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Un tempo i bambini ricevevano i giocattoli in tre ricorrenze: al compleanno, all’onomastico ed alla Epifania, durante la notte del 5 gennaio. Allora i giocattoli ai fanciulli li portava la Befana e ciò in commemorazione della venerazione dei Re Magi a Gesù bambino cui offrirono oro, incenso e mirra e non giocattoli. Tanto per essere precisi.

L’odierno costume dei doni sotto l’albero portati da Babbo Natale non affonda radici nella nostra cultura bensì in quella dei paesi scandinavi. Ed è giusto perché gli abeti, eccezion fatta per Alpi ed Appennini, non certo vegetano nelle nostre terre.

E se vi dicessi che Babbo Natale l’ha inventato la Coca-Cola?

Babbo Natale, o meglio Santa Claus (come lo chiamano gli anglosassoni), è una figura mitica che si rifà ad un personaggio reale: San Nicola, vescovo di Myra e protettore dei bambini, in onore del quale è nata una festa con relativo scambio di doni.

Nel 1931 i dirigenti della Coca-Cola, per il lancio del prodotto nella campagna natalizia, diedero incarico ad un noto illustratore di origine svedese di creare un personaggio rifacendosi appunto a Santa Claus. In un primo tempo Babbo Natale fu vestito di bianco, poi indossò abiti color rosso Coca-Cola.

Ma torniamo alla mia Befana.

E fu così che io, il mattino di quel 6 gennaio del 1954, trovai ai piedi del mio lettino un grande pacco con a lato un pacchetto più piccolo. Grande fu la curiosità di scoprire cosa contenessero quegli involucri pertanto, strappata con impeto la carta da imballo color nocciola, mi apparve una elegante scatola di colore verde nel cui interno, alloggiati in appositi spazi, vi erano una piccola locomotiva in bachelite con tre carri merci a sponde alte ed un cerchio di binari: era una confezione Rivarossi e nel pacchetto più piccolo vi era l’alimentatore, anch’ esso in bachelite.

 

La confezione della ritrovata infanzia.

Si noti l'etichetta sul coperchio incollata sottosopra.

(coll. A. Gamboni)

 

Purtroppo quella scatola oggi non esiste più perché fu la prima a finire in pattumiera e di quel bel giocattolo, il mio primo trenino elettrico, ne posseggo oggi un esemplare acquistato in un’asta a caro prezzo e che conservo per il mio nipotino. In quei vagoncini ricordo che vi caricavo di tutto: soldatini in cartapesta, alti più o meno come la locomotiva, caramelle, mattoncini LEGO, tronchetti di liquirizia e quant’altro mi capitava per le mani.

Quanta compassione per quella povera vecchina, pensate che veniva di notte e con le scarpe tutte rotte; ma perché la Befana spendeva tutti i suoi soldini per i giocattoli e non comperava neppure un paio di ciabatte per sé? Chissà! Forse in queste parole è nascosto l’amore dei genitori verso i propri figli.

 

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