di Andrea Cozzolino

 

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Una delle più singolari ed interessanti testimonianze conservate nell’Archivio dell’Azienda Napoletana Mobilità (A.N.M.) è certamente la vastissima raccolta di fotografie (costituenti un unico “blocco”) scattate ai veicoli aziendali nel corso dell’estate del 1949.

Il servizio fotografico, come è possibile ricavare dalle immagini stesse, ha uno scopo preciso, che peraltro ci è noto anche da altre fonti. L’azienda (all’epoca A.T.A.N. = Azienda Tranvie Autofilovie – Napoli) voleva dimostrare l’assoluta impossibilità di poter continuare ad esercitare un servizio “decente” con lo scarso materiale rotabile a disposizione dopo i danni subiti dal parco veicoli durante la Seconda Guerra Mondiale. L’oggetto delle foto è pertanto unico: il sovraffollamento incredibile di tram, autobus e filobus soprattutto nelle ore di punta e/o in particolari occasioni quali il trasporto di gruppi di tifosi allo stadio in occasione di partite di calcio o di altre manifestazioni sportive. E bisogna dire che – sotto questo aspetto – le foto ebbero un loro successo, visto che nel corso del 1950 il Comune di Napoli provvide a sovvenzionare l’Azienda sì che essa poté noleggiare con diritto di riscatto (dall’A.R.A.N. = Aziende Riunite Autopullmann – Napoli) ben 50 autobus urbani.

   

   

 

Le immagini del 1949 non solo ci consentono di verificare l’effettiva scarsità di mezzi a fronte della richiesta dell’utenza, documentata dall’incredibile sovraffolamento delle vetture, ma anche di conoscere non poche linee della rete. Nel “blocco” qui raffigurato vediamo la 16 (Parco Castello-Poggioreale), la “storica” 5 (Rione Amedeo-Tribunali), la vomerese 8 (Piazza Vanvitelli-Carmine), con un vero “equilibrista” sul gradino posteriore, e infine la 18 (Capodimonte-Piazza Vittoria) in transito per piazza Municipio.

 

A testimonianza dell’assoluta prevalenza del vettore tramviario nel periodo sta un dato incontrovertibile: le immagini di tram sono oltre trecento contro solo 21 di autobus e 13 di filobus: una vera “goduria” dunque per l’appassionato delle rotaie in città! Ma bisogna premettere che purtroppo le foto non sono di buona qualità, anzi assai spesso sono di una bruttezza incredibile: mezzi “tagliati”, personaggi ed automobili che “imballano” la vista del tram, difetti palesi di sviluppo delle foto; si aggiunga che ad ogni immagine è aggiunta una striscia che contiene (scritti a mano!) i dati di scatto e di linea (oltre che il soggetto) di ogni fotografia, che va molte volte a sovrapporsi alla foto stessa. Credete per questo che non sia il caso di esaminare più da vicino questo “blocco” ed evidenziarne alcune caratteristiche? Assolutamente no!

   

   

   

Un campionario dei difetti delle foto del ’49: la vettura 731 è ritratta nonostante il passaggio di alcuni pedoni, la foto della 368 è tagliata, così come quella della 1028, mentre i riflessi nell’immagine della 703 sono fastidiosissimi. Eppure, in questo modo possiamo vedere il cristallo anteriore centrale della 731 più grande rispetto alla norma e la mancanza del vetro posteriore della 1028 sostituito alla meglio con delle assi (che peraltro non sembrano creare problemi agli scugnizzi “attaccati al tram”), per non dire della rara testimonianza di un tram in servizio sulla linea 30, diretta da parco Castello a Fuorigrotta …

 

Cominciamo a rilevare che – per alcune vetture e per alcune linee – la testimonianza offerta dalle foto del ’49 è unica, dal momento che i singoli tram raffigurati non compaiono in nessuna altra immagine; e già questo è un segnale significativo. Altra interessante caratteristica del “blocco” è la scelta – da parte del fotografo – di luoghi dedicati nei quali scattare le sue foto. Questi sono, generalmente, piazza Garibaldi e l’inizio del corso Umberto, piazza Nicola Amore (un’inquadratura-tipo che ritorna in molte immagini), l’angolo tra via Duomo e via Foria (ma anche la stessa strada diversamente inquadrata), piazza San Ferdinando e le sue adiacenze, la salita di via Salvator Rosa e il Museo, anche se non mancano scatti occasionalmente ripresi in altri siti (es. via Firenze o via Stella Polare [oggi corso Lucci]), che completano il quadro dei “tram del ‘49”.

