La ferrovia Baldari

 

un grande plastico a Napoli

 

 

 

 

 

Descrizione e foto di Antonio Gamboni

 

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Poco più di quattro anni orsono il napoletano Antonio Baldari iniziava la costruzione di un plastico ferroviario in scala 1:87 sfruttando uno spazio vuoto di considerevoli dimensioni sito nell'atrio degli uffici della azienda familiare. Feci la sua conoscenza attraverso internet e da allora, sono stato coinvolto nella grande impresa. L'amico Antonio, in realtà, pensava di concludere l'opera in poco tempo, e ciò poteva anche essere possibile se non si fosse prefisso delle mete molto ambiziose delle quali mi sento in parte responsabile. La sua prima idea era quella di mettere su il solito ovale con raddoppio, poi, visto che lo spazio non mancava e che il fermodellismo offriva molto di più, è partito alla grande con un progetto che prevede una stazione di testa con ben 15 binari, metropolitana, linea di montagna e linea veloce; il tutto su quattro livelli e per una estensione di cm 900 per cm 150 nel punto più largo e cm 120 in quello più stretto. Anche se al momento il plastico non è ancora ultimato, voglio proporre al gentile lettore alcuni particolari già realizzati o in fase avanzata di costruzione. L'ambientazione è tipicamente italiana con due tracciati che corrono lungo la linea tirrenica, uno secondario appenninico e l'altro principale costiero, paesaggi che non è difficile incontrare lungo la Napoli-Reggio Calabria. Dunque una ferrovia tutta meridionale per intelletto ed abilità di costruzione.

A lavori ultimati, sul grande plastico circoleranno in contemporanea ed in modo automatico ben dodici convogli, un diesel in manovra e due tram riservando all'operatore la sola immissione in linea dei convogli dalla stazione di testa ed eventuali manovre da farsi nel parco merci accanto al grande fascio di binari con sistema digitale.

Il materiale d'armamento è tutto Fleischmann con palificazione Sommerfeldt quando non altrimenti indicato; i segnali sono parte Rivarossi, parte di costruzione artigianale ed altri Fleischmann di antica fattura limitatamente a specifici impieghi. Per quanto attiene i fabbricati, eccetto alcuni Rivarossi, gli altri sono Jouef ed Auhagen parzialmente o totalmente trasformati per "italianizzarli" o realizzati artigianalmente con parti sciolte costruite da Auhagen. Molto vasto il parco rotabili che analizzeremo di volta in volta durante la descrizione delle linee. Il tipo di alimentazione è quello analogico in corrente continua 12 Volt con alcuni automatismi elettromeccanici ed altri elettronici con riserva di adoperare il digitale limitatamente alle manovre nella Stazione Centrale.

Rinviando la descrizione delle altre linee non appena saranno pronte, passo ad esporre quelle già sperimentate e funzionanti le quali partono tutte dalla grande stazione di testa progettata ma ancora da realizzare e che d'ora in poi chiameremo Stazione Centrale.

 

Il treno navetta

 

Una prima linea a semplice binario parte dal binario n. 1 della Stazione Centrale e, tenendosi sempre in rettilineo ed a quota "0", prima attraversa una piccola galleria, esce allo scoperta ed imbocca il grande traforo che passa sotto la stazione di Rutino. Su questo tratto, lungo poco più di cm 500, si muove in senso alterno una automotrice del tipo ALn 668 o similare. L'inversione agli estremi del percorso con relativa sosta è del tutto automatica ed è pilotata da un circuito elettronico che impiega un integrato NE 555. In realtà si tratta di un semplice timer che inverte la polarità alle rotaie con tempi regolabili e che sono maggiori del tempo di percorrenza della linea. La sosta gli estremi avviene con la protezione del binario tronco descritta in altra parte del Sito.

 

L'automotrice ALn 668, appena uscita dal binario N. 1 della Stazione Centrale, si dirige verso la breve galleria.

