di Vincenzo Amorosi

 

chiudi la pagina

Viviamo in un mondo in cui l’informazione visiva gioca un ruolo predominante sull’acculturamento delle masse. Trainati da un consumismo sempre più crescente, fagocitiamo inconsciamente miriadi messaggi pubblicitari fatti di spot, simboli, badges assurdi ed estremi, griffe. Viviamo così in una quotidianità pre e para araldica riconoscendo immediatamente il relativo messaggio indiretto che ci perviene. I puristi arricciano il naso in una smorfia di dissenso davanti a questi emblemi, ma credo che in nome della velocizzazione e della mediadicità questa preistoria araldica viene alla fine tollerata.

A tutti è capitato vedere sfrecciare un treno. La velocità ti rapisce a tal punto che i sensi si turbano all’istante dal rumore e dal movimento. Per un attimo percepisci un simbolo sul frontale del locomotore, la mano si alza per accennare un ingenuo saluto infantile. In stazione rivedi il logogramma stampigliato anche sul convoglio fermo, scopri con calma un simbolo un po’ strano, un marchio che ha la sua storia e che oggi identifica modernità e velocità.

Il primo luglio 1905 lo Stato Italiano assume l’esercizio delle “ferrovie non concesse ad imprese private” come recita la legge n° 137 del 22 aprile. Erano infatti scadute le concessioni ventennali stipulate con le società private che costituivano la Rete Mediterranea ( R.M.), la Rete Adriatica (R.A.) e quella Sicula (R.S.).

La direzione delle FF.SS. (poi F.S.) viene affidata all’Ing. Riccardo Bianchi, piemontese nato a Casale Monferrato nel 1854, tecnico abilissimo, autoritario e preparato, che seppe dare alla nascente Ferrovia Statale un assetto organizzativo conservato fino al 1985. Si deve però aspettare il 1907 quando l’ordine Generale n° 9 precisava

..Per comodità del personale si è scelto l’uniforme di tipo civile, che nella rivolta del bavero dello stiffelius, della giacca, del camiciotto e del cappotto ha un monogramma mobile con sigla F.S. ed il numero di matricola dell’agente. La indicazione del numero della matricola è fatta nell’interesse generale del personale stesso, affinché il pubblico non abbia a rivolgere reclami generici all’Amministrazione. Ecco comparire ufficialmente il monogramma delle ferrovie anche se sul primo orario ufficiale, edito dalla Vallardi nel 1907 al costo di 5 centesimi, la locomotiva ivi impressa reca ancora tra i respingenti il simbolo R.A..

 

Monogramma matricolato  

Monogramma semplice

Simbolo ufficiale adottato   

L’adozione definitiva del simbolo F.S. su tutti i convogli, sia locomotive che vagoni, la si deve solo dopo il 1910.

Essenziali e chiare le lettere erano realizzate con bordi prospettici per dare spessore al monogramma stesso. Una curiosità, nell’ambito delle specializzazioni in seno alle officine della trazione fu mantenuta sino alla fine degli anni ‘90 la qualifica di “letterista”, appunto l’addetto a dipingere a mano le sigle d’identificazione carrozze e loghi. Troppe erano le diversità tecnologiche che l’Ing. Riccardo Bianchi riuscì a collimare pur di dare una struttura unica alla nascente ferrovia nazionale. Sul piano amministrativo ebbe il grande merito di convincere i vari Ministri dei Lavori Pubblici, che via via si avvicendavano, della necessità di provvedere a cospicui investimenti mirati per la ripresa del trasporto ferroviario. Vediamo così nascere i piani regolatori dei più importanti scali nazionali e di numerosi Depositi Locomotive ed Officine di Riparazione e Manutenzione.

Fu adottato il colore verde sui convogli, poi castano-isabella e grigio ardesia, nero invece le divise del personale. Uniche note di colore il fondo ovale del berretto dei ferrovieri nel quale veniva applicato il monogramma FS montato da un trofeo alato dove il colore rivelava il servizio di appartenenza: verde per gli Uffici, nero per il Movimento, giallo per la Trazione, cremisi per i Lavori, ed azzurro per gli Impianti Elettrici. In parte queste caratterizzazioni sopravvivono ancora oggi, così come il classico berretto rosso del  Capo Stazione che risale ad oltre cento anni fa. Venne adottato per la prima volta nella seconda metà dell’800 dall’Unione Ferrovie Germaniche e ripreso da altre amministrazioni fra cui la rete Adriatica.

