTINO

7 Marzo 2010

 

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Si è tenuta per il terzo anno consecutivo la meritevole iniziativa dedicata alle Ferrovie Dimenticate che ha interessato in pratica tutte le regioni italiane con eventi diversi. L’iniziativa si deve all’attività della Confederazione Co. Mo. Do. (Confederazione Mobilità Dolce) con il patrocinio delle Regioni Lombardia e Campania nonché del Touring Club Italiano.

È stata sostenuta inoltre da una serie di Enti tra i quali mi piace ricordare il Museo di Colonna (vedi articolo sul nostro sito), Legambiente, WWf. La nostra Regione Campania è stata coinvolta con ben cinque manifestazioni.

Quella cui ho partecipato è stata la rievocazione della linea Sparanise-Formia-Gaeta organizzata dall’Associazione GAFA (Gruppo Amici della Ferrovia Alifana), i cui responsabili direttivi sono altresì soci del nostro Club. L’appuntamento era stato fissato al Palazzo Petrucci-Novelli di Carinola, cittadina posta proprio lungo la ferrovia ormai non più in servizio da vari anni.

La sala interessata era quella al piano terra del nobile palazzo di origine aragonese, posto al centro del paese ossia nelle adiacenze della Piazza Mazza e sottoposto ad un vigoroso quanto provvidenziale restauro nel 2001. Nell’area erano stati posti una quindicina di pannelli dove con l’utilizzo di un chiaro testo corredato da numerose fotografie d’epoca, veniva raccontata la storia della linea. Non mancava un piccolo stand dedicato all’Associazione organizzatrice ed alcuni plastici più che altro con finalità didattiche. Si sono alternate alla tribuna degli oratori le personalità politiche tra le quali i sindaci di Carinola e di Sparanise. Attraverso i loro discorsi ho avuto la sensazione che purtroppo le volontà e le intenzioni dei dirigenti la politica locale, non saranno sufficienti per mettere in cantiere una qualunque proposta di riapertura della rimpianta linea ferroviaria. Tra l’altro tutti sono stati d’accordo che i presupposti che ne fagocitarono la costruzione nel 1892, appaiono oggi assolutamente inconsistenti in un territorio che soffre una crisi demografica. Tra l’altro la pur deprecata motorizzazione ha intanto sottratto utenza al trasporto pubblico. A proposito di crisi demografica, il primo cittadino di Carinola ha riferito la notizia che un recente provvedimento ha consentito la registrazione anagrafica dei numerosi ospiti della locale Casa Circondariale. Comunque di certo questo aggiornamento sarà ininfluente sui calcoli statistici circa la mobilità della popolazione come pure sugli introiti della Tarsu. Questo momento di ironia è servito tra l’altro per poter assorbire con spirito la notizia che la Campania sia stata esclusa dal godimento delle provvidenze previste dalla legge finanziaria del 2008, per la costruzione delle piste ciclabili sul sedime delle ferrovie dismesse. Appare invece forse meno utopistica la riapertura del segmento Formia-Gaeta per una serie di circostanze favorevoli non ultima la vivace densità abitativa di quel territorio, che durante l’estate raggiunge un picco ragguardevole. Tra l’altro, e qui non è mancata la nota polemica, tale tratta insiste su territorio laziale, la cui amministrazione favorirebbe certe iniziative. Diversamente dalla Regione Campania perennemente alle prese con i noti problemi finanziari connessi al bilancio della Sanità.

 

 

La sala al piano terra del nobile palazzo di origine aragonese sede dell'esposizione.

(foto G. Fiorentino)

 

È giunto finalmente il momento di parlare di treni. Ha preso la parola il Dr. Lutri Presidente del GAFA, che ha esposto i motivi della manifestazione che ha riscosso un buon successo. Ha preso dunque la parola il Signor Rosario Serafino, vero studioso ed appassionato di questa linea ferroviaria. L’excursus sulla sua storia, il suo utilizzo, i perché del declino nonché una panoramica delle vestigia superstiti, hanno suscitato tra i presenti una viva attenzione. È stata la volta di un altro membro del GAFA, il Dr. Caracciolo che ha parlato di due ferrovie dimenticate che tuttavia sono state miracolosamente recuperate: la Foggia-Lucera e la Merano Malles. Delle due ha fornito ampi ragguagli e notizie tecniche di grande interesse.

Per spirito di campanilismo, ha chiuso il convegno il Prof. Antonio Zannini vera personalità intellettuale del posto che ha recitato una poesia gravida di struggente nostalgia per il treno che non c’è più.

Poi, quasi come inusitato corteo nuziale, ci siamo spostati in auto alla vicina stazione dismessa ed oggi occupata da una famiglia che la utilizza come residenza privata. Ma l’entusiasmo travolgente dei partecipanti e la voglia di fotografare ogni cosa, ha suscitato impazienza nel suo padron di casa facendo concludere la visita in maniera repentina. Forse avvisandolo per tempo, si sarebbe potuto trovare una maggiore considerazione e comprensione.

 

 

     

 

La stazione di Carinola come si presenta oggi (foto G. Fiorentino).

