Testo e foto di Maurizio Falco

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Ho realizzato questo diorama in previsione di una Mostra/Conferenza che si sarebbe dovuta tenere alla Circoscrizione Stella-S. Carlo all’Arena, Municipalità presso la quale risiedo. Vi avrebbe dovuto partecipare il Clamfer, come attore principale in quanto nelle sue fila si annoverano autentici esperti e cultori di storia in materia di trasporti pubblici, in particolare della città di Napoli. La giunta circoscrizionale era fortemente interessata all’evento in quanto promotrice di un progetto volto a riqualificare e valorizzare il deposito del Garittone. Esso è desolatamente chiuso e inattivo da qualche anno per decisione dell’Anm, azienda trasporti pubblici napoletani. Purtroppo sono notori i tempi della politica che congela e scongela a proprio uso e consumo. Questa Mostra che avrebbe dovuto tenersi nella magnifica cornice del Museo di Capodimonte, per il momento non si è realizzata. Intanto il mio incarico di costruire il modello dello storico deposito, era già compiuto in gran parte. Pur se un po’ rammaricato per la mancata occasione, ho comunque portato a termine quanto mi era stato chiesto dalla Circoscrizione.

Questo modello rappresenta solo la facciata e l’ingresso del deposito tramviario del Garittone. Esso, come molti sapranno, era adibito al ricovero ed alla manutenzione dei tram che collegavano Napoli con i comuni del nord. Era un insieme di capannoni, varie officine e uffici, unitamente ad una centrale elettrica, con un ragguardevole sviluppo interno di binari.  

Esterno del Deposito del Garittone allo stato di origine.

Come si vede, esso si trova esattamente al bivio che separa la strada per Miano (a destra)

e quella che conduce verso san Rocco, Marianella e Chiaiano.

(coll. A. Cozzolino)

Il rapporto di riduzione è in scala 1:87 (che corrisponde alla norma H0 dei protocolli modellistici). Se avessi voluto riprodurlo interamente nella sua complessità, non sarebbero bastati circa 2 metri di lunghezza.

Esso è ambientato ai primi anni ‘10 del ‘900, quando le tramvie di Capodimonte dal capolinea tronco di S. Teresa (angolo Museo) salivano per il Corso Amedeo di Savoia fino al Tondo di Capodimonte e quindi con un “regresso” (v. riquadro) - da lì il toponimo della zona - cioè una inversione di marcia all’altezza di Porta Grande, percorrevano via Miano per raggiungere i comuni a Nord di Napoli, Miano, Piscinola, Secondigliano. Giunti al bivio del Garittone, la linea tranviaria si divideva in 2 (s’immagini una Y) proseguendo a sinistra per l’odierna via Emilio Scaglione, giungeva a San Rocco, Chiaiano, Marano e infine capolinea a Giugliano. Mentre il lato destro proseguiva verso Miano.

Il manovratore della motrice n. 12 in sosta a San Rocco per una foto ricordo.

Purtroppo ha dimenticato di orientare il trolley nella direzione di marcia.

(coll. G. Fiorentino)

Ho realizzato questo diorama basandomi esclusivamente sulle fotografie ed informazioni tratte dal libro di Antonio Gamboni e Andrea Cozzolino “I tram di Capodimonte” ovviamente con qualche libera interpretazione costruttiva. I tram a due assi bidirezionali con terrazzino hanno circolato sino agli anni ‘20. Poi sono stati dotati di cabine del conducente chiuse per migliorarne il confort. Il deposito del Garittone negli anni ‘60 del ‘900 è stato completamente rifatto allo stato attuale e naturalmente ha cambiato destinazione; non più tram, ma autobus e filobus. Ovviamente ciò è avvenuto in concomitanza con la dismissione di gran parte della rete tramviaria cittadina.    

 

 

Qualche nota costruttiva

Il pannello di base misura cm 80 x cm 50 ed è stato realizzato con vari materiali, legno, cartoncino e forex. Il muro di contenimento del bosco dalle foto in mio possesso all’epoca dell’ambientazione (anni ‘10 del ‘900) appariva intonacato e non come attualmente con i mattoni di tufo a vista. Presumo che all’epoca le strade non fossero asfaltate e così ho fatto, riproducendo il brecciolino scuro con della sabbia di opportuna pezzatura. So che fino all’anno 1925 la circolazione stradale in Italia era all’inglese, pertanto la posizione dell’autovettura raffigurata non sarebbe corretta, ma da invertire rispetto a quella del tram. I veicoli tramviari sono stati realizzati sbrigativamente in cartoncino, giusto per dare un’idea di ambientazione. Una volta avuta contezza di una collocazione definitiva e sicura, lo potremo sempre arricchire ponendovi un modello più pregiato che di certo contribuirà a rendere il contesto ancora più realistico.

Un semplice lavoretto che attualmente è stato esposto nella sede della Municipalità in via Lieti a Capodimonte e di cui sono molto soddisfatto. D’altro canto come cittadino del quartiere, capisco che l’edificio oggetto del mio modello, da simbolo di abbandono, con opportuno riutilizzo, possa divenire simbolo di rinascita. Ed io, nel mio piccolo, ho cercato di propiziare una scelta saggia degli amministratori locali che sono certo, non mancherà.

Il Deposito del Garittone visto dallalto con due Tramway,

a sinistra diretto a San Rocco ed a desra a Miano.

Vista laterale del Deposito del Garittone.

Tramway in marcia diretto a Miano.

REGRESSO

Per regresso s’intende un escamotage tecnico che può avere, come in questo caso, una duplice finalità. Nella fattispecie la vettura tramviaria in salita dal “Tondo” impossibilitata ad effettuare una manovra presso che a 180°, veniva indirizzata verso Porta Grande (quasi in prospicienza). Qui il trolley era invertito per riprendere una marcia quasi perpendicolare.

Nello stesso tempo il binario di regresso poteva avere anche funzione di “salvamento”, in caso di marcia frenata in discesa. Quanto esposto valeva sia all’andata che al ritorno.

Cartina che mostra la linea tramviaria di Capodimonte con: il Tondo, la curva di Villa Petrilli, lo scambio del regresso ed il terminale dinanzi all ingresso di Porta Grande.

(coll. A. Gamboni)

Un primo esempio spettacolare di regresso lo troviamo sul percorso del trenino del Vesuvio prima di essere distrutto dall’eruzione del 1906. Due immagini del regresso del trenino del Vesuvio necessario a superare lultimo dislivello.

 

(da C. Capocci, La Ferrovia Vesuviana Thos. Cook & Son - coll. A. Gamboni)

Altri esempi di regressi spettacolari si hanno su alcune ferrovie andine, mentre il binario di salvamento è tutt’ora in funzione sulla linea Porrettana.
 

 

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