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di Giuseppe Vitiello

 

Ritornando indietro nel tempo della mia infanzia, ricordo che all'avvicinarsi delle festività natalizie si incominciava a pensare cosa chiedere a Gesù Bambino da far portare dalla Befana in occasione di questo evento.

Non sempre si scriveva direttamente alla Befana forse pensando che scrivendole tramite il Bambino Gesù la richiesta fosse tenuta in più alta considerazione. I desideri venivano espressi attraverso una letterina di Natale acquistata con poche lire dal cartolaio proprio sotto casa, quello stesso cartolaio che vendeva quaderni, pennini ed asticciole per la scuola ed i tanto sospirati colori "Giotto".

Erano gli anni del dopoguerra, c’era tanta voglia di vivere bene ma poche erano le occasioni per i ragazzi di poter gioire nel ricevere dei giocattoli come dono durante l'anno. Quindi tutte le speranze erano concentrate in quel piccolo foglio di carta, la letterina, ed in un intervallo di tempo limitato e preciso: le feste di Natale.

Ricordo che a Torre del Greco, città dove sono nato e dove tuttora risiedo, all'epoca non c'erano negozi specializzati per la vendita dei giocattoli, pertanto negozianti che per l’intero anno avevano venduto generi diversi, all’approssimarsi del Natale, si riempivano di giocattoli. Inoltre era consuetudine che, nella piazza principale di Torre, si allestiva un mercatino con decine e decine di bancarelle letteralmente stracolme di balocchi di ogni tipo. Ma questi venditori occasionali non erano in concorrenza con quelli stabili perché in questi si vendevano giocattoli di qualità, e quindi più costosi, mentre sulle bancarelle vi erano balocchi dai prezzi più accessibili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

           Confezione trenino INGAP in latta serigrafata                                                     Confezione treno elettrico Rivarossi

 

 

 

Tornando ai commercianti di Torre del Greco, ricordo che in un negozio che normalmente vendeva elettrodomestici, durante il periodo di Natale era montato, tra radio e giradischi con frigoriferi sullo sfondo, un ovale su cui circolava un trenino della Rivarossi in bachelite e funzionante con la corrente elettrica. Che meraviglia!

Di contro sulle bancarelle si potevano trovare, anche a decine, solo confezioni di trenini della INGAP, trenini in latta e funzionanti a corda. Quanto vorrebbero i collezionisti che ci fossero ancore quelle bancarelle.

Ritenendo che Gesù Bambino non avesse molto tempo da leggere, il desiderio più importante era sempre il primo ad essere scritto. Così nella letterina di Natale al primo rigo c'era la richiesta di un trenino, magari elettrico come quello che girava tra radio e giradischi.

Purtroppo la speranza di trovare quel “Rivarossi” svanì la mattina di quel 6 gennaio quando sotto l'abete natalizio trovai montato un piccolo cerchio di binari con un trenino sì, ma in latta della INGAP. Non ricordo la fine che fece quel giocattolo, certo è che dopo svariati anni sono riuscito a recuperare quel primo trenino “Rivarossi”, che tanto avevo desiderato, ed anche il trenino della INGAP che mi aveva deluso.

 

 

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