di Domenico Gaudino

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Fin dall’inizio, ai primi del 1900 il supplemento illustrato del “Corriere della sera” che “si pubblica a Milano ogni domenica” ha rappresentato in una società patriarcale come quella di allora, ove scarsi erano i mezzi di informazione (non vi era ancora la radio), con tutte le sue sfaccettature un veicolo di informazione importante per le famiglie italiane.

In essa vi era un mix di notizie, pubblicità, romanzi e racconti a puntate che hanno affascinato anche me ragazzo quando spulciavo la raccolta iniziata da mio nonno e continuata da mio padre fino alla seconda guerra mondiale. Nelle pagine interne e sulla copertina celeste, diventata sbiadita col tempo, una pubblicità che oggi sembra ingenua, primitiva, quasi da imbonitore, ma che allora rappresentava un veicolo importante, quasi unico per arrivare alle famiglie, alle donne, alle madri. Si assicuravano rimedi sorprendenti quasi miracolosi per tutto: per la sordità, per i miopi, per “uomini deboli”, la calvizie, la guarigione dell’ernia, per la bellezza del viso, quella dei capelli per la barba, per il bucato di casa e così via.

Per i signori uomini si trovava la pubblicità sulle biciclette, sulla nascente industria automobilistica, la Lancia con i pneus Michelin. In tutto questo un elemento colorato, immaginifico, ma che prendeva spunti da fatti realmente accaduti, era rappresentato dalle “Tavole di Beltrame”.

 

    

 

I "consigli per gli acquisti" pubblicati sulla Domenica del Corriere non si riducevano ad un semplice "slogan" ma erano alquanto romanzate, come mostrano le vignette che proponiamo. 

Vogliamo affrontare un argomento monotematico, appunto: il treno, Beltrame e “La Domenica del Corriere”. Ne viene fuori da una società priva di mezzi di informazioni di massa, ove tante famiglie la sera accendevano ancora i lumi a petrolio e si riscaldavano davanti ai caminetti, una raccolta di immagini e di eventi resi vivi dai pennelli di Achille Beltrame che vogliono offrire ai lettori di oggi, fruitori della TV e di internet, degli smartphone e dei tablet, un tuffo nel passato che oggi sembra ingenuo, ma che è stato ed esistito, di una società che pur avendo condizioni di vita disagiate ed aver subito un conflitto spaventoso, come la prima guerra mondiale e le conseguenti tensioni sociali, forse, per certi versi, era più umana e migliore di quella attuale.

Dalla raccolta in mio possesso ho estrapolato immagini di treni e di locomotive che mi sembravano più interessanti, suggestive, che qui di seguito vengono riprodotte e rappresentate in ordine cronologico.

 
9 - 11 giugno 1913

Il Re di Spagna salta da un treno ancora in movimento per salvare un bimbo
investito dal treno stesso. 
 
 31 agosto - 7 settembre 1913

Grave disastro toccato al treno direttissimo Roma-Napoli, deviato per eccessiva velocità a Poggioreale presso Napoli.
 
 15 giugno 1924

Un treno contro una "casa ambulante". A un passaggio a livello presso Arezzo, un direttissimo ha investito una carovana di zingari, travolgendo uno dei carrozzoni.
Vi sono stati tre feriti e cinque contusi.
 
 9 ottobre 1927

Per salvare un bue, ad Acerra, il contadino Sbizuno
attraversava il binario con il suo carro, mentre sopraggiungeva il direttissimo da Napoli. L'uomo avrebbe potuto salvarsi, ma si fermò per salvare anche il bue col carro:
tutta la sua ricchezza. Non vi riuscì, e, insieme con la bestia, fu stritolato dal treno.
 
3 febbraio 1929

 Il miracolo di una caduta. Sul diretto Palermo-Trapani viaggiava con la madre il bambino Antonio Morfino, di 5 anni. Giunto il convoglio presso Barausa, lo sportello al quale era appoggiato il piccolo si apriva e il Morfino precipitava. Subito fermato il convoglio, il bimbo veniva trovato svenuto sulla scarpata, lievissimamente ferito.
 
6 aprile 1930

L'atto coraggioso di un fuochista ha salvato un bimbo che, senza accorgersi dell'arrivo di un convoglio, stava giocando accanto al binario della tramvia a vapore, sulla provinciale Mantova-Brescia. Mentre il macchinista stringeva i freni, il fuochista s'è slanciato dalla macchina per afferrare il piccolo ed è riuscito a trarlo da parte, ma, caduto nel fare il salto, ha corso il rischio di esser travolto egli stesso dalle prime carrozze.
 
  29 giugno 1930

Nella stazione ferroviaria di Marsala, all'arrivo d'un treno, una suora s'era fermata in mezzo al binario, incerta se ritirarsi o avanzare. Essa aveva perduto così ogni probabilità di salvarsi, quando un carabiniere s'è lanciato fulmineo a trarla, di peso, sul marciapiede; appena in tempo, poiché la locomotiva giunse a sfiorare un braccio del salvatore.
Il commosso applauso dei presenti ha salutato l'atto coraggioso.
 

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