di Rosario Saccone

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La Foggia-Potenza è la classica ferrovia secondaria non elettrificata a scarso traffico sulla quale pende la spada di Damocle della chiusura. Un grosso rischio in tal senso la linea lo ha corso nel 2013 quando è rimasta per diversi mesi interrotta a causa dei danni prodotti dal maltempo. Quale meta migliore dunque per la tradizionale gita di fine anno come sempre organizzata rapidamente e con poche pretese.

L’orario del Reg 3517, in partenza da Foggia alle 14:29, avrebbe inoltre consentito in mattinata una rapida visita alla Foggia-Lucera ed alla Foggia-Apricena Città, due linee gestite dalle Ferrovie del Gargano.

Per raggiungere il capoluogo da Napoli bisogna servirsi degli autobus di CLP che collegano circa ogni ora le due città con un viaggio via autostrada che dura poco più di un paio d’ore. Siamo dunque partiti con l’autobus delle 9:00 e siamo giunti a Foggia verso le 11:15. Giusto il tempo per acquistare i biglietti ed eccoci al binario 1 tronco nord da cui in genere partono i moderni convogli Flirt a 3 casse per Lucera delle FdG.

Un treno delle Ferrovie del Gargano nella stazione di Foggia pronto a partire per Lucera (foto R. Saccone).

Questa linea era già stata oggetto di una visita da parte di alcuni soci del Clamfer nel 2010. Abbiamo dunque fatto un’andata e ritorno avendo a Lucera giusto il tempo di vedere la stazione dall’esterno e di scattare qualche foto.

La vera novità è la Foggia-Apricena Città, variante del primo tratto della ferrovia garganica inaugurata a settembre 2015. La vecchia linea prevedeva per Apricena una stazione in aperta campagna a diversi chilometri dal centro; ugualmente isolate, lungo la stessa tratta, la stazione di San Marco in Lamis e la fermata San Matteo nel comune di San Severo.

La variante si innesta a Nord della stazione di San Severo sulla linea adriatica consentendo ai treni provenienti dalla garganica di poter proseguire per Foggia senza cambio banco; la nuova stazione di Apricena Città è a poca distanza dal centro dell’abitato. Altre importanti opere d’arte sono il viadotto a travata metallica che scavalca l’autostrada A14 e la galleria del Monte Tratturale dopo la stazione di Apricena Città, ancora non percorsa dai treni ma che presto verrà allacciata alla linea e consentirà l’innesto sulla vecchia ferrovia garganica poco prima di San Nicandro.

Vista dalla cabina di guida di un treno Flirt della nuova linea per Apricena Città:

si notano in lontananza l’abitato di Apricena ed il ponte metallico sull’Autostrada Adriatica.

 (foto R. Saccone)

La nuova stazione di Apricena Città con l’autobus sostitutivo per San Nicandro  (foto R. Saccone).

Al momento anche la relazione Foggia-Apricena Città vede in servizio i moderni Flirt mentre sulla vecchia tratta da San Nicandro a Peschici sono impiegate le elettromotrici (tra cui quelle recentemente revampizzate) appositamente dislocate a Peschici prima che la vecchia tratta rimanesse isolata. Il vecchio tracciato tuttavia era assai suggestivo dal punto di vista paesaggistico e fino al 2009 conservava ancora in buona parte la palificazione originaria con la linea aerea a filo unico privo di catenaria.

Immagine del 2009 di un treno alla fermata San Matteo

sul vecchio tracciato ancora dotato di palificazione originale (foto R. Saccone).

Sempre nel 2009 un treno sul vecchio tracciato nei pressi di un segnale ad ala semaforica (foto R. Saccone).

Anche la visita alla Foggia-Apricena è stata assai rapida e siamo in breve rientrati nel capoluogo della Capitanata. Dopo un breve spuntino abbiamo preso posto sul treno per Potenza composto da una coppia di automotrici Aln668 serie 1000.

Una coppia di automotrici pronta a partire alla volta di Potenza (foto R. Saccone).

