Testo e foto di Raffaele Ciotti

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Era inevitabile: dopo la digitalizzazione dell’ALn 668 (Diesel) e della E 626 (Elettrica), non poteva mancare all’appello quella di una locomotiva a vapore.

Premessa:

Nel 1983 la Roco mise in commercio la prima versione della FS 473.006 seguita, tre anni dopo, da un’altra versione con numero di servizio 002. In previsione di acquistare la prima, viste le ragguardevoli e irreali dimensioni delle targhe, mi misi all’opera per disegnare e successivamente far realizzare in fotoincisione di alpacca le suddette targhe, nelle giuste dimensioni e quindi con la numerazione FS 473.006.

Per motivi che qui non sto ad elencare, non acquistai più la locomotiva, e quando mi decisi a farlo (4 anni dopo), era già stata messa in commercio la 473.002; ormai avevo le targhe fotoincise col numero di servizio 006 e, visto il costo non proprio indifferente di un impianto in fotoincisione, decisi di usarle sulla mia locomotiva cambiando (o correggendo), i numeri sul pancone anteriore e sul tender da 002 a 006.

    

Particolare della cabina della locomotiva FS 473.06 con la targa fotoincisa

e, a lato, particolare della parte anteriore con la numerazione sul pancone.

Quanto sopra per giustificare le differenze che si dovessero palesare tra le due versioni della locomotiva e i loro numeri di servizio.

Preparazione:

Si inizia con aprire, con molta cautela (attenzione al biellismo!), la locomotiva per eliminare i collegamenti tra la lampada che illumina i fanali anteriori e il resto dei contatti elettrici, diodi, filtri ecc. in pratica la lampada dovrà essere completamente isolata sia verso la circuiteria che verso massa.

Dovranno rimanere i contatti striscianti delle prese di corrente delle ruote che resteranno collegati al circuito stampato e che tramite l’aggancio polarizzato tra locomotiva e tender, porteranno la corrente captata dalle ruote a quest’ultimo.

Si saldino ora ai contatti della lampada anteriore i 2 cavetti di un microconnettore che faremo fuoriuscire posteriormente all’esterno della locomotiva, dotandolo di una lunghezza tale da permetterne l’aggancio/sgancio senza difficoltà con la corrispondente femmina proveniente dal tender.

   

Nelle foto sono stati evidenziati i due microconnettori per fanali anteriori.

Le modifiche da effettuarsi sulla locomotiva si esauriscono qui; possiamo quindi richiuderla e spostare la nostra attenzione alla preparazione del tender, dove dovremo operare le lavorazioni meccaniche più importanti al fine di creare lo spazio necessario ad ospitare il decoder ed il suo altoparlante; apriamo quindi il tender e separiamo le parti meccaniche che dovranno essere sottoposte alle lavorazioni:
1° Carbone: Ricavare nella parte interna mediante fresatura una finestra cieca delle dimensioni di mm 25x13, profondità mm 2 posizionata con il lato più corto a ridosso della parte posteriore.
2° Cassa: Anche in questo caso occorre fresare internamente, sempre nella parte posteriore, e creare un’altra finestra di circa mm 28x10, profondità mm 1,2 (prestare molta attenzione a non passare da parte a parte!).

  

Le avorazioni: dell’imitazione del carbone e, a destra, della cassa del tender.

Dissaldiamo tutti i componenti presenti sul piccolo C.S. (condensatore, filtri, diodi, ecc) lasciando i collegamenti del motore con le 2 piazzole più grandi, facilmente individuabili dai contatti in ottone rivettati, e le 2 piazzole più piccole (tra le due viti) con i cavetti provenienti dalla femmina del gancio polarizzato.

Occorrerà anche prevedere 2 fori da mm 1,5 o 2 per il passaggio dei fili del microconnettore femmina per l’alimentazione della lampada dei fari anteriori.

  

Preparazione del c.s. del tender e foratura per il passaggio dei cavetti del microconnettore.

Dovremo ora preparare un piccolo carter ad “U” in ottone da mm 0,3 di spessore a protezione del motore e sopra il quale andrà incollato il decoder protetto dalla sua copertura in tubetto termorestringente.

Il carter per coprire il motore è stato posizionato.

Digitalizzazione:

Dal momento che il decoder, il suo altoparlante e i Led per i fanali posteriori dovranno essere montati nel tender che a sua volta già ospita il motore, la scelta necessariamente è caduta su uno Zimo con i suoni campionati e programmato da Portigliatti (Torino), che con le sue piccole dimensioni e quelle del minuscolo, ma efficiente altoparlante completo di cassa di risonanza, costituisce un’ottima se non l’unica soluzione per ottenere il nostro scopo.

Cabliamo dunque il nostro decoder facendo molta attenzione ai colori dei cavetti; per non incorrere in errori fatali si effettueranno i seguenti collegamenti:

Filo Rosso: Rotaia Destra

Filo Nero: Rotaia Sinistra

Filo Arancione: Motore terminale destro

Filo Grigio: Motore Terminale Sinistro

Filo Bianco: Luci Anteriori

Filo Giallo: Luci Posteriori

Coppia di Fili Porpora: Altoparlante

Filo Verde: 1a Funzione disponibile

Filo Marrone: 2a Funzione disponibile

Filo Blu: Positivo (+) comune di tutte le Funzioni

Per maggiore chiarezza potremo seguire lo specchietto della sottostante tabella esplicativa dei colori della filatura.

