La prima strada ferrata d'Italia

 

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Eleganza di forme per un ghiotto contenuto: questa potrebbe essere la più sintetica, ma al tempo stesso la più vera definizione del nuovo libro di A. Gamboni, che – basandosi su una vecchia ricerca condotta con Paolo Neri nel 1978 – appare ora in una luce del tutto diversa anche grazie al prezioso utilizzo dei disegni originali del Bayard (provenienti dal “Fonds ancien de l’école des Ponts et Chaussées”) che hanno contribuito anche a chiarire non pochi dubbi relativi al materiale rotabile della ferrovia.

Ad una breve introduzione, che colloca storicamente la nascita della “Napoli-Portici”, soffermandosi altresì sul dibattito relativo all’utilità stessa della costruzione di strade ferrate, G. fa seguire una dettagliata esposizione del progetto e dei dati di costruzione della linea; particolare interesse – in questa sezione del lavoro – destano le pagine dedicate alle varie stazioni, le cui minute descrizioni sono impreziosite da piante e disegni d’epoca. Non meno significativo il capitolo sul materiale rotabile, ricchissimo di disegni e di immagini che quasi da sole commentano la varietà di locomotive, carrozze e waggons in dotazione alla prima strada ferrata italiana.

Ma un libro di G. serba sempre per il lettore una parte nella quale al rigore del dato tecnico e statistico si affianca quello umano, ora doloroso nella casistica degli incidenti, ora attento alle tipologie dei viaggiatori, ora sorridente nel ricordare il “personale ben vestito” o nel riportare i gustosi testi teatrali ispirati dal nuovo mezzo di locomozione: insomma, la cronaca che si fa storia. A questa dovizia e varietà di contenuti si adegua felicemente la raffinatissima veste tipografica che – di là da qualche scusabile menda – riveste con gran classe e gran gusto un volume che non dovrà certamente mancare nella biblioteca dei cultori della storia dei trasporti.  

A. Cozzolino

 

 

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