Muraglioni di contenimento e portali sono in gesso stampato ed invecchiato di provenienza francese.

 

La linea per Lagoscuro

 

La seconda linea che andiamo a descrivere è quella che ha origine ai binari N. 2 e N. 3 della Stazione Centrale e che, transitando per la fermata di Rutino, termina a Lagoscuro, posta a quota cm 24. Il percorso è interamente allo scoperto eccezion fatta per due piccolissime gallerie tra le quali trovasi Rutino. La stazioncina, che richiama per posizione quella di San Nicola Arcella e per nome la sua omonima (entrambe sulla linea Napoli-Reggio C.), è munita di un tronchino di ricovero con a lato un piccolo magazzino per le merci ed un serbatoio a cassone per l'alimentazione della colonna idrica che al tempo del vapore riforniva di acqua le locomotive. Su questa linea viaggiano due automotrici le quali, partendo una volta l'una dal binario N. 2 ed al rientro l'altra dal binario N. 3, dopo una breve sosta alla fermata di Rutino raggiungono Lagoscuro. Qui la linea termina a causa di una frana che ha interessato la galleria al momento sbarrata con tavole di legno. L'alterno movimento delle due automotrici è regolato da un dispositivo elettronico che comanda anche l'accensione dei segnali nella Stazione Centrale, in quella di Lagoscuro e nei due sensi di marcia della fermata di Rutino. Nella zona alta, intorno ad un laghetto dal quale prende nome la stazione, è stato realizzato un bel campeggio nel quale è ospitata la "Birreria del lago". Al complesso turistico si accede attraverso un antico ponte in muratura risalente all'epoca normanna. Non manca una attrezzata fattoria per la produzione dei prodotti tipici del luogo.

 

Prospettiva che mostra l'automotrice ALn 668 del treno navetta e la linea per Lagoscuro.

All'uscita della piccola galleria vi è la fermata di Rutino.

 

 

 

 

Ancora due viste della linea prima di Rutino: la cava di pietre ed il ponte in muratura a tre arcate

attraverso il quale si intravede la ALn 668 partita dal binario N. 1.

 

Panoramica di Rutino. Un locomotore diesel è pronto a manovrare per portare

sulla linea un carro carico di tavolame proveniente dalla vicina segheria.

 

 

La segheria nei pressi di Rutino ed . . . . .  una panoramica della zona di Lagoscuro con il ponte normanno.

 

 

Scorcio del fabbricato viaggiatori con passeggeri in attesa di salire sul treno per il capoluogo. Il modello della stazione, proveniente da scatola di montaggio Jouef, è stato "italianizzato" con scritte e tinteggiatura rosa salmone. La linea, a mezza costa ed a binario unico, non è elettrificata.

 

 

Panoramica della stazione di Lagoscuro.

La piccola rimessa per locomotive.

 

 

La "Birreria del Lago" affollata di gitanti.

Turisti che si godono il sole del sud.

 

La tranvia suburbana

 

Concludiamo queste brevi note con la descrizione di una linea tranviaria che, partendo dinanzi alla stazione della Metropolitana, a quota -14 cm, si arrampica fino a quota "0" per fermarsi nelle adiacenze di una grande stazione di transito. Il percorso, eccetto una piccola parte iniziale cittadina, si svolge tutto in sede propria. L'armamento è Roco senza massicciata (realizzata dove necessario con pietrisco) ed i paletti per la rete aerea Ibertren sono stati  riverniciati in verde scuro. Due segnali Fleischmann di vecchia produzione sono stati collocati alle estremità del percorso punto a punto ed uno prima dell'imbocco della galleria elicoidale che porta allo stazionamento superiore. La vettura tranviaria è una Mehanotecnica alla quale è stato sostituito il trolley con un pantografo. Il movimento è identico al treno navetta sopra descritto ed impiega un automatismo similare.

 

            

 

La vetturetta tranviaria mentre imbocca la galleria elicoidale e . . .

. . . all'arrivo nello stazionamento superiore.

 

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