Testo e foto di Sergio Luciano

 

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La costruzione di un modello ferroviario realmente funzionante a vapore (vapore vivo) è sempre un’impresa che appassiona ed una sfida per misurare le proprie capacità; specie poi se non si utilizzano parti precostruite reperibili in commercio, come avviene nella maggior parte dei casi.

Avendo scelto di realizzare una locomotiva alquanto singolare, la Bayard, prima di iniziarne la costruzione, sono andato al Museo Ferroviario di Pietrarsa (Napoli), luogo dove è custodita la replica realizzata  nel 1839 in occasione del centenario delle Ferrovie Italiane, e, a seguito di un permesso speciale, ho rilevato le dimensioni dei meccanismi della distribuzione, la trasmissione ed il sistema idraulico delle due pompe di alimentazione, tutti particolari non visibili nei disegni della Bayard già in mio possesso. Rientrato a Cuneo, dopo un accurato studio, ho disegnato i biellismi in scala 7" 1/4 ed ho costruito un simulatore della distribuzione a "Pied de biche" per controllarne l'esatta funzionalità.

     

Il simulatore della distribuzione ed alcune ruote in fase di lavorazione.

     

La caldaia inizia a prendere la sua forma.

     

L'apertura del coperchio della camera a fumo per visionare il fascio dei tubi.

Ci son voluti quattro anni per costruire il treno completo composto da locomotiva, tender ed un carro di servizio.

I materiali adoperati per la costruzione sono: acciaio inox per la caldaia (14 tubi di fumo, griglia forno 1dm quadrato), acciaio e legno per il telaio portante, rame e ottone per i sistemi idraulici, bronzo, ghisa e acciaio per le ruote e assali. Tutti i pezzi, comprese le viterie, sono stati costruiti da me tranne il vetrino del livello d’acqua ed il manometro, proveniente da un estintore ed opportunamente modificato per adattarlo alla caldaia. La pressione di esercizio oscilla da un minimo di 3-4 atm. ad un massimo di 8 atm., e per aumentare la sicurezza, le pareti del generatore sono state maggiorate (nello spessore) e ”tirantate”, proprio come in una vera caldaia. Per mandare questa in pressione a 5-7 atm ci si impiega da ½ ora a 40 minuti; l’accensione inizialmente viene aiutata da un piccolo aspiratore posto in cima al camino. In questa prima fase si utilizza legno non resinoso quale pioppo o faggio (per non intasare il fascio tubiero), poi si passa al carbone di legna e infine all’antracite che ha un ottimo potere calorifico. Internamente al forno si raggiunge una temperatura di 800-900 gradi. Per le ruote sono stati costruiti prima i modelli in legno che sono serviti per le successive fusioni in bronzo per le quattro ruote portanti (con bordino in acciaio) ed in ghisa per le due ruote motrici.

      

      

Quattro viste della macchina: si noti la perfezione dell'esecuzione delle diverse parti.

La locomotiva misura 75 cm di lunghezza per 25 cm di larghezza e con un’altezza di 55 cm, fumaiolo compreso; il tutto per un peso complessivo di 60 kg. Lo scartamento è 184 mm e la velocità di marcia dipende molto dalla qualità del binario; se è ben livellato si potrebbe correre anche a più di 15 km/h che, moltiplicando per 8 (1/8 scala del modello), risulterebbe una velocità doppia del originale 120 km/h. Il carro di provvisione o tender, le cui dimensioni sono 45 cm di lunghezza per 25 cm di larghezza, è a due assi con ruote in acciaio forgiato ed il freno di stazionamento con ceppi in legno, mentre il telaio portante è in legno e acciaio con la cassa d’acqua totalmente realizzata in lamiera di ottone completamente rivettata a mano con rivetti in rame. Essa ha una capacità di 5 litri e può contenere 2-3 kg di carbone. Infine si è reso necessario costruire un carro di servizio per alloggiare il macchinista e tre persone adulte per un peso massimo di circa 200-250 kg. Tale carro è a due assi con ruote fuse in ghisa ed è munito di freni a ceppi azionabile manualmente sulle quattro ruote. Su esso sono state sistemate delle pedane laterali per i passeggeri e vi trova posto anche un serbatoio d’acqua da 15 litri, acqua che può essere travasata tramite due pompe nel tender o, in casi particolari, essere immessa direttamente in caldaia. La lunghezza totale del convoglio è di circa 2,5 metri. La mia Bayard in 600 km ha bruciato circa 100 kg di antracite e consumato oltre 900 litri di acqua.

 

Le foto del collaudo sono state scattate a Casarile di Binasco (Mi)

nei due giorni 22-23 maggio 2010, in occasione del raduno nell'Azienda Agrituristica Rosmarì Vallino.

La piccola Bayard ritratta all'uscita del deposito "San Rocco, pronta per il collaudo.

Sergio Luciano, con il foulard rosso, colloquia con il titolare dell'Agriturismo.

Fatti i rifornimenti, si provvede all'accensione della macchina.

Verificato il tutto, la piccola Bayard è pronta per iniziare la sua avventura.

Sergio Luciano, nelle vesti di un moderno John Pattison,

il meccanico inglese che collaudò la Bayard nel 1839.

In arrivo alla stazione su binario a doppio scartamento.

 
 

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