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Anche i tram

hanno un cuore

 

 

 

 

 

Le corsie riservate oggi rappresentano l’unica soluzione che consentano ai tram di circolare nelle strade cittadine. Quei tratti ove i binari incrociano le pubbliche vie si rivelano come i punti deboli per il vecchio mezzo di trasporto. Le repentine rotazioni delle leve di comando, le nervose scampanellate e, qualche volta, le imprecazioni dei conducenti palesano i limiti del sistema. Il tram era un tempo il principe dei mezzi di trasporto cittadini, l’incontrastato padrone delle strade di Napoli e forse la sua nobile stirpe prosegue e non si estingue perché nei suoi fili scorre un ininterrotto flusso di scintille blu! Un cronista della città, sul finire degli anni trenta dello scorso secolo, pubblicò un gustoso articolo che fece sorridere i lettori del suo giornale. Nel rileggerlo sembra di rivivere con una moltitudine di persone i problemi, le ansie, gli affanni, le gioie che, in fondo, sono sempre uguali. Vorrei quasi dire che i pochi tram odierni potrebbero tornare ad essere quelli di ieri.

“Linea 2 (rosso o nero, poco importa): bagnanti in tolette suggestive; più ve ne sono e più ne entrano; grosse borse di canapa a colori vivaci; occhiali scuri; festoso cinguettio; molta gioventù: Sono i tram della spensieratezza, di estate. D’inverno l’ambiente muta: portano alunni a scuola e impiegati all’ufficio; poi per tutto il resto della giornata vanno e vengono vuoti, con qualche solitario passeggero seduto in un angolo.”

La descrizione è quanto mai attuale, continuiamo a leggere.

“E la linea 6? …sembra che sia sempre affaticata e pronta a brontolare…”, “…il tram n. 30 e quello n. 4 sono popolarissimi…”, “… il n. 20 ha sempre invece un pubblico elegante diretto ai villini del Parco Margherita e agli alberghi del Corso Vittorio Emanuele”.

I tram non sono tutti uguali, non bisogna credere alle apparenze. Se potessimo vederli nei loro depositi, allineati l’uno vicino all’altro, non riusciremo a distinguerli ma è nel momento in cui alle prime luci del giorno essi sciamano dai capannoni che li hanno protetti di notte che iniziano a vivere, che i loro cuori cominciano a pulsare forse nei meandri dei loro motori. La gente che sale, scende, impreca, scherza ogni giorno si rincuora alla vista della sferragliante vettura che la condurrà al lavoro, a scuola, a svolgere le varie faccende.

Ed il tram paziente cammina e cammina, giorno dopo giorno, ieri come oggi. C’è il tram che si prende ogni mattina ed ogni sera: sempre lo stesso, sempre le medesime persone a bordo, sembra di conoscerle tutte fino al punto che si salutano confidenzialmente senza sapere nulla di loro, come se fossero vecchie amicizie. Il gruppo di studenti che non stanno un istante tranquilli, il vecchietto pelato e distinto che si esprime con parole forbite, l’anziana donna da tenere lontana perché ad ogni sobbalzo cade pesantemente addosso ai vicini. Tutta la gente che anima la traballante vettura gli infonde la vita.

Provate qualche volta ad uscire di casa più tardi ed ecco che vi troverete sperduti, in un mondo diverso, anche questo palpitante di vita ma mutato perché appartenente ad altri.

È vero dunque che non bisogna credere alle apparenze: i tram non sono tutti uguali! Per giustizia non possiamo ignorare i principali protagonisti. A bordo del tram oggi è rimasto un solo personaggio, il conduttore, ma un tempo c’era il fattorino: entrambi sembravano nati con il tram, formavano una coppia inscindibile, l’uno indaffarato alla guida non parlava, d’altronde gli era vietato da una apposita tabella ma l’altro parlava persino per lui. Conversava con i passeggeri strappando i biglietti da multicolori blocchetti, commentava il comportamento dell’amata squadra di calcio ed incitava gli utenti con l’improbabile “avanti c’è posto!”

Negli anni trascorsi la Società in cerca disperata di risparmi abolì la mitica figura del bigliettaio ma non ebbe l’ardire di gettare nelle fonderie le vetuste vetture ed i loro motori pulsanti, così le revisionò, riverniciò, le rimise sui binari, le restituì ai suoi utenti. In quell’epoca di rinnovamenti uno sconosciuto zelante dirigente volle raggiungere la perfezione e volle precisare con splendenti targhette apposte nell’interno delle carrozze il numero massimo delle persone trasportabili in piedi, ben 71. Noi onorammo l’ignoto funzionario riconoscendolo cabalisticamente come l’ultimo passeggero da sistemare, in piedi, a bordo dei tram di Napoli.

Oggi molte cose sono cambiate, anche nel mondo dei tram.

Enormi jumbo-tram percorrono gli stessi binari ma la vita a bordo è ben diversa, i passeggeri sono frettolosi, poco loquaci s’ignorano. Le vetture sono ampie, confortevoli, il servizio è forse più efficiente anche per l’estendesi delle corsie a loro riservate ma il folklore non c’è più, la spensieratezza a bordo è un ricordo sul quale sembra aprirsi l’occhio ammiccante della vetrata anteriore della vettura.