Il carro Vg 804.107 F.S.

per visita gallerie

 

 

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di Alfredo Falcone

 

IL “CHIODO FISSO”

 

Quel trabiccolo usato decenni addietro perla visita delle gallerie, classificato “Vg” e raffigurato in una tavola dell’ “Album dei carri di servizio FS” ediz. 1960, per me che provo particolare attrazione per i rotabili “strani”, era ormai divenuto un ... chiodo fisso. Ben da una quindicina d’anni aspettavo, infatti, che mi capitasse di vedere in fotografia questo singolare carro per riprodurlo in scala poi, fatti i ... capelli bianchi, mi sono infine deciso a realizzare il modello sulla base del solo disegno FS.

 

 

Un carrellino per visita gallerie ripreso nel 1984 nella stazione di Francavilla di Sicilia (foto A. Falcone).

IL CARRO Vg

 

II carro Vg dunque serviva per il rilievo della posizione di eventuali sporgenze presenti sulle pareti o sotto la volta di una galleria le quali potessero, in qualche modo, ostacolare il passaggio del treno. Esso si componeva essenzialmente di tre parti: un pianale, un’incastellatura costruita con travi di legno e una sagoma limite, fissata verticalmente all’incastellatura stessa, anch’essa in legno. Come ricorda un anziano ferroviere che ha avuto modo di vedere uno di questi veicoli, il carro non era dotato di sistema frenante inoltre la sagoma limite presentava sul bordo esterno una serie di lame metalliche appuntite e lunghe una trentina di centimetri le quali, durante la lenta marcia del convoglio in galleria, urtando, si flettevano segnalando in tal modo agli addetti ai lavori la presenza dell’ostacolo. Come risulta dalla tavola di cui sopra, di questo tipo di carro furono realizzati cinque esemplari, numerati 804.107- 804.111, quattro dei quali ancora esistenti nel 1960. Come si può notare, le quote relative alla lunghezza e all’interasse sono variabili il che fa pensare che nella costruzione di questi rotabili si sia fatto ricorso a telai di vecchi rotabili, di vario tipo e misura, disponibili in deposito.

 

 

INTERPRETAZIONE

 

Come il lettore può constatare non è che il disegno del carro sia molto chiaro, così ho cercato di interpretarlo con l’aiuto dell’amico Carlo Abboccato. Il modello che è venuto fuori a me ... piace, non fosse altro che per ovvi motivi di paternità tuttavia esso, date le premesse, non ha alcuna pretesa di rappresentare una fedele riproduzione del prototipo. Ciò nonostante ne propongo la costruzione su queste pagine con la speranza che qualche modellista più bravo e più documentato di me sia sollecitato a realizzare a sua volta questo simpatico rotabile in versione più aderente alla realtà.

 

 

Il disegno del carro Vg nell'interpretazione di Carlo Abboccato.

 

COSTRUZIONE

 

- pianale. Lo ho ottenuto accorciando, mediante tagli, il telaio di un carro chiuso Rivarossi ma si può anche utilizzare il telaio di qualsiasi veicolo, fuori uso, a due assi e di qualsiasi marca. Il rispetto delle misure della lunghezza e dell’interasse, grazie anche alla possibilità di sovrapporre le parti al disegno, non dovrebbe costituire un problema per il modellista. Eliminati i ceppi dei freni per il motivo prima accennato, ho asportato pari pari, tagliandoli alla base con la lama a scalpello di un coltello X-Acto, i respingenti e li ho sostituiti con altri di tipo più antico, quelli, cioè, con le molle scoperte reperibili nella vasta gamma di pezzi aggiuntivi in commercio. Inoltre, considerando che il carro Vg non deve essere intercalato ad altri rotabili e gli è pertanto sufficiente un solo gancio modellistico, ho applicato sulla traversa anteriore (quella cioè dalla parte della sagoma limite) un gancio realistico RR migliorando così l’aspetto estetico del modello in costruzione.

