Testo e foto di Carlo Costamagna

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I trasformatori prodotti a Milano nella fabbrica dell’ing. Enzo Manzini rappresentano un genere di eccellenza nel campo degli accessori per il fermodellismo nazionale fiorito a partire dal secondo dopoguerra. Del resto l’intera produzione di accessori FEM era di qualità superiore sia in ordine ai materiali impiegati quanto per l’aspetto estetico che per la funzionalità.

Nel catalogo FEM i trasformatori costituiscono una parte significativa della vasta gamma degli accessori tipicamente elettrici: pulsantiere, interruttori, scatole di derivazione, raddrizzatori, sezionatori, interruttori termici, elettromagneti, ecc.. Tutti questi materiali trovavano ampia applicazione sia negli impianti della scala "0", all’epoca ancora diffusissima, che in quelli in "H0".

I trasformatori FEM si dividevano in due tipologie: la prima specificatamente prevista per l’alimentazione dei convogli e la seconda di utilità generale. Quelli per gli impianti, più sofisticati, erano veri e propri quadri di comando con potenze variabili tra i 30 e i 75 W (o meglio V.A. .. concetto simile ma non identico); gli altri, invece, erano molto più spartani, privi di cassa e dotati solo di accessori essenziali in quanto destinati ad alimentare impianti che richiedevano voltaggi fissi, quali l'illuminazione o altri elementi indipendenti dalla ferrovia.

Poiché all’epoca il voltaggio dell'alimentazione domestica variava da zona a zona, tutti i tipi erano dotati immancabilmente di selettore per il primario (125 V, 160 V, 220 V ecc...); il voltaggio domestico uniformato a 220 V è cosa relativamente recente. I trasformatori di utilità prevedevano una variabile serie di uscite secondarie comprese tra 4 e 24 V. I quadri di comando invece, inizialmente solo in C/A, avevano uscite secondarie per il treno, variabili dalla manopola, da 8 a 20 V, ma anche oltre.

La varietà di queste casistiche non permette affermazioni assolute; del resto, come anche specificato nei cataloghi, era possibile richiedere quadri di comando personalizzati, cosa che credo avvenisse di frequente. Questi erano immancabilmente dotati di pulsante per attivare i relais di inversione mediante immissione di corrente survoltata: una “botta” da 30 e anche 40 V! Altro particolare sempre presente era il pulsante di STOP per emergenze. Stranamente questi quadri, così avanzati per molti versi, erano sempre sprovvisti di disgiunzione termica per sovraccarichi… ma forse vista le dimensioni e la portata dei materiali, non avevano niente da temere. Negli anni ’60, con l’affermarsi impianti in C/C, anche i quadri FEM si adeguano e la gamma si implementa di trasformatori provvisti di raddrizzatore a piastre all’ossido di selenio. Un’ultima considerazione la riservo ai costi: negli anni ’50 un quadro da 75 VA e 2 linee poteva costare oltre 40.000 lire … spesa accessibile solo a pochissimi.

         

C/A 50 VA. 1 linea, Stop, Inversione, spia luminosa, cavo in gomma flessibile (ancora oggi perfettamente elastico!).

Scatola in lamiera spessa a vernice corrugata, dimensioni:19 x 16 x 13.

A destra, vista con sportello aperto con uscite per scambi, luci e binario.  

       

C/A 30 VA. Simile al precedente ma con diversa disposizione degli elementi e senza sportello, dimensioni: 20 x 18 x 12.  

   

C/A 75 VA. 2 linee, stop, inversione, dimensioni: 25 x 23 x 13.      

       

Notare l’interruttore di accensione generale del quadro e il cambio tensioni del primario.     

                    

Notare l’interruttore di accensione generale del quadro e il cambio tensioni del primario.     

         

C/C 50 VA. 2 linee, stop, inversione con interessanti leve con posizione di stallo, dimensioni 19 x 18 x 11.    

        

C/C 6 VA. 1 linea, inversione e regolatore di velocità a leva, dimensioni: 11 x 11 x 7,5.    

Selettore del primario di nuova generazione con manopola rotante.    

C/A 30 VA. Multiuso: provalampadine, voltaggi secondari da 4 a 19 volt con selettore,  

dimensioni: 11 x 16 x 3 (la base) x 12 (il corpo).  

 

Comparazione: quello verde è un rarissimo trasformatore primordiale CONTI-CO.MO.G.E. da 50watt (il più grosso della serie  

a linea singola) anni ‘46/’50, di fianco un trasformatore LIMA inizio anni ‘60 in CC. Tre livelli che non hanno bisogno di commenti.

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