Siamo nella Napoli del 1910; è il
pomeriggio della prima domenica di settembre e
la “gente bene” affolla quel tratto di via
Caracciolo che porta a Mergellina. Sullo sfondo
si erge maestosa la sagoma di un fumante Vesuvio
color violaceo e, proteso verso il mare, si
staglia il Castel dell’Ovo di virgiliana
memoria. Nel frattempo, è
partito da Mergellina un Omnibus diretto al
Largo Carità. Questi veicoli, trainati da
cavalli, non effettuavano vere fermate ma,
all’occorrenza, rallentavano semplicemente la
corsa per far salire “al volo” i passeggeri,
gentil sesso compreso. Cocchiere e bigliettaio
erano durante la stagione estiva candidamente
vestiti ed il primo, per segno distintivo,
portava una fascia rossa sul braccio sinistro.

Il diorama "La passeggiata in via Caracciolo"
realizzato dall'autore per la collezione "D.
Gaudino". Degna di nota è la carrozza del Marchese Mario
d’Alessandro di Civitanova, classe 1883. Egli
era conosciuto a Napoli come “il marchese delle
carrozze” a causa della sua splendida
collezione, appunto di carrozze, poi donata al
Museo Pignatelli della città. Da qualche anno
cominciano a circolare le prime automobili come
quella alla cui guida è il poeta napoletano
Libero Bovio, coetaneo del marchese e noto per i
versi di tante canzoni di successo come
“Tarantella Luciana” e “Guapparia”. Come detto,
siamo nel primo decennio del XX secolo e lo
“status” femminile sta cambiando. Infatti la
donna va in bici e trotta, al pari degli uomini,
nel cavalcatoio di via Caracciolo. Intanto si fa
sera, la luna splende alta nel cielo e le luci
della funicolare del Vesuvio, inaugurata nel
1880 e resa famosa dalle note di “Funiculì-Funiculà”,
ne fanno individuare il percorso anche da
lontano. E come ogni sera, la Società del Gas
invia per la città il suo esercito di lampionai
per accendere quei lumi a gas ancora non
sostituiti dalle lampade elettriche. Il “filo di
perle di via Caracciolo”, così erano chiamati
gli storici lampioni, resterà attivo fino al
1935, anno in cui scomparve l’ultimo di essi,
quello di piazza Vittoria.
Vista notturna del diorama con lampioni a
gas e luci alle vetture. |