 

- incastellatura. È costituita dalle parti riprodotte nella allegata tabella, parti realizzate tutte con listelli di legno acquistati presso un negozio di modellismo navale. Questi listelli meritano considerazione: essi infatti possono riuscire di grande utilità nelle costruzioni fermodellistiche in quanto sono disponibili di varie dimensioni e poi hanno il pregio di costar poco. Io ne ho trovati addirittura in... scala 1:84 cosicché la sovrapposizione cui accennavo innanzi è risultata oltremodo agevole. Ed ecco, in successione, le varie parti da costruire: prima un telaietto (fig. A) realizzato con listelli da mm 7x1 e da mm 3x1 da fissare con collante direttamente sul pianale tenendo naturalmente d’occhio il disegno; poi due piattaforme delle quali una (fig. B) di mm 42x33 e l’altra (fig. C) di mm 45x34 fatte entrambe con listelli da mm 3x1: la prima piattaforma fig. B è da incollare sul telaietto (fig. A) sempre sovrapponendo le parti al disegno per il loro giusto posizionamento. Realizziamo ora due “transenne” (fig. D) utilizzando listelli da mm 3x1 e da mm 2x1.

 

 

Queste due “transenne” le cui dimensioni sono ricavabili direttamente dal disegno, verranno infilate per i sostegni in quattro fori praticati, con un trapanetto a pila, nella piattaforma maggiore “C” dopo aver attentamente consultato il disegno per evitare guai. Poggiamo ora il palchetto così ottenuto con tutta la piattaforma “C” sul pianale come nella foto. Se piattaforma e “transenne” saranno perpendicolari fra loro e se l’assetto e il posizionamento saranno giusti potremo pure incollarle. A questo punto è necessario un chiarimento: il palchetto, come si è detto, deve essere fissato alla piattaforma “C” ma i suoi sostegni NON devono essere ancora incollati sulla piattaforma “B” perché altrimenti una volta solidale al pianale sarà poi quasi impossibile completarlo. Ultimiamo ora il palchetto. Colleghiamo pertanto con due traverse in listello da mm 1,5x1,5 le due “transenne”, quindi provvediamo a rinforzare la struttura con due listelli da mm 1,5x1 disposti a croce di S. Andrea ed incollati ciascuno sulla faccia interna di una ‘‘transenna”.

Queste assi nel disegno sembrerebbero trapassare da parte a parte la piattaforma “C” con le loro estremità inferiori, pertanto praticheremo altri due forellini su quest’ultima. Ancora con listelli da mm. 3x1 di opportuna lunghezza, incollati sotto le traverse inferiori delle “transenne” realizzeremo il pavimento del palchetto. Non restano ora che le scalette: quella posta sulla parte posteriore del carro la realizzeremo con alcuni pezzettini di listello da mm 3x1, quella che porta sul palchetto la ricaveremo da un pezzetto di staccionata di plastica in scala N del tipo cioè con cui vengono recintati i giardini sui plastici. A questo punto possiamo finalmente fissare il palchetto sul pianale e passare alla costruzione della sagoma limite.

 

- sagoma limite. Dopo aver tentato invano di realizzarla con listelli di legno, ho finito per farla in profilato di ottone a T da 2 mm sagomandola con la pinza. Anche in questa occasione mi sono giovato della sovrapposizione, tuttavia ho ritenuto di maggiorare la sagoma di mm 2 in larghezza e di mm 6 in altezza: ciò per il solito “compromesso modellistico” cui si deve ricorrere quando si utilizza del materiale (nel nostro caso il pianale Rivarossi un pochino più alto di quanto dovrebbe essere) in scala diversa da quella del costruendo modello. Una volta modellatala, nell’intento di renderla più realistica, con collante rapido ho poi incollato dei pezzettini di listello da mm 2x1 sulla faccia anteriore della sagoma, vale a dire quella liscia. Infine da sottile foglietto di rame ho ritagliato una serie di lamelle appuntite che ho fissato, sempre con collante rapido, lungo tutto il bordo posteriore esterno del profilato.

Come si presenta il modellino a lavorazione ultimata.

Articolo tratto da ClamFerrovia n. 37, anno IX, dicembre 1988

 

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