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Chi non conosce a Napoli il Lido Mappatella? In realtà esso non è uno stabilimento fisso, ma tale allocuzione si riferisce a tutte quelle spiagge libere presso le quali è possibile prendere il bagno portando dietro l’indispensabile contenuto in un fagottino: la mappatella. A Napoli erano, e lo sono ancora, molto frequentati quei piccoli lembi di spiaggia di piazza Vittoria e di Mergellina. Ma come i figli del popolo, ovvero i figli di Partenope, raggiungono tali spiagge?

È presto detto: in tram, anzi fuori!

Questa volta il protagonista della nostra storia è il n. 1 degli anni ’50 del secolo passato, ma potrebbe essere il n. 3 oppure un altro tram.

I “bagnanti” venivano raccolti lungo il percorso di via Marina, sbocco naturale dei numerosi violetti situati dietro il Paravento, nome dato dalla scrittrice Matilde Serao ai bei palazzi costruiti verso la fine dell’ 800 dalla Società del Risanamento. Con abile agilità, i piccoli scugnizzi, vestiti dell’indispensabile e non sempre della propria taglia, formavano un grappolo umano a volte fino a sette unità sostenendosi sul paraurti del tram, sui fanalini di coda o su quant’ altro potesse fornire appoggio. A nulla servivano le minacce del fattorino; come d’incanto, il grappolo si scomponeva ad ogni fermata pronto a ricomporsi alla partenza. Giunti a destinazione, gli scugnizzi abbandonavano la vettura per dirigersi verso le spiaggette del Lido Mappatella pronti a godersi una gita in barca.

 

 

Mi raccontava mio padre che i noleggiatori di barche, parlo di quelle in legno ed a remi, trattenevano in ostaggio una scarpa tolta ad uno dei gitanti allo scopo di non dover poi andare a recuperare il natante dall’altro capo del golfo.

Ma queste precauzioni a nulla servivano: bastava calzare un paio di scarpe molto vecchie ed il gioco era fatto. A questo punto ci viene in mente il venditore di “scarpe scompagnate” della Napoli del prof. Bellavista, al secolo Luciano De Crescenzo. Non si trattava forse dello sfortunato noleggiatore di barche?

Oggi quegli scugnizzi certo non saranno ingegneri, non saranno professori, non saranno avvocati; eppure qualche cosa faranno.

Cu 'na bona salute, e scusate d' 'e chiàcchiere ...