Il berretto” rosso” del Capo Stazione

 

I periodi bellici delle due guerre vedono la Ferrovia dello Stato impegnata nel trasporto di mezzi e di uomini al fronte. Memorabili i convogli costituiti dalle carrozze CZ 36000, comunemente conosciute come le cento porte , progettate per treni locali con forte affollamento e caratterizzate da varie porte per ogni fiancata allo scopo di favorire la rapida salita e discesa dei passeggeri.

Le vetture furono inoltre protagoniste di vari films ed immortalate per la variegata umanità che esse trasportavano sui 78 posti a sedere, costituiti  essenzialmente da tipici sedili in legno di pino rosso che caratterizzavano la III classe.

Modello in grande scala della carrozza serie 36000

esposta al Museo di Pietrarsa (foto A. Gamboni).

 

Nella metà degli anni ‘50 sui locomotori vengono posti i primi fregi del classico simbolo ferroviario in alluminio in via sperimentale, poi passati definitivi, posizionati principalmente sui musi delle macchine accompagnate spesso da stilizzate ali.

 

Fregi frontali dei locomotori

 

 

Logo a ”botticella” e logo a ”foglia”

Dobbiamo aspettare la fine degli anni ‘60 per vedere un cambiamento del simbolo ferroviario sui convogli, in concomitanza della trasformazione delle Ferrovie dello Stato in Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato e dell’Aviazione civile.

Le lettere sono più grandi, hanno un guizzo accentuato di movimento, specie la S, il tutto contenuto in una cornice a mo’ di televisore. È la materializzazione del concetto di “Fiducia e Sicurezza”, non a caso la sagoma popolare del nuovo elettrodomestico amplifica visivamente questo significato, accentuandone la giusta peculiarità.

Striscia policroma

posta sulle fiancate dei treni locali

Con decreto legge n° 210 del 17.05.1985 l’Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato diventa Ente Ferrovie dello Stato. Il logo cambia, il dinamismo dell’azienda è in atto, incominciano i lavori e gli esperimenti per l’alta velocità; è il periodo del potenziamento e dell’ammodernamento sia dei mezzi che delle strutture. Anche il simbolo subisce questa volontà di movimento, le lettere si inclinano in una losanga piacevolmente rastremata, il concetto di aerodinamicità è palese. Cambiano le colorazioni anche di alcuni convogli, si vede una strana combinazione di colori che caratterizzano i treni locali. È un piacevole accoppiamento di strisce arancione, viola, sormontato dal logo a foglia su grigio perla dominante, compare come bordo anche sui ruolini paga dei dipendenti.

Si bandisce un concorso per attribuire nomignoli identificativi a locomotori elettrici di nuova generazione costruttiva (trazione elettrica tipo chopper). Infatti circolano motrici potenti e veloci dal nome come la Tartaruga (E. 444), il Tigre (E.633), il Caimano (E.656). Le effigi caricaturali sono poste a sinistra sotto il finestrino del macchinista, animali potenti, ma raffigurati in un inconsueto scatto “sprintoso”. Il mondo un po’ grigio delle ferrovie si apre all’attenzione della gente, alla curiosità di chi viaggia, alla volontà di offrire un servizio qualitativo più veloce.

Effigi caricaturali dei locomotori di nuova generazione

Nel 1992 si passa alla trasformazione in società per azioni, Ferrovie dello Stato S.p.A.. I programmi di sviluppo sono realizzati secondo le direttive 440/91/CEE che stabiliva la suddivisione della gestione della rete da quella del servizio. Si attua una nuova idea di rinnovo finalizzata alla competitività di mercato, il prodotto treno e la sua funzionalità sotto tutto gli aspetti commerciali, tecnici, utilizzo, sono visti come il raggiungimento mirato di obbiettivo d’impresa. Di conseguenza anche il logo subisce una trasformazione radicale, nuove colorazioni vengono adottate in nome di un insospettato significato, stravolgendo così la filosofia identificativa ed i codici che l’araldica dà ai colori. Ecco di seguito il significato della nuova immagine coordinata, studiata e coniata  all’uopo da un’agenzia inglese, la XMPR PLc, tramite gara di appalto. Trattasi dello stralcio di presentazione del nuovo simbolo comparsa sulla rivista “Mondo Ferroviario” numero 94:

      

Logo del 1992     Logo del 2008

il nuovo logo delle Ferrovie dello Stato S.p.A., presentato nella prima metà dello scorso mese di dicembre [1994], raffigura senz’altro gli aspetti essenziali di una Corporate Identity, così com’era nei desideri dei promotori. Esso raffigura, in un’unica veste grafica, colori e caratteri propri della logica futura. Ecco quindi il colore “Verde” incaricato di raffigurare valori di responsabilità, affidabilità, competenza, sicurezza ed equilibrio, con un richiamo, logico per l’Italia, ai valori naturali paesaggistici e di ambiente che la società si prefigge di salvaguardare. C’è poi il “Blu” che nello specchio cromatico esprime valori di professionalità, efficienza, strategia, orgoglio ed impegno nonché, nelle sue svariate sfumature, aspetti naturali di prim’ordine quali l’universo, le profondità marine e la purezza delle acque che solcano il nostro territorio.

