Ciao Alfredo ...

Dopo la recente scomparsa del nostro Socio e consigliere Ennio Castelletti,

un altro lutto dobbiamo purtroppo annotare nel libro virtuale degli eventi tristi e dolorosi.

Come molti di voi avranno appreso, ci ha lasciati Alfredo Falcone, elemento di spicco nella storia del nostro Club

avendone sottoscritto, con altri intrepidi appassionati, l’atto di fondazione in quell’ormai lontano 1979.

Sin dai primi momenti di vita del Clamfer, Falcone fu convinto propositore (e realizzatore) di una rivista a tema dal titolo

ClamFERROVIA. Tale periodico avrebbe diffuso la cultura ferroviaria in tutte le sue declinazioni sia presso i soci locali, sia presso i soci esterni sparsi in tutta Italia (ed all’estero). La pubblicazione ebbe un notevole successo anche perché all’epoca l’editoria tematica muoveva i primi passi. Pertanto, ClamFERROVIA rappresentò un’autentica novità molto apprezzata.

 Appena qualche mese dopo, il Clamfer era già pronto per ospitare il congresso annuale della FIMF

(Federazione Italiana Modellisti Ferroviari). Resta, secondo me, epico, l’attrezzaggio di una vettura tramviaria

con altoparlanti per indurla a servizio turistico e deliziare i partecipanti del citato Congresso a spasso per Napoli,

fornendo notizie e musica in corso di escursione.

Tornando a ClamFERROVIA, la rivista rappresentò, inoltre, originale tribuna per lanciare

il “Premio fotografico Mario Stefanile” (compianto giornalista de IL MATTINO, fotografo ed amante delle ferrovie).

Il periodico, nelle sue edizioni, fu arricchito da centinaia di immagini scattate da una moltitudine di fotografi dilettanti.

Con il tempo Falcone assunse la Presidenza del Clamfer conferendogli un’impronta personale per le attività

associative e culturali. Con tale veste sollecitò la partecipazione ad eventi espositivi anche fuori Regione.

Si vedano, ad esempio, le presenze al ciclo incontri modellistici ad Avezzano.

Le sue capacità giornalistiche (era altresì giornalista iscritto all’albo) gli consentirono oltre che una continua collaborazione alla rivista sociale, anche con originali articoli di modellismo, di lavorare ad un progetto davvero ambizioso.

Ossia poter scrivere e pubblicare due opere considerabili definitive per completezza:

la Ferrovia della Valle Caudina e la Storia di Pietrarsa (da Opificio borbonico a Museo Ferroviario).

Purtroppo, i crescenti e talvolta proibitivi costi dell’editoria, gli permisero di poter vedere la stampa solo del primo libro,

mentre il secondo, benché completo in forma di manoscritto, è rimasto nel Suo cassetto.

E ciò di certo rappresenta un momento di insanabile rammarico

che ci priva di un’opera importante e fondamentale per comprendere

la genesi del Museo Ferroviario di Pietrarsa.

 

Gennaro Fiorentino

Il ClamFer ad Avezzano nella Estate 2011.

Nella foto: Antonio Bertagnin, Alfredo Falcone e Signora.

chiudi la pagina