di Gennaro Fiorentino

immagini tratte dalla collezione dellautore

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Di recente il blog www.ferrovie.info ha pubblicato il progetto di possibile riutilizzo del tracciato pensile appartenuto alla monorotaia nel parco Italia ’61. L’articolo è stato segnalato con la consueta puntualità sul nostro gruppo WA, dal solerte e tempestivo socio dott. Giovanni Caracciolo. La proposta di cui si parla, si deve all’ingegnere Luca Valzano il quale prevedrebbe di realizzare un bel bar nel primo piano della Stazione Sud. Mentre quello superiore sarebbe destinato ad un centro multifunzione con finalità sociali. Contestualmente la via di corsa vera e propria, dovrebbe essere ricondizionata in modo da trasformarla in una passeggiata aerea fino al Palazzo del Lavoro.

Il progettista si vanta di essersi ispirato a ciò che in parte è stato fatto sulla ferrovia sopraelevata e chiusa di New York (West Side Line). In franchezza non posso esimermi dall’associare la suggestiva proposta anche a quanto realizzato a Bagnoli (Napoli) dove il pontile della dismessa fabbrica Italsider (una volta occupato da una ferrovia industriale porto-cantiere) è stato trasformato in passeggiata a mare.

L’idea sia pure in embrione, mi ha trasmesso un certo fervore ed interesse. Sono andato con la memoria a quel fantastico Expo Torino ’61 messo su per celebrare il primo secolo dell’Unità d’Italia, in quella città che ne fu prima capitale e non di meno, sede del primo Parlamento. L’intrigante materia costituì il tema di una riunione tematica in Sede, dove io mi occupai dell’aspetto architetturale mentre il nostro socio arch. Antonio Bertagnin c’intrattenne proprio sulla monorotaia Alweg, dall’acronimo del nome del suo lungimirante inventore.

Ho ritenuto prendere spunto dalla citata notizia per ritornare su un argomento che mi ha sempre affascinato, anche spinto dal recente arricchimento della mia collezione d’immagini riguardo tale tema. Ha costituito necessaria fonte di documentazione l’articolo scritto dallo stesso Bertagnin ed apparso sul numero 8 del periodico Tutto treno & Storia.

L’esposizione apriva i suoi padiglioni ed edifici connessi, su una superficie di 30 ha, posti su un’area adiacente il fiume Po, a sud rispetto al centro cittadino. Essa fu costruita in meno di due anni a partire dalla data del consenso espresso dal Comitato Internazionale deputato al coordinamento degli Expo nel mondo. L’inaugurazione avvenne il 1° maggio di quello storico anno 1961; e non poteva essere diversamente se si pensa che l’evento era dedicato a “L’uomo ed il lavoro”. Nei circa sei mesi in cui rimase aperta, fu visitata da quattro milioni di persone che oltre ad apportare ricchezza alla città di Torino, furono altresì inconsapevoli volani di un indotto ed un interesse che sarebbero durati per anni.

I grandiosi edifici principali erano due: il Palazzo del Lavoro ed il Palazzo a vela. Essi erano affiancati da un piccolo villaggio costituito da graziose villette che ospitavano le rappresentanze regionali.

L’Expo si avvaleva di numerosi ed eccentrici mezzi di trasporto sia individuali che collettivi. I suoi viali erano percorsi da alcuni trenini gommati mentre innovative Fiat 600 multipla cabriolet (Carrozzeria Ghia) o tricicli Ape, consentivano spostamenti veloci e freschi per visitatori individuali.

Un’ovovia collegava poi la collina di Cavoretto con il centro del parco. Per l’occasione la carrozzeria Viberti mise in campo un lotto di 12 bus a due piani dalla elegante livrea tra rosso e crema; motorizzazione Fiat 413. Vennero impiegati su una linea speciale connessa all’evento e distinta dalla lettera E. Quando tutto fu terminato, espletarono la linea ordinaria 64.

A qualche anno dalla chiusura dell’Expo, il bus a due piani Viberti espleta il servizio ordinario sulla linea 64.

Qui è ripreso di fronte a Palazzo Madama.

L’attrazione tuttavia che suscitò maggiore curiosità e scalpore, fu la monorotaia Alweg, il cui genere è da sempre collegato all’immaginario collettivo per descrivere in maniera plastica e spettacolare il futuro che ci attende. Immaginate poi l’impatto che ebbero nell’opinione pubblica le foto dello sgargiante trenino in corsa, in quello storico anno, quando la trazione di gran parte delle linee ferroviarie era ancora affidata al vapore, spesso su binari unici.  

La linea di Italia ’61 aveva una lunghezza di 1800 metri collegando la cosiddetta stazione nord con la stazione sud.