Ed infine l’”Azzurro”, contenente tutti i valori cromatici in precedenza descritti configurandosi come “colore d’unione” fra lo spettro verde della responsabilità e quello blu della professionalità, come dire una sfumatura che rifletta la necessaria trasparenza e onestà dell’organizzazione. Nella sua pur non semplice forma, almeno a prima vista, il nuovo marchio FS racchiude aspetti di prim’ordine che ne esaltano i contenuti. La sua forma di rombo inclinato ricorda la precedente sigla FS qui però in maniera più positiva e dinamica puntando con fiducia e sicurezza verso il futuro. All’interno di questo rombo si notano due segni distintivi: l’orizzonte e la traccia. Il primo conduce lo sguardo dal presente al futuro slanciato a punta e definisce l’unione tra il cielo e la terra, elementi base, questi, nei quali si svilupperà la nuova impresa. La seconda, la traccia, si stacca dalla terra, dove opera l’attività attuale delle FS, e conduce al cielo in maniera dinamica e sicura, con un tratto sempre più sottile che oltrepassa l’orizzonte e penetra nello spazio dove si svolgeranno trasporti e comunicazioni future. L’incrocio fra questi due segni (l’orizzonte e la traccia) crea la prima lettera, la F, del nuovo marchio istituzionale. La linea dell’orizzonte definisce anche un’idea di nuvole ricordando, in sezione, una parte della sfera terrestre vista contro il blu scuro dello spazio. Sul lato destro, il verde della terra viene definito da una linea curva che richiama alle coste marine dell’Italia, alludendo alla navigazione, creando anche, in negativo, la sigla S a completamento del distintivo FS.

È evidente l’enfasi descrittiva e la capacità di attribuire significati un po’ancestrali a colori e a segni inesistenti nella panoramica del simbolismo raffigurativo ed araldico. Del vecchio marchio è rimasta l’impostazione a losanga con un accentuato e geniale tratto sfuggente a discapito delle lettere. La velocità è data dalla rarefazione della F e dalla S appena accennata, ma guardando bene si intravede anche una T, quindi in definitiva possiamo anche leggere Trasporti Ferrovie dello Stato. Nel 2007 le ferrovie attraverso il loro sito web, annunciano la volontà di cambiare ancora una volta il logo. Quindi invita i visitatori online di esprimere un parere di preferenza sui vecchi e sul nuovo simbolo denominando quello del 1966 a botticella, quello del 1985 a foglia e quello del 1995 con i colori XMPR. La preferenza cade su quest’ultimo che viene trasformato, adottando in definitiva i colori della bandiera italiana evidenziando con il rosso la S.

Voglio terminare ancora con un nota curiosa. Nell’ambito dei simboli adottati dalle Ferrovie dello Stato S.p.A., vi è un logo di nuova generazione che rappresenta al massimo quella immagine rarefatta che resta per un istante nel cervello al passaggio di un treno, l’occhio non la realizza ma la nota a convoglio fermo. È il graffio che si vede sui fianchi delle vetture dei i treni AV (alta velocità). Due lettere affiancate, una A maiuscola inclinata che si appoggia e finisce in una V della stessa natura. Quest’ultima ricorda la griffe di una nota marca di scarpe, di questa conserva la velocità del tratto accentuato ancora di più dalla posizione inclinata e sottolineata dalla ”velocissima” asta di unione della A.

Il “graffio”

Oggi le ferrovie sono proiettate verso il futuro, la velocità e il confort dei viaggiatori sono gli elementi che promuove. L’adeguamento ad una subitaneità di spostamento la mette in concorrenza con altri mezzi di trasporto portando le macchine ed i convogli a viaggiare alla velocità di circa 300 km orari. Grazie ad una tecnologia avanzatissima che utilizza tra l’altro anche triangolazioni satellitari, le Ferrovie vivono oggi un nuovo ruolo da protagonista coerente ed in linea alle moderne esigenze del tempo, concetto che il simbolo esprime pienamente.

chiudi la pagina