A tal proposito, ricordiamo che il filo blu è il comune positivo (+) di tutte le funzioni, mentre i fili verde e marrone sono disponibili per altre funzioni accessorie (dispositivo fumogeno, fuoco del forno, gancio elettrico, ecc.) (*).

Ad esempio, per il dispositivo fumogeno o il fuoco del forno potremo usare i fili verde e blu, per il gancio elettrico il marrone e blu ecc; ovviamente, il filo blu è anche il ritorno comune dei fanali anteriori e posteriori.

Avendo eliminato la lampada ed i relativi contatti dal tender, avremo a disposizione lo spazio per l’altoparlante completo della sua cassa di risonanza, che sarà incollato nella sua parte posteriore e verrà così a trovarsi in corrispondenza della finestra fresata appositamente per permetterne il suo alloggio.

  

Le due immagini mostrano il posizionamento dell’altoparlante nel tender.

La lampada dei fanali anteriori verrà alimentata dal decoder (filo bianco) tramite il microconnettore già citato, interponendo però, tra il ritorno comune (filo blu) e la lampada stessa, un diodo Zener da 5,1 Volt per adattare la tensione in uscita del decoder a quella della lampadina in quanto il range di regolazione non permetteva di avere una giusta luminosità, mentre per i fanali posteriori situati nel tender, useremo 2 led smd a luce bianco/caldo, (posti in vendita già completi dei fili di collegamento) posizionandoli internamente a ciascun fanale, interponendo tra loro e l’uscita del decoder (filo giallo) 1 resistenza da 10 kohm.

Schemino del collegamento diodo Zener e tender modificato e completo di tutti i componenti.

   

Diodi Led SMD con collegamenti e, a destra, loro montaggio all’interno dei fanali posteriori.

Completeremo i fanali inserendo in ognuno un pezzetto di fibra ottica di adeguato diametro lucidato alle estremità o, in alternativa, si potranno segare dagli originali prismi soltanto le parti terminali che vengono a trovarsi nei fari, e lucidarne le estremità come già detto.

A questo punto potremo incollare il decoder sopra il carter coprimotore, curandone la posizione in modo tale che una volta chiuso, venga a trovarsi all’interno della finestra cieca ricavata nell’imitazione del carbone.

Potremo ora agganciare la locomotiva al tender, collegando prima il microconnettore e successivamente il gancio polarizzato, e fare delle prove a tender aperto per verificare che tutto funzioni bene e non avere sorprese una volta che sia stato chiuso.

Terminato il lavoro prettamente manuale dovremo occuparci di regolare la Velocità Min, Velocità Media, Velocità Max, Accelerazione, Frenatura ecc.: tutti questi parametri potranno essere variati a nostro piacimento con la centralina di comando assegnando dei valori compresi tra 0 e 255 alle varie CV contrassegnate dalla 2 alla 5; potremo altresì, agendo sulle altre CV dedicate e desumibili dal corposo manuale, variare entro certi limiti l’intensità delle luci e il volume dei suoni in maniera molto accurata (le regolazioni teoricamente hanno un range di 256 gradini, ma praticamente, dato che i valori di partenza dei primi step hanno variazioni minime e insignificanti, le loro regolazioni partono da livelli che possano essere apprezzabili). La CV1 è invece dedicata all’indirizzo, alla identificazione della locomotiva alla quale, da fabbrica e in rispetto delle norme NMRA, è assegnato il valore “3”.

Ovviamente chi avrà più di una locomotiva dovrà necessariamente variare la CV1 di ogni modello, assegnando al posto del valore originario 3 un qualsiasi altro numero compreso tra 0 e 255 in modo che ogni rotabile abbia il suo indirizzo, ossia il suo “nome” univoco e diverso dagli altri, con il quale poterla riconoscere ed essere richiamata in servizio o messa a riposo.

Le funzioni disponibili e delle quali potremo variare mediante le CV i loro valori come pure l’assegnazione dei loro tasti di azionamento, sono le seguenti:

F0: Accensione/spegnimento luci

F1: 1a Funzione disponibile

F2: 2a Funzione disponibile

F3: Fischio lungo

F4: Motore a vapore

F5: Fischio corto

F6: Compressore

F7: Spalatura carbone

F8: Iniettore

F9: Apertura valvole

Rumori casuali a locomotiva ferma: Spalatura carbone, compressore.

Terminate le varie regolazioni e controllato che tutto funzioni perfettamente, chiuderemo il tender controllando bene che non vi siano parti che la ostacolino. Potremo verificare con soddisfazione la validità del nostro lavoro quando, vedendo avanzare la nostra vaporiera, ne potremo ascoltare anche i suoni caratteristici che tante volte abbiamo sentito nella nostra gioventù e che certamente rievocheranno in noi piacevoli ricordi di tempi lontani…

 

N.B. Il video, che mostra lesempio di funzionamento

è antecedente alla sostituzione delle targhe

e della numerazione del pancone, che sono quelle di origine.

(*) A questo riguardo ricordo che la locomotiva è predisposta per l’installazione di un generatore di fumo (Seuthe o simili); se si opta di dotarla di questa funzione, oppure simulare il fuoco nel forno, occorrerà prevedere un microconnettore con un cavetto in più (quindi con 3 fili); inoltre sempre in riferimento al forno, dovremo sistemare in esso, dopo averne aperto la bocca, un “Flickering Led” rosso opportunamente occultato ed alimentato con una bassa corrente.

(vedi articolo)

L’immagine del titolo è tratta dal catalogo GFC (ROCO)

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