Testo e foto di Antonio Bertagnin

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Vista panoramica del Plastico San Giuliano ubicato all’interno della sala dell’ex cinema Ariston di Firenze.

Premessa

Dallo scorso 29 maggio 2022 è possibile visitare a Firenze, il museo dedicato all’immaginario del treno denominato “H ZERO l’impresa ferroviaria in miniatura” allestito negli spazi dell’ex cinema Ariston sito in Piazza Ottaviani, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella.

H ZERO deve il proprio singolare nome alla scala 1:87, scala di riduzione più diffusa nel modellismo ferroviario, ma H ZERO non è un’impresa ferroviaria, di natura commerciale comè consuetudine intendere, ma intesa nel senso di mettere insieme le grandi idee affinché queste possano generare qualcosa di importante e di particolare valore.

La vista dall’alto del Plastico rende solo in parte l’imponenza dell’impianto. 

Il plastico prende il nome dal suo ideatore e creatore, il Marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, siciliano di origine, deceduto ad 83 anni nell’aprile del 2018, marito di Fiamma Ferragamo, stilista e imprenditrice italiana, vicepresidente dell'azienda Salvatore Ferragamo SpA.

Giuseppe di San Giuliano era grande amante della vita, cultore della bellezza ed appassionato di automobili. Nel tempo la sua passione si spostò verso i treni elettrici, che iniziò a collezionare in maniera prima casuale e poi quasi ossessiva, come è proprio di ogni collezionista. L’inizio di questa avventura risale al 1972, quando, recatosi in un negozio di giocattoli con l’intenzione di comprare un modellino d'auto, venne attratto da un treno Märklin.

Un’altra vista panoramica del Plastico con, sullo sfondo,

le immagini video proiettate lungo tutto il perimetro della sala.  

Da quel momento iniziò a concretarsi l’idea di realizzare un plastico ferroviario che, nel corso degli anni, oltre 40, è diventato sempre più grande. Infatti dalla casa di famiglia di Firenze il plastico , tra il 1975 ed il 1977, fu trasferito all’interno del fienile della dimora di campagna dove il Marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano ebbe modo di ampliare il suo progetto, che prevedeva non solo semplicisticamente di assemblare un percorso di binari ma anche di realizzare un grande scenario in cui far circolare i treni in miniatura in un panorama realistico e suggestivo.

Nel 2001, le imponenti dimensioni assunte dal Plastico costrinsero a un nuovo spostamento, questa volta in un capannone nella zona di Scandicci, nei pressi di Firenze. In questa nuova ubicazione il Plastico continuò a crescere, ed a svilupparsi, anche con il contributo entusiasta di altri appassionati coinvolti da Giuseppe di San Giuliano.

Qui l’organizzazione si raffinò e perfezionò, e il serio impegno che il progetto richiedeva, coinvolse un sempre maggiore numero di persone che da allora vi hanno lavorato costantemente e con dedizione, sempre con la supervisione ed il coordinamento di Giuseppe di San Giuliano. In questa fase il Plastico assume una notevole dimensione paesaggistica e raggiunge l’attuale dimensione di 280 metri quadrati. Giuseppe di San Giuliano, negli ultimi anni della sua vita, sviluppa un ulteriore importante idea: quella di poter cristallizzare in un museo per la città di Firenze gli oltre 40 anni di lavoro e di passione che lo emozionava nel profondo.

Nasce così il progetto di “H ZERO”, il museo dedicato all’immaginario del treno allestito negli spazi dell’ex cinema Ariston nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, per la cui realizzazione si è resa necessaria una significativa operazione di ingegnerizzazione per trasferire il Plastico dal capannone di Scandicci alla attuale sede museale nel cuore della città di Firenze.

L’atrio di ingresso all’esposizione museale

 richiama l’architettura delle gallerie vetrate delle stazioni Ottocentesche.  