La prima parte del viaggio è un po’ monotona con la linea che attraversa il Tavoliere procedendo parallela alla superstrada che avevamo percorso la mattina con l’autobus in senso inverso per giungere a Foggia.

Transitando per il posto di movimento Cervaro, da dove si dirama la linea per Benevento e Caserta, osserviamo la variante di poche centinaia di metri di recente aperta al traffico che consente ai treni provenienti da Caserta/Roma di bypassare la ex stazione e di proseguire direttamente per Foggia. Da qui in poi la Foggia-Potenza non è elettrificata e continua con un lungo rettilineo verso sud-est fino ad Ordona dove piega verso l’interno.

Ancora lunghi rettilinei caratterizzano la linea fino ad arrivare nella valle dell’Ofanto dove si incontra la stazione di Rocchetta Sant’Antonio, punto di diramazione delle linee per Avellino (chiusa al traffico) e per Spinazzola la quale, pur priva di traffico passeggeri, vede un intenso traffico merci legato al trasporto di automobili dal sito produttivo di San Nicola di Melfi.

La linea per Avellino invasa dai rovi (foto B. Palumbo).

Qui incrociamo il Reg3516 composto dalla locomotiva diesel D445 1036 in spinta a carrozze MD; poiché la linea affronta un ampio tornante dopo la partenza da Rocchetta rivediamo tale treno mentre viaggia in direzione opposta alla nostra alla volta di Foggia. Il fiume segna il confine di regione per cui dopo averlo attraversato ci lasciamo alle spalle la Puglia ed entriamo in Basilicata.

Il Reg 3516 che abbiamo incrociato a Rocchetta viaggia in direzione Foggia; in basso un ponticello

con le ringhiere dipinte di giallo tradisce la presenza della linea per Spinazzola (foto B.Palumbo).

Il paesaggio diventa sempre più movimentato e si susseguono diverse brevi gallerie per superare le colline, spesso sovrastate da imponenti generatori eolici. Melfi è sicuramente la località principale servita dalla linea a circa metà percorso con Potenza: il locale servizio di trasporto pubblico urbano assicura un agevole collegamento col centro storico arroccato in collina.

Il centro storico di Melfi visto dalla stazione col Castello di Federico II

(quello in cui furono promulgate le Constitutiones Melphitanae) ed il campanile della Cattedrale (foto B. Palumbo).

Si giunge così in vista del Vulture che tradisce la sua natura vulcanica, oltre che per la forma, per la fitta vegetazione legata alla fertilità del terreno che ne caratterizza i versanti a differenza delle colline argillose circostanti sostanzialmente brulle. Anche le stazioni di Barile e Rionero in Vulture sono a ridosso del centro dei rispettivi abitati, un particolare purtroppo non scontato nell’ambito delle ferrovie italiane.

Il Vulture visto da Rionero nel cui comune ricadono i celebri laghi di Monticchio

che occupano il cratere dell’antico vulcano (foto B. Palumbo).

Ed infatti ben più isolate risultano le altre stazioni tra cui quella di Castel Lagopesole che dista alcuni chilometri dal paese col famoso fortilizio costruito da Federico II. Dopo Possidente il treno attraversa una lunga galleria e giunge ad Avigliano dove convergono le linee a scartamento ridotto delle FAL provenienti da Avigliano Città e da Altamura. Inizia qui il tratto, noto a tutti gli appassionati di ferrovie, per essere caratterizzato dal doppio scartamento con terza rotaia interposta che arriva fino alle porte di Potenza; nel capoluogo le due ferrovie si dividono nuovamente e le FAL svolgono anche un utile servizio urbano. Giungiamo a Potenza quando ormai è sera; avevamo preventivato di tornare in autobus direttamente a Napoli ma riusciamo a prendere il treno per Salerno con coincidenza per Napoli riuscendo anche ad avere il tempo di visitare una nuova sezione delle scale mobili che salgono in città il cui ingresso è proprio di fronte al fabbricato di stazione.

Un treno Minuetto elettrico a Potenza nella nuova livrea dei treni regionali è pronto a partire per Salerno.

(foto B. Palumbo)

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