di Andrea Cozzolino

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In un articolo pubblicato su questo stesso sito ho ricordato come fin dalla tenera età abbia cominciato a raccogliere cartoline della mia città, Napoli, che non tanto riproducessero luoghi celebrati del capoluogo campano, ma che piuttosto inquadrassero mezzi pubblici, filobus in particolare.

Col passare del tempo, aumentando la mia ‘insana’ passione per i trasporti, ho cercato di risalire indietro nel tempo aggiungendo alla mia collezione immagini che testimoniassero i tempi da me non vissuti e, in specie, quelli nei quali protagonisti assoluti erano i tram. Certo, l’acquisto delle cartoline d’epoca non era incoraggiato dagli alti prezzi praticati da molti venditori, ma – col tempo – anche la “raccolta” tramviaria si è accresciuta abbastanza, estendosi quasi naturalmente alle linee provinciali e alle altre tramvie esercitate in Campania, la Castellammare-Sorrento e la Pompei-Salerno.

Qui di seguito vorrei illustrare luoghi ormai lontani nel tempo per quel che concerne la presenza di binari e di fili elettrici in un ideale “campionario” delle linee che furono …

   

Il nostro non sarà un itinerario cronologico, ma non si può non partire da lontano se si vuole testimoniare una realtà scomparsa. Qui siamo in una piazza Amedeo veramente irriconoscibile se comparata ad oggi. Non c’è ancora, ad esempio, la stazione della Metropolitana e i due tram raffigurati non recano ancora le tabelle numeriche di linea che saranno utilizzate dal 1910 circa, il che data la cartolina ad oltre un secolo fa! Le vetture che esercitano la linea dal rione Amedeo alla Ferrovia (il futuro 5) sono due Franco-Thomson Houston appartenenti alla prima dotazione di tram napoletani.

 

Ancora profumo d’antico in questa cartolina dei primi del Novecento che ci mostra lungo via Posillipo, all’altezza di villa Thalberg, un tram ed una rimorchiata, per non dire dell’elegante palo a mensola che regge la rete aerea. Un binario in primo piano, due vetturette sullo sfondo, ma – per una volta – forse sono i due personaggi ed il loro abbigliamento ad attirare maggiormente l’attenzione, anche perché molto probabilmente “aggiunti” all’immagine (come spesso all’epoca) dalla perizia del fotografo!

Uno dei centri nevralgici del servizio tramviario napoletano fu certamente piazza Dante, dalla quale si dipartivano non poche linee (a cominciare dalle prime due “elettriche”, quelle per il Vomero e per la Torretta attraverso il Corso Vittorio Emanuele). Come si vede, il sistema di binari prevedeva un grosso anello per consentire il passaggio delle linee in transito e un’ampia zona  (visibile qui sulla sinistra) dedicata a capolinea con due binari destinati alla sosta delle varie linee, tra le quali non vanno dimenticate quelle della SABT (Societé Anomyme Belge de Tramways) dirette verso i Comuni del Nord, prolungate dal Museo a piazza Dante nel 1911.

Di nuovo piazza Dante, qui in un’immagine del dopoguerra che forse ancor meglio, con la prospettiva dall’alto, ci fa comprendere la sistemazione della rete tramviaria alla quale si è aggiunta anche quella filoviaria, come testimonia (sullo sfondo) il filobus al capolinea della 46->246, filovia diretta verso piazza Vittoria. Tutto il “sistema tramviario” di piazza Dante fu eliminato nel 1954: i binari furono arretrati al Corso Amedeo di Savoia per le linee “del Nord”, mentre tutte le tramvie urbane qui attestate o in transito furono progressivamente sostituite da autolinee e filolinee.

 

Il centro del Vomero – piazza Vanvitelli – e i tram. Il capolinea vomerese ospitava le linee 8, 24, 28 e 33; inoltre, era presente nella piazza un binario di transito per i tram delle linee 7 e 27 dirette a San Martino. Nell’immagine, databile a metà degli anni ’30 del XX secolo, vediamo ritratta in primo piano una  “Charleroi” e precisamente la vettura n. 600, appartenente al gruppo di tram rinumerati dopo la riunificazione degli esercizi urbano ed interurbano nel 1927 e proveniente dalla dotazione della società belga SATN (Societé Anonyme de Tramways Napolitains), primo gestore delle linee tramviarie napoletane.