Il Plastico di San Giuliano

 

Il Plastico ha una superficie complessiva di circa 280 metri quadrati ed è tra i più estesi realizzati in Europa. Ricordiamo tra questi il Plastico “Miniatur Wunderland” ad Amburgo, il Plastico “Mondo Treno” di Rablà, nei pressi di Merano ( Bolzano), il Plastico della associazione Fermodellisti Alto Vicentino di Schio (Vicenza), il Plastico della “Direttissima” Bologna Firenze del Gruppo Fermodellistico del Dopolavoro Ferroviario di Prato solo per citarne alcuni. Il Plastico si configura in quattro moduli principali collegati tra di loro secondo uno schema a pettine. L’impianto è visibile da parte dei visitatori lungo tutto il suo perimetro del “pettine” oltre che dai grandi finestroni presenti nei locali superiori alla sala “ex cinema”, locali destinati a laboratorio ed a mostre temporanee.

Veduta dall’alto dei quattro principali moduli del Plastico con indicate, in bianco, le nuove parti aggiunte dopo il trasferimento dell’impianto da Scandicci alla sede museale di Firenze.  

Il Plastico non riproduce in particolar modo una determinata ferrovia od un determinato Paese, bensì propone al visitatore una fantasmagoria di scenari ed una molteplicità di situazioni puntuali spesso sconcertanti nella loro reciproca incoerenza dando vita ad un paesaggio fantastico attraversato da una teoria di binari su cui corrono contemporaneamente decine di treni, capace di rimandare al tempo stesso all'Ampezzo, alle architetture di Berlino e alle coste dell'Isola d'Elba. Il sistema dei binari utilizzato è quello della Märklin in corrente alternata. Sono stati posati quasi 1.000 metri di binario, 147 scambi, 121 semafori ed oltre 1.000 lampioncini stradali.

Il Plastico è suddiviso in 359 tratte e la circolazione può prevedere fino a 70 treni in movimento, tramite un sistema di automazione computerizzato gestito da una “sala di controllo” non visitabile dal pubblico. Per il controllo della circolazione dei treni sono stati posati circa 2.700 metri di cavi elettrici. I treni in circolazione, seppur con qualche “licenza poetica” , rappresentano i mezzi delle ferrovie tedesche, italiane, svizzere, ecc . I modelli utilizzati sul Plastico sono delle principali case modellistiche quali Märklin, Piko, Roco, A.C.M.E., ecc .

Il modulo 1: la stazione di “Karl B.D.”

Nella stazione di “Karl B.D.” un ETR 500 fa capolino tra gli altri mezzi ferroviari delle ferrovie tedesche ed austriache.  

Nel “modulo 1” del Plastico è presente la stazione di “Karl B.D.”

di chiara impostazione tedesca, dotata di ben 10 binari passanti.

La stazione di “ Karl B.D.” è a servizio della omonima cittadina rappresentata da numerosi edifici storici.

Non può mancare il mercatino rionale!

Il sacrario militare occupa una significativa parte del “modulo 1”.

Il modulo 2: la stazione di “Hauptbanhof Sankt Julian”

La stazione centrale di San Giuliano si ispira alle architetture delle stazioni ottocentesche

con le volte vetrate, come Milano Centrale.

Veduta panoramica della stazione dal lato del fascio binari.   

Veduta panoramica della stazione centrale con la cabina di manovra scambi e la rimessa vetture.

Il deposito locomotive, dotato di binari coperti e di relativa piattaforma girevole.

Il deposito locomotive con gli impianti per il rifornimento di carbone ed acqua delle locomotive a vapore.

Una visione notturna della stazione centrale con il nuovo corpo di fabbrica

che si ispira alla Stazione Centrale di Berlino inaugurata il 26 maggio 2006.   

La cura dei dettagli è una delle caratteristiche del Plastico.

Davanti la Stazione Centrale i taxi aspettano i viaggiatori in arrivo con i loro bagagli.

Vicino alla nuova stazione centrale è riprodotta la vecchia stazione ottocentesca, diventata sede museale,

dove sostano il treno Rheingold e l’automotrice sperimentale Schienenzeppelin delle DRG Deutsche Reichsbahn Gesellschaft.  

Il modulo 3: il terminal intermodale ed il porto

Il terminal intermodale nei pressi del porto fluviale.

Veduta aerea dello scalo merci nei pressi del porto. Notare il significativo sviluppo dei binari dello scalo.

Il viadotto in muratura sul fiume che collega il terminal intermodale con lo scalo merci.

