Nella seconda metà degli anni ’40, al
termine della II Guerra Mondiale, il parco
tramviario dell’Azienda napoletana (ATAN del
1947) era in condizioni deplorevoli a causa dei
danni subiti durante gli eventi bellici, ma
anche per lo stato fatiscente di gran numero dei
veicoli a disposizione, che spesso non si era in
grado di riparare convenientemente.
La scelta aziendale fu quella di guardare con
attenzione soprattutto alle motrici più recenti
(e più capienti), vale a dire quelle a carrelli,
entrate a far parte del parco tra il 1932 e il
1935, ma non per questo meno bisognose di cure
rispetto a quelle a due assi. Fu così che – per
rendere più efficienti questi tram e al tempo
stesso per ridurre i tempi di revisione – l’ATAN
decise di ristrutturarli in parte presso le
proprie Officine di Croce del Lagno e in parte
di inviarli in ricostruzione esterna presso le
Industrie Meccaniche Meridionali (IMM). Qui le
vetture vennero radicalmente modificate
assumendo (sia nella parte anteriore che in
quella posteriore) testate aerodinamiche che –
come si avuto modo di sottolineare altra volta
(vedi qui l’articolo a mia firma dal titolo
Disegni di tram) – derivavano sostanzialmente
dai tram della serie fiorentina 1101÷1110
costruiti dalle Officine “San Giorgio” di
Pistoia (poi OMFP). I tram
rinnovati assunsero il nome di “tipo
Meridionale”, mentre quelli restaurati in
Azienda, che sostanzialmente conservavano le
fattezze originarie, vennero definiti “tipo
Officina”, ma anche (soprattutto tra gli
appassionati) i tram “a muso piatto”.
Settembre 1950: La presentazione delle vetture
ricostruite che, a sinistra quelle di tipo
“Officina”
ed a destra quelle di tipo “Meridionale”,
impegnano l’anello attorno a piazza
Principe di Napoli.
(coll. G. Litigio)
Col passare degli anni, il numero delle motrici
di questo tipo si ridusse sempre di più, dal
momento che lungo tutto il corso degli anni ’50
e soprattutto tra il 1960 e il 1961
(ricostruzione AERFER) l’ATAN inviò un
significativo numero di motrici in ricostruzione
esterna, dalla quale i tram ‘uscivano’ con le
caratteristiche del tipo “Meridionale”.
Due tram di tipo “Officina” ritratti da R.
Marini nel 1963 e nel 1968.
La 1011 fu l’ultima motrice a mantenere i doppi
fari tipici della ricostruzione effettuata nel
1950.
Nel 1968, quando il parco si stabilizzò su 82
motrici e 5 rimorchiate (a seguito della
radiazione di 14 esemplari), i tram “a muso
piatto” erano in tutto 25 di cui 9 derivavano
dalla rimotorizzazione di rimorchiate
(952-971-977-990-1002-1033-1035-1039-1047) e a
cui si dovevano aggiungere le rimorchiate stesse, che
avevano parimenti conservato le fattezze
originarie.
Nelle due foto di P. Gregoris vediamo
altrettanti tram del gruppo di rimotorizzati tra
il 1965 e il 1967.
Presentano alcuni particolari che li
differenziano dalle motrici ristrutturate negli
anni ’50,
come le carenature anteriore e posteriore e la
diversa scansione dei vetrini superiori dei
finestrini.
Nel 1976, allorché
l’Azienda assunse la decisione di ricostruire
integralmente un significativo numero di tram
con la sostituzione integrale della cassa,
furono proprio le tipo “Officina” ad inaugurare
il ‘nuovo corso’ giacché non poche di esse si
trovavano in cattive condizioni soprattutto di
carrozzeria. Fu così che 11 tram (prototipo la
999) vennero completamente modificati presso le
‘Officine Fiore’ di Caserta riducendo così
ulteriormente il numero dei tram “a muso
piatto”, tra i quali però – già da qualche anno
– erano riapparsi (ricostruiti dalla SOFER di
Pozzuoli, ma senza sostanziali modifiche) 966,
994 e 1045. Con la ricostruzione operata da
Fiore e SOFER tra il 1978 e il 1979 si ridusse
ulteriormente il numero delle vetture di tipo
“Officina”: in pratica, presso il deposito di Fuorigrotta funzionavano solo 971 e 1039, mentre
l’impianto di San Giovanni – oltre le tre
motrici sopra citate – aveva in servizio anche
la 1038. Ma erano proprio gli ‘ultimi fuochi’:
con l’ulteriore ricostruzione Fiore-SOFER del
1980 scomparvero anche gli ultimi sei tram “a
muso piatto” (ultima ad essere inviata alla
ricostruzione fu la 966, utilizzata per un certo
tempo come “Trasporto Materiali”), lasciando
certamente negli appassionati non poca
nostalgia!!!
Sei foto,
tutte scattate da M. J. Russell nel 1978, ci
documentano i sei ultimi tram a muso piatto
che
hanno circolato a Napoli poco prima della loro
trasformazione: 971 e 1039 sono ritratti in
servizio sulla linea 1 rispettivamente a via Poggioreale e al capolinea di Bagnoli Dazio. Le
vetture rimessate a San Giovanni erano
utilizzate, invece, pressoché esclusivamente sul
29 rosso: 966 è ferma al capolinea di piazza
Nazionale,
1038 da corso Lucci si immette su via
A. Volta, mentre 994 e 1045 sono state
fotografate al capolinea suburbano di Borrelli,in comune di S. Giorgio a Cremano.
Foto del
titolo: motrice “a muso piatto” n.
1036 al capolinea di via Pignatelli della
tramvia 3 (foto V. Longo). |