Le filovie minori

della Campania

 

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Volendo conferire all’ultima fatica del prolifico autore un sottotitolo, non avrei dubbi: “Le linee filoviarie intercomunali: ieri, oggi e domani”. Per quanto riguarda l’attributo “minori”, il lettore non si lasci ingannare. Esso si riferisce solo ad un ipotetico confronto con le reti napoletana e salernitana, oggetto quest'ultima già di un analogo lavoro in un passato recente dello stesso Andrea Cozzolino. Nel libro di cui ci occupiamo, il lavoro viene così integrato e completato con la disamina di Napoli-Aversa-Teverola, Capua-Caserta-Maddaloni e Atripalda-Avellino-Mercogliano. Si tratta di tre reti che per estensione, qualità del materiale rotabile ed altri caratteri peculiari, sono (o furono) tutt’altro che minori.

L’esposizione, intrigante ed affabulante secondo uno stile cui ormai siamo stati abituati, conduce il lettore attraverso la storia, l’esercizio e le prospettive dei tre temi. Infatti il registro non è quello, come talvolta rilevato in analoghi saggi di altre firme, del rimpianto o della nostalgia. Ma il facile testo è invece pervaso dalla speranza che presto i filobus possano ritornare a correre su quegli itinerari. Infatti, mentre la Capua-Maddaloni resta archiviata nella storia, negli altri due casi e grazie ad illuminati amministratori, il servizio dovrebbe in tempi ragionevoli riprendere.

Nel caso di Teverola in realtà non è mai cessato ma definibile con un inquietante “sospeso”. Mentre ad Avellino si è trattato, come racconta Cozzolino, di una vera e propria ricostruzione con l’arrivo di moderne vetture Van Hool, che attendono con impazienza di poter correre per le strade del capoluogo irpino. Insomma un saggio come diciamo da queste parti “sfizioso”, che di certo accontenterà l’appassionato. Ricchissima è la dote iconografica attinta da archivi istituzionali, collezioni private (anche straniere) oppure dal pingue archivio tematico dell’autore.

G. Fiorentino

   

 

 

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