 

Rientrati al palazzo Novelli, abbiamo trovato ad attenderci un ricco buffet offerto dall’Amministrazione Comunale dove c’era ogni ben di Dio con particolare attenzione ai prodotti del territorio tra mozzarella, affettati, ulive ed un vino che non ha avuto alcun effetto indesiderato su coloro che come me, lo hanno degustato in abbondanza. Quindi dopo il gustoso intervallo, una graziosa quanto esperta guida ci ha condotti in visita alle numerose sale del Palazzo fino ad arrivare alla riscoperta terrazza con affaccio sul paese e vista sul Duomo dei Santi Martino e Bernardo, patroni locali.

Qui tra abbracci e strette di mano si è chiusa la manifestazione che ho trovato di estremo coinvolgimento. Un ringraziamento ed apprezzamento sentiti al GAFA ed ai suoi soci per il lavoro organizzativo; al Comune di Carinola per averla consentita e per il buon buffet che ha voluto offrire.

Un arrivederci al 2011? Una proposta che giro al GAFA suggerendo, com’è intuibile, un inedito soggetto che di certo saprà svolgere nel migliore dei modi. 

 

 

La storia della Ferrovia degli "Aurunci"

di Rosario Serafino

Nata per velocizzare i collegamenti militari con la fortezza di Gaeta, la "ferrovia degli Aurunci" venne inaugurata il 3 maggio 1892 con un convoglio per le autorità, mentre il servizio regolare iniziò il giorno successivo con tre corse giornaliere sotto la gestione della Rete Mediterranea. La linea aveva origine da Sparanise, stazione ubicata sulla Roma – Napoli via Cassino, allora unico collegamento fra Lazio e Campania, e lungo i suoi 59 km aveva fermate a Maiorisi, Carinola, Cascano (la più alta della linea a 202 metri slm), Sessa Aurunca, Cellole-Fasani, Santi Cosma e Damiano-Castelforte-Suio, Minturno-Scauri, Formia e Gaeta. Imponenti furono alcune delle opere realizzate quali il grandioso Viadotto del Pontone (detto anche "i 25 Ponti") fra Formia e Gaeta, costituito da 25 arcate da 12 metri ciascuna.  La trazione fu ovviamente a vapore con locomotive del gruppo 600. Nel 1897 la zona ove sorgeva la stazione di Gaeta divenne parte del nuovo comune di Elena: pertanto la stazione capolinea assunse il nome di Gaeta-Elena che mantenne fino al 1927. Il 1° luglio del 1905 la gestione della linea passò alle Ferrovie dello Stato.

 

 

Il piazzale della vecchia stazione di Sparanise ed il ponte sul Savone (coll. V. Simonetti).

Evento fondamentale per la linea fu la costruzione della nuova direttissima fra Napoli e Roma via Formia, inaugurata del tutto il 28 ottobre 1927: Formia divenne sede di intersezione fra le due linee, dividendo di fatto la Sparanise-Gaeta in due tronconi: la Formia-Gaeta, con collegamenti rapidi e frequenti, e la Formia-Sparanise, collegamento locale di minore importanza. Fino al 22 maggio 1932, tra Formia e Minturno-Scauri, continuò ad essere utilizzato dai convogli per Sparanise il vecchio binario, accanto ai due della direttissima.

Nel 1936 la trazione a vapore venne sostituita, almeno per il servizio passeggeri, da moderne littorine diesel ALn56 Fiat: il servizio venne velocizzato tanto che sulla Formia-Gaeta erano presenti dalle 12 alle 16 coppie giornaliere per una percorrenza di 9 minuti, mentre sulla Formia-Sparanise erano presenti 5 coppie giornaliere con una percorrenza media di 70 minuti.

Con l'inizio della seconda guerra mondiale il servizio venne nuovamente affidato alla trazione a vapore con corse sempre meno frequenti. Ma l'inasprirsi del conflitto comportò ingenti danni sulle due linee. La Formia-Sparanise sospese il proprio servizio il 17 maggio 1944 in quanto smantellata dai Tedeschi. Anche la Formia-Gaeta venne pesantemente danneggiata dai Tedeschi per arginare eventuali sbarchi: vennero distrutte entrambe le stazioni e ben 21 delle 25 arcate del grande viadotto del Pontone.

 

Ingresso laterale della stazione di Formia (coll. A. Gamboni).

Dopo la guerra la Formia-Sparanise venne ricostruita solo in parte: abolito il vecchio tracciato tra Minturno-Scauri e Cellole-Fasani, i convogli utilizzavano la direttissima fino al nuovo impianto di Bivio Cellole (al km. 149,567 da Roma), costruito dagli alleati che ad esso diedero scherzosamente il nome di "Santa Fè", da cui si staccava un nuovo tronco che si congiungeva al vecchio tracciato nei pressi della stazione di Sessa Aurunca Superiore. La percorrenza diminuì ed il servizio, ripreso l'8 maggio 1949, veniva compiuto a spola da un'unica automotrice diesel ALn56 Breda: le corse giornaliere erano 4 per una percorrenza media di 60 minuti circa e si attestavano sul quinto binario passante di Formia. L'esercizio era a Dirigenza Unica. Nel periodo estivo era spesso aggiunta una corsa per i bagnanti, al mattino da Sparanise ed al tardo pomeriggio da Formia. Il 31 luglio del 1949 venne inaugurata anche la nuova stazione di Formia.

