Testo Massimo Salvadori

Foto Andrea Altrocchi e Massimo Salvadori

 

chiudi la pagina

 

 

Catalogo Rokal del 1958.

L’avventura della scala "TT", comincia nel dopoguerra, negli Stati Uniti. Allora e in quel Paese la scala imperante era la "0", o nel migliore dei casi la "S". Un reduce della guerra, Mr Hal, ebbe l’idea di crearsi la propria scala, decisamente più piccola di quelle allora adottate. Poiché il suo intendimento era quello di arrivare a far correre i treni sul ripiano del tavolo, la chiamò …"TT", acronimo di Table Top, il piano del tavolo. I piccoli treni cominciavano a correre.

Mentre - alla fine degli anni ’50 - si affermava la scala "H0", in Inghilterra la Tri-Ang iniziò la produzione di modelli in scala TT, mentre nella Germania Ovest cominciò la produzione la ditta Rokal, la quale in poco tempo divenne sinonimo di produzioni di alta qualità, mentre nella Germania Est, e precisamente a Berlino, la ditta Zeuke & Wegwerth e poi la ditta BTTB, acronimo di Berliner TT Bahnen, riproducevano i veicoli tipici di quegli anni.

 

 

Rokal: Locotender DB a tre assi, deviatoio e scatola di regolazione.

 

V 36 ex DRG della BTTB trasformato in modello italiano.

(Elaborazione G. Di Modica)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il piccolo Koff in livrea nera realizzato recentemente da Hornby-Arnold

 

 

La scala ebbe una notevole diffusione nell’Europa dell’Est, in particolare nell’ex Unione Sovietica, ma non solo: in Svizzera la ditta Wesa aveva una gamma vasta di veicoli, tra cui quelli tipicamente svizzeri; insomma i produttori ed il mercato non mancarono. Se le possibilità della scala "TT" erano notevoli tuttavia non ebbe la diffusione sperata sul mercato occidentale; una forte concorrenza dei grandi produttori che erano orientati verso l’ "H0" e una erosione di quote di mercato da parte della scala "N", impedirono il raggiungimento di quel successo commerciale che sembrava imminente.

Alla fine degli anni ’60, una crisi finanziaria indusse la ditta Rokal, la cui produzione era per molti aspetti superiore a quella della concorrenza in scala "H0", a cessare la produzione di treni modello e a cedere gli stampi alla ditta Rowa, che poco dopo li cedette ad una ditta di Salisburgo che di lì a poco si sarebbe creata uno spazio tra i grandi produttori di treni modello: la ditta Roco Gmbh di Salisburgo .

Alla fine degli anni ’80, all’indomani della caduta del muro, vi erano poche ditte produttrici di materiale in scala "TT". A Berlino, nella sede di Storkowerstrasse, agiva la BTTB, Berliner TT Bahnen; un kombinat nel più puro stile del socialismo reale, uno stabilimento dove 700 dipendenti producevano tutto, dalle microfusioni ai motori elettrici, da strumenti di misura per le più titolate aziende tedesche di meccanica fine alle punterie per l’artiglieria, e ... naturalmente anche i trenini.

 

V 36 ex DRG della BTTB trasformato in modello italiano.

(Elaborazione G. Di Modica)

 

 La fine del blocco economico comunista fu una svolta epocale anche per il settore del giocattolo. L’organizzazione tedesca per la riconversione industriale dell’industria ex Est, finanziò un manager tedesco emigrato in america: mr Carlo Parisel. Questi si prese l’incarico di adeguare quell’industria alle necessità del libero mercato. I risultati non si fecero attendere, i modelli furono svecchiati e adeguati agli standard sempre più alti richiesti dall’esigente clientela tedesca. Pochi anni dopo, alcuni errori gestionali e una intrinseca debolezza finanziaria, condussero la BTTB davanti al Tribunale Commerciale di Berlino; la BTTB fu rilevata dalla ditta Tillig di Sebnitz. Sebnitz è una cittadina della Sassonia posta al confine con la Cecoslovacchia, in questa cittadina, per inciso la linea ferroviaria che passa per Sebnitz è molto bella ed è conosciuta come il Semmering della Sassonia (Saechsische Semmering), operava la ditta Tillig.

La ditta Tillig era una micro industria che produceva binari modello di alta qualità in conto proprio con il marchio Pilz e per conto terzi in scala "H0". Il Titolare, signor Hans Jurghens Tillig, rilevò l’attività della BTTB, era pur sempre del ramo, e iniziò la nuova avventura della scala "TT" . In anni più recenti la Roco di Salisburgo ha ripreso la produzione di veicoli in questa scala, prima con una grossa diesel, poi con vari veicoli rimorchiati, tra cui anche vagoni FS, e quest’anno sarà consegnata una loco a vapore del gruppo tedesco Br44, con rodiggio 1-5-0h3, macchina imponente per dimensioni e potenza di traino.

Oggi, cessati gli anni tumultuosi dello sviluppo del modellismo ferroviario, i consumatori mostrano un rinnovato interesse verso una scala che ha ancora grandi potenzialità. Infatti è sufficientemente grande per poter lavorare sui modelli, operare modifiche, riparazioni, invecchiamenti, ed è pur sempre abbastanza piccola per trovare posto negli appartamenti moderni.

L’offerta di veicoli è vastissima, alcune produzioni sono di altissima qualità, tali da dare punti a case modellistiche titolate, e perfino vi sono veicoli italiani (si! proprio FS Italia!), ma di questi ne parleremo in un altra occasione.

L’impulso ricevuto dalla scala "TT" in questi ultimi anni ha spinto anche altri produttori a cimentarsi con modelli in scala 1:120, recentemente ditte come Piko, Gutzold, Hornby-Arnold, Brawa hanno immesso sul mercato modelli di alta qualità, oppure – come nel caso di Piko modelli con un rapporto prezzo/qualità imbattibile, una locomotiva elettrica dotata di decoder per il funzionamento digitalizzato per meno di € 80.

 

Plastico ferroviario in scala 1:120 realizzato da Massimo Salvadori. Particolare con deposito locomotive.

 

L’armamento gode dei progressi che ha fatto la Tillig/Pilz con la scala H0; gli scambi sono del tipo ad ago elastico, come nella realtà, e le dimensioni contenute consentono di impiegare sui plastici scambi con angoli al cuore ridotti, quindi estremamente realistici. In Inghilterra, patria delle ferrovie e del modellismo ferroviario, la scala "TT", ovvero 1:120, … non esiste. Esiste invece la scala 3 mm, ovvero 1 piede = 3 mm, che è circa 1:100, ma il binario è quello classico "TT" da 12 mm di scartamento. Insomma un pochino di pasticcio. In pratica per la scala "TT" si è ripetuto quanto già accaduto per la scala "H0", binario nelle corrette dimensioni ma i veicoli un pochino più grossi, infatti l’ "H0" inglese si chiama "00", ovvero circa 1:76, mantenendo però il binario classico da 16,5 mm.

Gli inglesi non potevano fare a meno di distinguersi da noi continentali …, e questa scala, la "TT", è considerata la scala dei modellisti puri poiché non esistono produzioni commerciali di accessori; così i modellisti costruiscono in proprio segnali, edifici e quanto altro occorrente, … e i risultati che si vedono sul web sono spettacolari.

Insomma chi vuole una scala nè TTroppo piccola, né TTroppo grande, una scala raffinata per intenditori, è servito.

 

 

chiudi la pagina

 

Per maggiori informazioni sulla scala TT visita il sito

http://www.scalatt.it