Testo di Gennaro Fiorentino

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Thonon les Bains è una deliziosa e fiorita cittadina termale posta sul lato meridionale francese del Lago Lemano. Purtroppo è penalizzata dalla vicinanza della più nota Evian-les-Bains con il suo aspetto elegante ed aristocratico, che si aggiudica la maggior parte del flusso turistico. Ambedue però si caratterizzano, tra l’altro, per la presenza di una funicolare. Ho potuto viaggiare su quella di Thonon (aperta tutto l’anno), in quanto quella di Evian-les-Bains, proprio per la sua peculiare funzione turistica, apre solo a partire dalle vacanze di Pasqua.

Ritornando dunque con il discorso a Thonon, il centro cittadino è posto un po’ in alto rispetto alla costa lacuale. Pertanto alla fine del secolo XIX, con lo sviluppo sia del turismo termale che del traffico mercantile, si incominciò a vedere il Lemano non solo come un’attrattiva turistica ma anche come una comoda via di navigazione per persone e merci verso la opposta sponda svizzera.

Il lago Lemano fa da sfondo all’incrocio delle due moderne vetture (da sito istituzionale Skirail).

Un ostacolo allo sviluppo della via d’acqua, poteva essere rappresentato dalla differente quota tra porto (livello dell’acqua) e centro cittadino. Pertanto apparve molto attraente l’idea di collegare i due punti d’interesse con una funicolare: “le centre ville” con “la Rive” (il porto). Con vivo entusiasmo dei politici e degli stessi cittadini, fu incaricato di uno studio di fattibilità l’ing. svizzero Auguste Alesmonière, vero esperto della materia “obliqua”. Il responso non si fece attendere. Bastarono pochi mesi per avere il progetto che fu rapidamente approvato per il suo carattere eminentemente di pubblica utilità. Il decreto di attuazione datò 30 gennaio 1888.

Lo studio prevedeva un itinerario di 230 metri tutto in curva (compreso l’incrocio), un’autentica singolarità, a binario unico (tranne l’incrocio) e scartamento metrico, con una cremagliera centrale come freno di emergenza. Circa la trazione, essa veniva realizzata da un impianto di 5.000 litri d’acqua che andavano a riempire il serbatoio superiore ad ogni corsa, sistema in verità diffuso anche altrove, agevolando così l’aderenza. La costruzione fu affidata alla casa bernese Von Roll (ricorre spesso nelle nostre storie) che eseguì l’incarico a tempo di record. L’inaugurazione avvenne appena il 2 Aprile 1888 a 2 mesi dal decreto.

Principio del ‘900: la stazione al porto con una delle vetture di origine.

(da cartolina collezione G. Fiorentino)

Thonon: il Castello e la stazione superiore della funicolare (cartolina postale).

Le due vetture avevano una capacità ciascuna di 22 posti (I e II classe), coadiuvate da un carrellino per il trasporto delle merci. Pochi minuti bastavano per raggiungere i rispettivi terminali. La vita della funicolare di Thonon si è svolta nel tempo senza particolari eventi sconvolgenti. Va segnalata all’inizio degli anni ’50, la sostituzione delle cabine e quella del sistema di trazione: non più mosso dallo spostamento dell’acqua ma finalmente totalmente affidato alla trazione elettrica.

1954: nuove vetture e trazione del tutto elettrica (da cartolina collezione G. Fiorentino).

Ma la vera rivoluzione è avvenuta nel 1990 quando dei profondi lavori di rinnovamento hanno avuto luogo. La trasformazione è stata affidata all’impresa specializzata francese “Skirail”. Oltre alla sostituzione delle carrozze, l’impianto è stato completamente automatizzato per cui oggi le cabine (capacità 53 persone) viaggiano con i soli passeggeri ad una velocità di tre metri al secondo.

Una moderna vettura (Foto G. Fiorentino), e . . .

. . . il suo interno (Foto G. Fiorentino)

Anche le stazioni di monte e di valle, sono state ricostruite conservando, per quanto possibile, qualche vestigia a ricordo della “Belle Epoque”. Il costo del transito è di un euro. La riscossione avviene a cura di un agente posto a valle sia per i passeggeri in discesa (riscossione differita), sia per quelli in salita.

Ingresso stazione superiore (Foto G. Fiorentino).

Stazione al porto con edificio originale conservato (Foto G. Fiorentino).

Una cabina in un tratto caratteristico del tracciato (Foto G. Fiorentino).

Gli uffici doganali ormai …. disoccupati. (Foto G. Fiorentino).

Durante la mia escursione, in ambedue i sensi, abbiamo viaggiato a piena capacità anche grazie alla bellissima giornata di fine inverno che ha favorito passeggiate per grandi e piccoli giù al porto dove gli Uffici Doganali, in stile liberty, ricordano un’epoca lontana quando le frontiere affliggevano le relazioni. Certo ad un napoletano come me, questo contesto geografico ha ispirato una naturale similitudine: Thonon-Capri. Anche sull’isola azzurra infatti una funicolare conduce giù alla Marina da sempre. E, guarda caso, anche qui da noi il primo impianto fu costruito dalla blasonata ditta Von Roll di Berna, specializzata per le funicolari.

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