di Antonio Gamboni

 

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"Sono nato nel 1911 a Trento. Come vede ho 64 anni, ma le assicuro che sono ancora talmente pieno di entusiasmo per il lavoro come può esserlo un giovane. Ma torniamo a noi. Giovanissimo fui spettatore e partecipe delle vicende che portarono il Trentino all'unione con l'Italia subito dopo la «grande guerra». Nel '32 venni a Torino dove lavorai come incisore, attività che oggi mi ritrovo di validissimo aiuto nella realizzazione dei modelli. Dopo la seconda guerra mondiale iniziai le mie prime costruzioni, partendo da un serbatoio d'acqua di stazione ed altri accessori per plastici, fino ai carri merce ..."

 

Abbiamo tratto lo scritto di cui sopra da un'intervista rilasciata da Arnaldo Pocher alla rivista "Italmodel Ferrovie", intervista pubblicata nel n. 189 del gennaio 1976.

Nel 1949, ad ostilità terminate, Arnaldo Pocher, affascinato dalla visione di un plastico ferroviario esposto in una vetrina di un noto negoziante torinese, decide di realizzare i suoi primi accessori ferroviari nella propria abitazione di via Risorgimento. Una idea di questa primissima produzione la possiamo avere osservando il primo catalogo che, edito nel 1951, illustra mediante disegni ciò che si andrà a produrre e che solo in copertina mostra le foto di alcuni accessori.

Questi primi modelli, anche se dall’apparenza un po’ goffa, propongono un passaggio a livello con comando elettromagnetico, un serbatoio dell’acqua, una colonna idrica ed altro; tutti realizzati con materiali vari quali legno, ottone ed altro. Con l'avvento delle materie plastiche, l'ottone inizialmente impiegato per le lavorazioni viene sostituito prima dall'acetato di cellulosa "Dupont" e poi dal polistirolo.

Intanto nel dicembre del 1952, sul retro di copertina del n. 17 di "Italmodel", compare un primo trafiletto pubblicitario della neonata Pocher; poi nel 1954, sul numero di marzo della citata rivista, ancora una pubblicità inserita questa volta in quella dell'Aeropiccola di Torino. Sarà ancora "Italmodel" a dedicare nel maggio del 1954 ben due pagine ai nuovi prodotti della casa torinese.

Questo sito, in occasione del centenario della nascita del maestro modellista Arnaldo Pocher (22 settembre 1911), intende onorarne la memoria dedicandogli una carrellata fotografica relativa agli accessori, modelli che hanno costituito il punto di partenza della prestigiosa impresa.

Pubblicità Pocher riportata sul retro di copertina del n. 17 del periodico "Italmodel" (1952).

Accessori Pocher nella pubblicità dell' Aeropiccola di Torino apparsa su "Italmodel" (1954).

Catalogo Pocher del 1951. Sulla copertina sono fotografati i primi accessori realizzati che ben presto, però, saranno ridisegnati.

Sotto, alcune pagine interne del catalogo del 1952 (coll. A. Gamboni).

  

   

 

foto di A. Gamboni

Di seguito proponiamo alcuni accessori nelle varianti più significative tratti dalle collezioni Pocher dei soci Clamfer Antonio Gamboni e Giuseppe Vitiello. Per una più completa documentazione, consultare il libro "Catalogo guida al modellismo ferroviario di Arnaldo Pocher", edito nel 1984 da Michele Lomolino, testo divenuto oggi introvabile.

 

art 404 Segnale luminoso a colonna (1952)

art 403 Portale con due segnali a due luci (1952)

art 271 2/R Scambio sinistro per due rotaie (1953)

Terminale con luce ed elementi di binario (1953)

art 291 (ex art 101) Segnale ad ala con comando elettromagnetico (1954)

art 122 Terminale in metallo per binario (1954)

art 105 Serbatoio elevato per imbarco carbone su carri tramoggia (1954)

art 107 Passerella in metallo (1955)*

art 124 Scala carrello in metallo (1954)

art 106 Staccionata per stazione (1955)

art 108 Torre a traliccio in metallo (1955)

art 110 Serbatoio elevato per sabbia (1956)

art 108 Torre a traliccio in plastica (1957)

art 125 Sagoma limite (1958)

art 126 Lampione in metallo con base in plastica (1958)

art 393 Segnale a colonna (1958)

art 109 e 101 Torre con fari e serbatoio per acqua (1958)*

art 102 Colonna idraulica (1960)

art 90 e 91 Torre con faro e con radar (1960)*

I modelli fotografati appartengono alle collezioni di A. Gamboni e G. Vitiello

*da catalogo Pocher

 

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