 

Un’immagine ineludibile: piazza Garibaldi, la vecchia Stazione Centrale e … i tram di un tempo che si incrociano sul tracciato al centro della piazza, quel tracciato che, tutto sommato, è lo stesso percorso ancora oggi dalle linee 1 e 2. In primo piano è inquadrato il raccordo che consentiva alle tramvie dirette verso il centro cittadino di imboccare corso Umberto I. La contemporanea presenza di due autobus interurbani certamente appartenenti alle cosiddette “vetture affittate” e di un tram ricostruito con doppi fari anteriori ci consente di datare la cartolina ai primi anni ’50 del XX secolo.

 

Barbaja-Reclusorio: questi gli estremi percorsivi di una delle linee più antiche della rete napoletana, che assumerà nel tempo il numero 3. Nella cartolina qui riprodotta vediamo l’uscita dalla rotonda di Mergellina (tuttora capolinea di non poche linee automobilistiche) di due tram a carrelli “a muso piatto”. Per una volta si coniugano perfettamente le bellezze della città e l’interesse per i mezzi pubblici …

 

La rete tramviaria di Napoli – sin dalla sua realizzazione – comprendeva anche non poche linee extraurbane, dirette da un lato a Pozzuoli e dall’altro verso i Comuni Vesuviani: queste ultime raggiungevano S. Giorgio a Cremano, Portici, Resina (oggi Ercolano) e Torre del Greco. Qui vediamo il capolinea di S. Giorgio a Cremano, sito in piazza Garibaldi, dove si attestavano la linea 56 (ex-26) proveniente da Napoli-piazza Municipio, e la 59, diretta invece a Portici (capolinea a piazza S. Ciro).

 

Tre erano le linee in partenza dalla ‘stazione’ di piazza Capuana delle Tranvie Provinciali di Napoli: una era diretta ad Aversa (con diramazione per Giugliano), una a Frattamaggiore (con diramazione per Grumo Nevano e Casandrino) e – più antica di tutte – quella per Casoria, Afragola, Caivano. Ecco un convoglio di T.P.N. ripreso all’altezza di un raddoppio nella piazza Belvedere di Afragola: in primo piano, individuabile dal lungo lucernario spiovente, una rimorchiata di tipo “Preston”, risalente all’anno 1911.

 

Un’immagine classica di piazza Tasso a Sorrento, con S. Antonino benedicente, il binario sulla sinistra e il tram, uno dei sedici tram che dal 21 gennaio 1906 al 6 gennaio 1948 collegarono la più nota località turistica della Penisola con Castellammare di Stabia, consentendo così alle popolazioni della zona di raggiungere la più vicina stazione ferroviaria. La tramvia Castellammare-Sorrento, che prevedeva anche una sorta di servizio urbano tra il centro di Castellammare e i cantieri navali ed una linea ridotta Sorrento-Meta, fu dismessa all’atto del prolungamento a Sorrento della ferrovia Circumvesuviana.

 

Pompei-Scafati-Angri-Pagani-Nocera Inferiore-Cava dei Tirreni-Vietri sul mare-Salerno: questo il lungo percorso  (circa 30 km) della tramvia che collegava la città dell’Irno con l’agro nocerino-sarnese attestandosi a pochi passi dalla basilica mariana di Pompei. Benché progressivamente ridotta nella sua estensione fino a diventare già nel 1940 Pagani-Pompei, la linea (inaugurata nel 1909) fu dismessa soltanto a gennaio del 1952. Qui vediamo l’immagine ‘simbolica’ di un tram con rimorchio, mentre transita davanti al Palazzo Coppola di Cava, sede dal 1921 della TEPS (Tranvie Elettriche della Provincia di Salerno).

   

Immagine del titolo: Elettromotrice della SATN al capolinea di Portici-Bellavista.

La tabella con il numero 27 ci garantisce che l’immagine è anteriore al 1919 quando - con la separazione degli esercizi -

 la linea sarà rinumerata 57.

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