Testo e foto di Antonio Gamboni

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Siamo nella Napoli del 1910; è il pomeriggio della prima domenica di settembre e la “gente bene” affolla quel tratto di via Caracciolo che porta a Mergellina. Sullo sfondo si erge maestosa la sagoma di un fumante Vesuvio color violaceo e, proteso verso il mare, si staglia il Castel dell’Ovo di virgiliana memoria.

Nel frattempo, è partito da Mergellina un Omnibus diretto al Largo Carità. Questi veicoli, trainati da cavalli, non effettuavano vere fermate ma, all’occorrenza, rallentavano semplicemente la corsa per far salire “al volo” i passeggeri, gentil sesso compreso. Cocchiere e bigliettaio erano durante la stagione estiva candidamente vestiti ed il primo, per segno distintivo, portava una fascia rossa sul braccio sinistro.

Il diorama "La passeggiata in via Caracciolo" realizzato dall'autore per la collezione "D. Gaudino".

Degna di nota è la carrozza del Marchese Mario d’Alessandro di Civitanova, classe 1883. Egli era conosciuto a Napoli come “il marchese delle carrozze” a causa della sua splendida collezione, appunto di carrozze, poi donata al Museo Pignatelli della città. Da qualche anno cominciano a circolare le prime automobili come quella alla cui guida è il poeta napoletano Libero Bovio, coetaneo del marchese e noto per i versi di tante canzoni di successo come “Tarantella Luciana” e “Guapparia”. Come detto, siamo nel primo decennio del XX secolo e lo “status” femminile sta cambiando. Infatti la donna va in bici e trotta, al pari degli uomini, nel cavalcatoio di via Caracciolo. Intanto si fa sera, la luna splende alta nel cielo e le luci della funicolare del Vesuvio, inaugurata nel 1880 e resa famosa dalle note di “Funiculì-Funiculà”, ne fanno individuare il percorso anche da lontano.

E come ogni sera, la Società del Gas invia per la città il suo esercito di lampionai per accendere quei lumi a gas ancora non sostituiti dalle lampade elettriche. Il “filo di perle di via Caracciolo”, così erano chiamati gli storici lampioni, resterà attivo fino al 1935, anno in cui scomparve l’ultimo di essi, quello di piazza Vittoria.

Vista notturna del diorama con lampioni a gas e luci alle vetture.

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