testo e foto di Giuseppe Di Lorenzo

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Fin dall’età di 3 anni ho avuto la passione per i trasporti: in un primo tempo mi interessavano gli autobus e i filobus della mia città, poi, verso i 9 – 10 anni, cominciai a interessarmi anche di modellismo ferroviario.

Anche se i costi dei modelli Rivarossi erano molto alti, all’età di 10 anni mio padre mi comprò un trenino. Purtroppo i modelli più costosi, come i locomotori E 636 ed E 626, rimasero sempre nei miei sogni e mi dovevo accontentare di acquistare solo il catalogo (£ 100) e guardare le foto dei modelli.

Dal 1958 fino al 1963 ero soddisfatto di quel poco che si poteva comprare, poi per molti anni i trenini furono messi da parte.

Dobbiamo arrivare al 2001 per assistere al risveglio del mio interesse per il modellismo ferroviario, quando comprai un ETR 228. Fu l’inizio della mia collezione.

In un primo tempo essa era solo statica, solo più tardi decisi di costruire un plastico imponente nel quale doveva realizzarsi una vera ferrovia in scala.

È così che nasce Piovarolo, nome tratto dal famoso film di Totò “DESTINAZIONE PIOVAROLO”.

Nel 2003 vennero aggiunti numerosi modelli di tram, filobus e autobus, riuscendo cos ì a riprodurre il trasporto urbano d’epoca a Roma, Palermo e Messina.

Piazza del Chiarchiaro e capolinea tram.

Il primo rotabile in movimento giunse nell’estate 2003 con un solo binario elettrificato sul quale si muoveva un tram Roco a 3 casse su un tratto di circa 2 metri.

Nel 2006 fu possibile realizzare la mia idea di un grande plastico ferroviario che si sviluppa in tre stanze. La linea percorre l’intera tratta di 16 metri da punto a punto attraversando due gallerie scavate nelle pareti.

Piovarolo diventa casa museo dei trasporti, nel momento in cui vengono costruiti tutti i modelli del trasporto urbano di Palermo e alcuni di Roma e di Messina.

Piazzale interno stazione centrale.

Stazione di Boscotrecase.

Piovarolo: piazza del Gatto e stazione ferrovie provinciali.

La linea partendo da Piovarolo centrale prosegue a sinistra per porta Garibaldi. Da questa stazione si diparte una linea secondaria che porta al deposito di Borgo Inferiore e più avanti fino a Borgo Centro e Borgo Bronzino.

La linea principale prosegue da Porta Garibaldi e attraverso una galleria scavata nel muro entra nella seconda stanza dove raggiunge la stazione Piovarolo Lambrate con annesso deposito omonimo.

Da Lambrate escono altre due diramazioni: una verso sud per il deposito di Villa dei Chiarchiari e l’altra a nord per Ponte Casilino.

La linea principale invece prosegue diritto, attraversa una seconda galleria anch’essa scavata nel muro e giunge nella terza stanza in località Rocca Imperiale centrale.

L’ATR 101 in transito.

Piazza del Chiarchiaro.

Piazza della stazione centrale.

Oltre questa stazione c’è un lungo tratto rettilineo che porta a Rocca Imperiale deposito e Boscotrecase.

Tutta la linea principale è lunga 16 metri da Piovarolo C.le a Boscotrecase.

Il deposito dei locomotori elettrici si trova a Piovarolo Centrale, mentre a Borgo inferiore c’e’ un piccolo deposito locomotive a carbone e una rimessa per automotrici.

A Lambrate c’è il deposito dell’ETR 213 – ETR 228 – ATR 101 – oltre alle littorine ALb 40 e ALn 772.

Nell’impianto sono presenti 90 scambi e 4 punti di alimentazione con relativi trasformatori. L’impianto è stato costruito secondo il sistema analogico tradizionale.

Oltre al materiale rotabile delle FS sono presenti rotabili della Renfe, SNCF, SBB, DB.

Completano la collezione anche numerosi tram elettrici motorizzati.

La circolare CF percorre il centro.

Piovarolo, via dell'Impero.

A partire dall’estate 2009 ho cominciato a ristrutturare le varie zone del plastico allo scopo di migliorarle.

Così sono state eliminate le parti fatte provvisoriamente in cartoncino o, in certi casi, abbozzate grossolanamente e sostituite con strutture in legno.

Mi sono dedicato alla costruzione di questa città in miniatura sia in seguito ad una svolta della mia vita dopo un periodo complicato vissuto fra il 2001 e il 2002, ma anche perché assistendo al degrado delle nostre città italiane, ho voluto costruire una situazione ambientale esistente negli anni ’50, epoca della mia fanciullezza spensierata.

Adesso tutto questo rappresenta una parte di me stesso, più che una vera famiglia, visto che non ne ho mai avuta una formata da me.

I numerosi modelli presenti, oltre che un valore venale (in certi casi si tratta di rarità non più sul mercato) hanno soprattutto un valore affettivo.

Bivio Deposito.

Piazza E. Randazzo.

Piazza Gallo.

Viale E. Storace.

Stazione Lambrate.

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