di Andrea Cozzolino

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Sessantacinque anni or sono, esattamente il 2 luglio 1953, l’autolinea 107 fu sostituita dalla filolinea 207 (San Martino - Piazza Pepe), ed entrarono in servizio a Napoli le prime vetture filoviarie a struttura portante, le due assi AERFER FI.110 con gruppi meccanici FIAT 668F/200, che l’Azienda partenopea immatricolò 2331÷2350. I nuovi filobus erano dotati di  motore  OCREN LC 336 da 150 HP con equipaggiamento elettrico del tipo EPN-2. Due erano le caratteristiche singolari di queste vetture: la possibilità di ispezionare le apparecchiature elettriche grazie a due portelloni anteriori e la separazione tra frenatura pneumatica ed elettrica che comportava la presenza di tre pedali: accanto all’acceleratore quello delle frenatura elettrica, a sinistra del piantone dello sterzo quello per la frenatura pneumatica, manovrabile, ovviamente, dal piede sinistro.

I 668 AERFER (m 10.40 di lunghezza, 21 posti a sedere nel tempo ridotti a 20, tutte verdi con porte metalliche a doppio vetro, forse le più “belle” vetture A.T.A.N.) sono stati tra i filobus più a lungo presenti sulla rete napoletana, dal momento che il loro impiego terminò solo alla fine degli anni ‘70. Ma sarà bene seguire dal principio le loro vicende. Al loro apparire, i 668 AERFER furono utilizzati, oltre che sulla 207, sulla 244, ma già dal 1954, con l’apertura della seconda rete interna vomerese in direzione dello Stadio “della Liberazione” (oggi Stadio Collana), passarono ad esercitare, unitamente alla 207, la 221 ed la 221b.; quindi, ridottasi questa a 121cr. mattinale, tornarono quasi stabilmente sulla 207, senza però mai abbandonare la 221; rare, invece, le presenze su altre linee, anche vomeresi, per le quali venivano ritenute di capacità troppo ridotta rispetto ai volumi di traffico. Tuttavia, tra il ‘60 ed il ‘61, dopo lo spostamento al Vomero degli ALFA 911, le “23” cominciarono ad esercitare anche 247 e 249.

   

   

   

Nell’ordine: FIAT 668 AERFER in costruzione con i portelloni anteriori aperti, la vettura 2337 al Salone di Torino del 1952, gli interni dei 668 AERFER (Archivio Alenia), di nuovo  la 2337, ma al capolinea di San Martino della 244

(Archivio A.N.M.) e infine due esemplari di FIAT 668 AERFER in servizio sulle predilette linee 207

(corso Garibaldi, foto C. Marzorati) e 221 (via Costantinopoli, Archivio fotografico Ruggieri).       

A fine ‘61, molti esemplari furono sottoposti a notevoli modifiche, le più importanti delle quali interessarono la frenatura, che da idropneumatica ed elettrostatica divenne pneumatica ed elettrodinamica, con la conseguente riduzione dei pedali da tre a due, ma con l’aggiunta del freno di emergenza tipo Westinghouse. Significativi furono anche gli interventi sulle carrozzerie: a molti filobus furono sostituiti i sedili in legno con quelli in formica, a molti furono modificati i paraurti anteriore e posteriore, a tutti furono sostituite le porte metalliche con altre in legno naturale a doppi vetri e listello centrale sottile, che, nel tempo, furono ridipinte in verde.

Dopo esser rimasti al Vomero sino a fine ‘61, i 668 furono trasferiti a percorsi centrali e vesuviani (per esempio 254b.), ma col tempo ritornarono ancora al Vomero, sia pure con alcune limitazioni: le vetture di Carlo III solo sulla 247 (con relativa barrata), quelle di Stella Polare prima solo sul rinforzo 221b., poi sulla 242r., infine sulla 249b.

Questo primo piano della 2343 a piazza Medaglie d’Oro (capolinea della linea di rinforzo 247 barrata) è forse l’unica testimonianza della presenza dei FIAT 668 sulle linee vomeresi negli anni ’60 (Archivio A.N.M.). Si noti il vetrino aggiunto sul lato sinistro della vettura per migliorare la visuale del conducente.

Nel 1968 le “23” furono chiamate ad esercitare le linee centrali prima servite da vetture a tre assi: CD e CS, ed ancora 232, linea sulla quale, già dall’accantonamento degli ALFA 900, prestavano servizio le vetture rimessate a “Carlo III”. Allorché, nel 1974, anche queste tre linee vennero soppresse, si pensò che il ciclo dei 668 AERFER potesse dirsi concluso; invece, essi continuarono a prestare servizio sui rinforzi mattinali ed occasionali sia centrali che vesuviani (231b., 254cr., 255cr.) ed anzi, tra il ‘75 e il ‘77, vissero un’ultima importante stagione; quando molti ALFA mille furono inviati in ricostruzione esterna, per “tappare i buchi” creati da quelle assenze forzate, si ricorse alle “23” ancora in servizio che furono impiegate persino presso l’impianto di San Giovanni, soprattutto sulle linee 253 e 256. Ma fu l’ultima “fiammata”: poi la decadenza e la progressiva riduzione delle unità in esercizio (in pratica solo 2336, 2338, 2339, 2345 e 2349). In breve, anche le vetture destinate a trasporto materiali (prima 2331, poi 2348) furono accantonate (estate ‘77) e trasferite, poco prima della dismissione della sezione filoviaria del deposito San Giovanni (aprile ‘79), nel piazzale anteriore di via Puglie in attesa di alienazione; questa avvenne nel giugno ‘81, a quasi trent’anni dalla loro immissione in servizio, dimostrazione inequivocabile del “segno” che le “23” hanno lasciato nella storia del servizio filoviario napoletano.

   

Le vetture 2332 a via Diaz in servizio sulla CS e 2349 al capolinea dei Ponti Rossi della 232 (ambedue le foto P. Haseldine).

   

I filobus 2341 e 2346 impegnati nell’esercizio delle filolinee vesuviane 254 barrata e 254 crociata (ambedue le foto P. Gregoris).

Foto del titolo: Il filobus 2350 - in servizio sulla 231 - da via Diaz si immette in via Monteoliveto (foto P. Gregoris).

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