Il trenino in corsa presso una splendida fontana. Dalla foto possiamo anche intravedere il servizio taxi

servito da 600 multipla aperte e disegnate dal carrozziere Ghia.

Il brevetto, come detto, era Alweg dalle iniziali dell’articolato cognome dell’ideatore svedese, altresì fondatore della Electrolux, rinomata casa di elettrodomestici. Le due stazioni estreme erano predisposte in guisa di un imbarco “a raso”, novità che suscitò molta sorpresa nei visitatori, memori delle difficoltà di accesso ai mezzi pubblici dell’epoca, in genere provvisti di diversi ed alti gradini per la salita e la discesa.

Il convoglio correva “a cavalcioni” di una trave in CAP (cemento armato precompresso) a circa 7 metri dal suolo. Era provvisto di ruote disposte in guisa concorde tra orizzontali e verticali. Le prime erano portanti ma altresì incaricate della captazione elettrica tratta da una piastra alimentata; le seconde svolgevano una funzione di condotta.

Al capolinea nord, apprezziamo il frontale del convoglio con la cabina sopraelevata e

la bella prospettiva per i passeggeri. A lato una graziosa hostess attende gli ospiti.

In secondo piano il palazzo a vela.

Per quanto riguarda il materiale rotabile, esso contava su un solo veicolo. Era costituito da tre casse articolate (due semicasse più la centrale) i cui interni presentavano un volume open space, in un certo senso una novità che tuttavia si sarebbe poi affermata negli anni a venire nella progettazione dei veicoli su rotaia. Era distinto da un colore chiaro con ammiccanti decorazioni e filettature in rosso. La posizione della cabina di guida, in posizione sopraelevata, consentiva ai passeggeri una visione prospettica e panoramica nell’incedere dell’itinerario. Il servizio si svolgeva “a spola” grazie alla reversibilità del convoglio.

L’immagine ben ci evidenzia i cavi laterali per l’alimentazione elettrica. Siamo sul laghetto

ed in lontananza il Palazzo a Vela

destinato ad ospitare le opere realizzate dalla Cassa per il Mezzogiorno

Ancora un’immagine sul laghetto e

lo stupendo Palazzo del Lavoro dovuto alla matita di Pier Luigi Nervi con l’ausilio di Giò Ponti.

Alla sua inaugurazione la monorotaia Alweg di Torino aveva avuto un illustre fratello maggiore; intendo quello costruito nel parco Disneyland ad Anaheim (Los Angeles) nel 1959. Secondo la storia, lo stesso Walt Disney se ne sarebbe invaghito durante un viaggio in Europa, nel visitare l’impianto dimostrativo di Colonia. Così ne commissionò un’installazione nel suo parco, come simbolo del settore Tomorrowland. Dopo oltre 60 anni, pur con immaginabili aggiornamenti, l’impianto funziona ancora ed è pubblicizzato come una delle attrazioni “high light”.

La ferrovia sospesa di Wuppertal, (D) che oggi conta circa 120 anni, non è annoverabile tra le monorotaie per una diversa tecnologia. Infatti, come si può osservare dalla ricca iconografia, presenta veicoli sospesi ad un sistema di tralicci e non già a cavallo di mono travi. Per approfondire si consulti l’articolo a mia firma: Wuppertal (clamfer.it).

Un’immagine della ferrovia sospesa di Wuppertal (Germania).

Spenti i riflettori sul grande Expo di Torino, tante buone intenzioni animarono il dibattito politico per la conservazione dell’innovativo impianto. Ma già qualche anno dopo, esso veniva smantellato conservando, come detto, la trave principale costituente la via di corsa e gli edifici delle due stazioni. Sempre i buoni proponimenti ne prospettavano la costruzione di una lunga linea a Genova, di fianco alla sopraelevata. Anche in questo caso non se ne fece nulla.

 Monorotaie in servizio commerciale ed affidabile nel mondo, sono state intanto costruite. Per quanto riguarda l’Europa, mi viene in mente quella di Dusseldorf (H bahn); anche se progettata con il sistema del vagone sospeso. Molto più ricca la ricerca nell’estremo oriente. Ai numerosi esempi presenti in Giappone, vorrei citare quello della città di Chongqing di Cina. Sicuramente mi sembra quella che più si avvicina al sistema Alweg. In secondo luogo rappresenta un vero e proprio sistema di metropolitana articolato in tre linee. E poi, non per ultimo, è l’unico al mondo che entra ed esce da un condominio. Non mi credete? Guardatevi questi eloquenti filmati tratti da you tube:

(47) Chongqing China Monorail Line 2 Metro 重庆轨道交通(单轨)2号线 - YouTube

(54) Chongqing Monorail Metro Line 3 Extension 庆轨道3线(单轨)是目前世界最长的单轨线路。 - YouTube

Immagine del Titolo: cartolina commemorativa Italia 61

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