Veduta dei viadotti ferroviari nei pressi del fiume e dello scalo merci.

Notare il realismo della riproduzione dell’acqua ed i segni della botola di ispezione nei pressi dei fari.

Il modulo 4: la zona Alpina

Lo spettacolare scenario Alpino del Plastico ripreso con le luci del crepuscolo.

Altra veduta della ambientazione montuosa del Plastico.

Il fronte opposto del modulo del Plastico, di cui le precedenti due foto, rappresenta una stazione di stile italiano.

Dettaglio della stazione in stile italiano alle prime luci dell’alba.

La cura dei dettagli del Plastico di San Giuliano

La vegetazione della zona Alpina …

L’intervento dei Vigili del Fuoco …

L’orto nei pressi della linea ferroviaria …

La corsa ciclistica.

Aspetti tecnici del Plastico di San Giuliano

Al di sotto degli scenari visibili al pubblico del Plastico sono state create delle “stazioni fantasma” per ricoverare i treni e per effettuare piccoli interventi di manutenzione. Tali “stazioni fantasma” sono raggiunte mediante spirali tramite percorse dai vari convogli che percorrono il Plastico. La struttura delle spirali è visibile dai visitatori, dall’esterno del Plastico, tramite lastre di policarbonato.

                     La “stazione fantasma” controllata da telecamera.

Un convoglio TEE percorre la spirale che raggiunge la “stazione fantasma”.

Il percorso di visita del Plastico è arricchito da una coreografia poetica di luci, suoni e proiezioni ideate appositamente per enfatizzarne la resa scenica. E’ stato installato, lungo le pareti della sala del Plastico, un sistema di proiezioni che riprende i dettagli dell’impianto e li reinterpreta in chiave illustrativa, attraverso le tecniche dell’illustrazione e della motion graphic.

Le animazioni rievocano lo scorrere delle stagioni ed i diversi momenti della giornata, il tutto integrato dal sistema di illuminazione studiato per suggerire l’impressione dello scorrere del tempo attraverso il susseguirsi di diversi eventi atmosferici, dal temporale alla nevicata, dall’alba al crepuscolo.

Oltre cinquanta altoparlanti del sistema di diffusione sono pensati per creare delle precise e coinvolgenti sequenze di sonorizzazione ambientale, in completa sintonia con i movimenti dei treni del Plastico e con le video-proiezioni lungo le pareti della sala.

Il laboratorio riparazioni, la sala cinema, zona mostre temporanee

Al secondo piano del Museo sono ubicati ulteriori spazi destinati a specifiche funzioni espositive e didattiche. Particolare interesse desta agli appassionati di modellismo il laboratorio dove è possibile assistere alle operazioni di manutenzione dei modelli che circolano sul Plastico.

Il laboratorio delle riparazioni.

 

Nella sala del cinema è possibile assistere alla proiezione di alcuni filmati tra cui quello di una intervista al Marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano che racconta della sua passione per il mondo dei treni in miniatura e di come sia nata e concretizzata nel corso degli anni, l’idea del Plastico San Giuliano.

   

   Video dell’intervista  al Marchese di San Giuliano.                                         La Sala cinema. 

   

La sala per le mostre temporanee.                                      Bacheche per esposizione modelli.

Il bookshop del Museo H ZERO

Nel bookshop, oltre a diversi gadget, è possibile acquistare la Guida del Museo oltre ad alcuni modelli, una locomotiva ed un carro merci, con il logo del Museo “H ZERO”.

Modelli in scala HO con il logo del Museo H ZERO.

Il bookshop del Museo H ZERO.

Marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano

(foto da sito web)

Per chi volesse approfondire l’argomento o programmare

una visita al Museo HZERO, raggiungibile in pochi minuti di passeggiata

dalla stazione FS di Santa Maria Novella di Firenze,

segnaliamo il link del Museo:

https://www.hzero.com/

 

Il video del trasporto dei vari componenti del Plastico

da Scandicci a Firenze è visibile al seguente link: https://www.facebook.com/HZEROmuseum/videos/523043356169084

 

I video del Plastico sono visibili al seguente link: https://www.facebook.com/HZEROmuseum/videos

 

 

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