Sulla Formia-Gaeta, invece, il servizio riprese dal 1° gennaio 1954 con 12 coppie giornaliere effettuate a spola sempre da una ALn56 Breda con una percorrenza di 9 minuti. Il servizio si attestava sull'apposito primo binario tronco di Formia, dotato anche di apposito rifornitore. La stazione di Gaeta venne anch'essa ricostruita totalmente all'estremità del piazzale ove era presente la preesistente stazione. L'esercizio era a Dirigenza Unica. Non di rado corse straordinarie venivano effettuate soprattutto nel periodo estivo per far fronte alle richieste dei bagnanti: venne pertanto utilizzata anche una Aln668 1400. Considerevole fu il traffico merci utilizzato da un paio di industrie della zona, fra cui una raffineria e la vetreria dell'AVIR  posta alle spalle della stazione di Gaeta e raccordata direttamente alla linea. Per i servizi merci venne inizialmente utilizzato un curioso locomotore diesel del gruppo 356, costruito in soli 4 esemplari recuperando altro materiale e destinato inizialmente alle ferrovie africane.

Nel febbraio 1957 avvenne uno spettacolare incidente, fortunatamente senza vittime: l'ALn56 in servizio fra Formia e Gaeta deragliò a causa di un cartellone pubblicitario finito sui binari. Il convoglio rimase in bilico sul Viadotto Pontone e si rese necessario l'intervento di una gru per riportare l'automotrice sul binario. Alcuni anni dopo avvenne l'altro incidente che si conta su questa linea, anche questo senza vittime: l'automotrice in arrivo a Formia non riuscì a frenare per tempo finendo contro il fabbricato della stazione.

Con l'avvento della motorizzazione su strada, la Formia-Sparanise si ridusse ad un "ramo secco": nel 1956 a Carinola erano stati venduti mediamente 28 biglietti al giorno, a Sessa Aurunca Superiore appena 27. Anche il servizio merci, fornito nelle sole stazioni di Carinola e Sessa stentava a decollare: dalla stazione di Carinola nel 1956 erano partiti 99 carri merci di cui appena 8 di derrate, mentre da Sessa erano partiti solo 70 carri (di cui solo 3 di derrate). Fu così che il 23 marzo 1957, dopo solo sette anni dalla sua ricostruzione, la linea venne chiusa ed autosostituita. Nel luglio 1958 la linea venne ufficialmente soppressa e smantellata.

Il 24 settembre 1966 anche il servizio passeggeri sulla Formia-Gaeta venne improvvisamente sospeso ed affidato ad autobus sostitutivi. La situazione colse di sorpresa la stessa cittadinanza di Gaeta e gli enti locali la cui protesta rimase inascoltata. Gli autobus portarono ad una dilatazione dei tempi di percorrenza: sulla carta la distanza fra Formia e Gaeta era (ed è tuttora) percorsa dai bus in 13 minuti, ma soprattutto d'estate i minuti diventano anche 60 e più, contro i 9 minuti che impiegava il treno. La linea restò comunque in funzione in regime di raccordo per consentire l'inoltro delle tradotte merci. Il servizio era affidato a locomotive diesel del gruppo 245 o più frequentemente dalle Ne120 poi diventate D.143. Con la chiusura della vetreria di Gaeta, dal 1° aprile 1981, anche il servizio merci è stato sospeso, anche se la linea non è stata mai chiusa ufficialmente.

 

 

 

 

VECCHIA STAZIONE

 

di Antonio Zannini

La vecchia stazione di Sparanise (coll. G. Fiorentino).

 

Vecchia stazione, d’un tempo passato,

ricco di sogni, illusioni, speranze;

partenze di splendidi amori,

che il cuore seguiva smarrito,

timoroso di mancati ritorni.

 Quante partenze

per ogni evenienza!

Partenze di studi e lavori,

d’affari, di svaghi, d’amori,

inseguiti per anni nel cuore.

Tanti partimmo

alla volta del mondo,

per guerre perdute,

per terre lontane.

Tornammo sconfitti e delusi,

col cuore non più speranzoso.

Trovammo la casa distrutta,

il ponte, la strada, la vecchia stazione.

La terra bruciata

da fuoco di guerra.

Tutto perdemmo.

 

Cademmo per strada,

dovemmo rialzarci.

E corremmo di nuovo

verso un mondo diverso

più libero e giusto,

più umano e più bello.

E costruimmo la casa,

il ponte, la strada.

Dissodammo la terra.

Rendemmo il paese

più ricco e più bello.

E il cuore tornò speranzoso.

E sperammo tornasse

la vecchia stazione,

con treni fumanti

per colli e per piani,

portando lontano

due cuori ed un amore,

di tempi felici,

di giovane etade.

 

 

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