 

 

 

 

   

I luoghi delle foto del ’49: cominciamo da quello più sfruttato, l’angolo tra piazza Garibaldi e il corso Umberto I. Qui non solo vediamo più vetture che si incrociano, ma riusciamo a scorgere anche alcune interessanti caratteristiche della rete: allo scambio filoviario segue, più a distanza, l’incrocio (impegnato da una biassi) tra la rete tramviaria e quella dei filobus diretti verso la Ferrovia, reso necessario dallo spostamento del tram verso il lato destro della strada dopo la confluenza dei binari provenienti dalla piazza e da corso Garibaldi e la fermata segnata dal piccolo marciapiedi a terra. Passiamo poi a piazza Nicola Amore (dove sono ritratti un tram a carrelli e una vettura biassi proveniente da via Duomo in servizio sulla linea 8), a via San Carlo, con l’ineffabile presenza sulla sinistra di un camioncino autotorre FIAT 621, per chiudere con una motrice a carrelli che sta percorrendo l’ultimo tratto di via Stella Polare.

 

 

E veniamo ad una descrizione più dettagliata dei soggetti, alla quale sarà necessario premettere però un quadro complessivo dei tram aziendali che erano stati suddivisi (e riclassificati) nel dopoguerra secondo i tipi di motorizzazione:

   
   

Matricola

Q.tà

Modello

aziendale

1

÷

42

42

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori GE 57

71

÷

77

7

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori GE 249

101

÷

134

34

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori GE 54

201

÷

218

18

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori CT 125

279

÷

398

120

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori CT 139 K

399

-

400

2

Motrici a due assi con cassa metallica a due motori CT139 K

401

÷

429

27

Motrici a due assi con cassa metallica a due motori LC 245

691

÷

698

8

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori CT 135

701

÷

744

44

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori CT 136

801

÷

817

17

Motrici a due assi con cassa in legno a due motori  TVa

951

÷

1054

104

Motrici a carrelli con cassa metalica a quattro motori CT 118 – LC 224 – CT 139 K

 

 

1101

1

Motrice articolata a carrelli con cassa in legno a quattro motori  CT139 K

1151

-

1152

2

Motrici articolate a carrelli con cassa metallica a quattro motori LC 245

 

 

Due foto particolarmente interessanti: nella prima è ritratta la vettura 110, che è una delle pochissime che mantiene la finestratura ‘alta’ d’origine e che pertanto – ad onta della rinumerazione – deve essere una “Breda” del gruppo originariamente classificato da 466 a 480. Non meno interessante il convoglio m+r ritratto a via Foria: la vettura 390 è chiaramente una Charleroi nonostante la numerazione che non dovrebbe comprendere una motrice di questo tipo!

 

Di tutti questi rotabili non sono presenti nelle immagini del ’49 le motrici articolate, i prototipi delle cosiddette “Balilla” (399-400) e nessun esemplare delle serie 691÷698 e 801÷817; per quest’ultima, acquisita dalle Tramvie del Nord nel 1929 ed utilizzata esclusivamente per le linee gestite dal deposito del Garittone e dirette appunto verso i Comuni del Nord, appare chiaro il motivo della carenza se rileggiamo i siti prescelti per scattare le foto. Ed è probabilmente lo stesso motivo ad escludere l’altro mini-gruppo; evidentemente anch’esso era stato integralmente affidato alle cure dello stesso deposito già in quell’anno, come del resto immagini successive delle vetture 692 e 696 ci garantiscono: per certi versi, quindi, un argumentum ex silentio!!!!

 

 

 

 

 

Dettaglio delle motrici CT 139K (gruppo 279÷398): cominciamo dalla 279, una Charleroi impegnata in un servizio speciale per lo stadio del Vomero (la foto è stata scattata sulla salita di via Salvator Rosa), segue una “Reggiane” (matricola 342 in servizio sulla linea 13), ancora una MATER 1938 (vettura 366, linea 12) e infine una “Belga” (vettura 398, linea 21).

   

 

 

 

 

 

 

 

Un’ultima considerazione riguarda il maxi-gruppo 279÷398, nel quale l’A.T.A.N. aveva raggruppato tutti i tram che, nel tempo, erano stati modificati con l’adozione dei motori del tipo CGE CT 139K. Esso comprende, solo in parte cercando di conservare una continuità tra i tipi “di provenienza”, ben quattro diversi modelli precedenti e precisamente “Charleroi” (motrici del 1914 in origine dotate di motori AC 81 costruiti appunto negli Atéliers de Charleroi e le cui casse erano state realizzate dalle Officine Meccaniche Reggiane: modello facilmente riconoscibile per la presenza di un lungo lucernario); “Reggiane” (anch’esse costruite dalle O.M.I, ma nel 1922 e dotate precedentemente di motori TIBB GTM 3); “MATER 1938”, gruppo di vetture ricostruite appunto dalla sede napoletana della romana azienda “Motori Alternatori Trasformatori Elettrici Roma” utilizzando truck e altre componenti di alcune motrici del gruppo “O.F.M. 1912” (matricole originarie 501÷560) e infine “Belga” (ricavate dalle motrici di prima dotazione acquistate dalla S.A.T.N. in Belgio). In un tale “guazzabuglio” pensate che non sia utile disporre di un nutrito gruppo di immagini per cercare di capirci di più?

 

Chiudiamo la nostra esposizione con due immagini di convogli formati da motrice e rimorchiata: qui è ancora più evidente, nonostante la maggiore capienza, quanto fosse carente il servizio all’epoca …

   
 

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