Testo e Foto di Paolo Farina

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Nel lontano 2012 presentai al concorso "ASN Muzio" il modello da me costruito della 743 vincendo il primo premio nella categoria "Locomotive a vapore" e il concorso stesso. A 10 anni di distanza ho voluto ripetere l’esperienza costruttiva, ma questa volta nella sua versione più tradizionale ossia senza camino di accensione e con il tender da 22 mq in luogo di quello a tre assi del vecchio modello.

Al termine dei lavori sarò in possesso di tutte le versioni della 743: quella iniziale appunto con il camino e il tender a tre assi, la versione aerodinamica  e infine quella “tradizionale”. Vedi:

https://scartamento9mm.wordpress.com/2017/04/13/locomotiva-a-vapore-f-s-gr-743/

https://scartamento9mm.wordpress.com/2022/06/05/locomotiva-a-vapore-f-s-gr-743-aerodinamica/

Il modello finito con tutti i suoi dettagli.

 

Meccanica: sono partito da un telaio 'Ibertren' di non so quale macchina perché ne ho acquistati 5 in blocco a prezzo irrisorio; le ruote hanno un diametro corretto, mentre come al solito il passo è di un  paio di mm in eccesso a causa dei bordini sovradimensionati, ma con una corretta gestione dei vari elementi è facile rientrare rispettando le proporzioni e senza difetti estetici.

Telaio modificato con i cilindri e prese corrente (ultimi due assi a destra).

 

Per prima cosa sono intervenuto sul telaio tagliando i supporti in metallo pieno dei cilindri, la parte anteriore e quella posteriore  fino ad ottenere il risultato riportato nella foto. Il primo problema è stato realizzare le prese di corrente. Poiché il modello non è dotato di praticabili lungo la caldaia è possibile che le lamelle diventino visibili  e quindi mi  sono limitato a piazzarne due su altrettante ruote per ogni lato: a sinistra le prime due – che gravitano sotto il preriscaldatore e il suo tubo di immissione assai voluminoso – e a destre le ultime due che sono protette dal praticabile su cui è posto il compressore: il resto lo otterrò dalle ruote del tender.

Telaio con biellismo completo e prime prove di accoppiamento con la cassa.

Poiché il telaio era dotato della sola biella motrice ho dovuto provvedere alla costruzione sia del gruppo cilindri sia del biellismo completo. I cilindri sono in plastica piena opportunamente sagomati con lime di vario taglio e poi stuccati. Per eseguire i fori degli stantuffi e di sostegno della slitta, ho dovuto scegliere tra i ricambi quello che meglio si adattava. Per fortuna avevo un biellismo completo Fleischmann di chissà quale macchina che con i dovuti interventi ha funzionato a puntino. Perciò ho proseguito il lavoro sui cilindri forandoli per fa scorrere l’asta nel foro e la testa della biella sulla slitta senza che ci fossero impuntamenti di sorta. Tutti gli altri dettagli saranno portati a modello finito per evitare danni da maneggiamento. La conclusione di tutto il lavoro sul telaio è visibile dalle foto che mostrano i passi successivi. Quindi ho provveduto a costruire il carrello anteriore (un fortunato rinvenimento nella scatola dei ricambi) e a realizzare il pancone anteriore e il castello di sostegno alla camera fumo, tutto in plastica usando vari spessori e profilati evergreen.

Telaio completo di gruppo cilindri e distribuzione.

Il fissaggio delle lamelle Arnold opportunamente modificate è avvenuto incollando in precedenza sul telaio delle strisce di plastica per isolare il telaio ed evitare corti circuito ed incollando le lamelle con loctite a queste. Per la motorizzazione ho seguito il metodo empirico il che mi ha portato a sperimentare un paio di soluzioni: quella del motore sul tender che trasmette il moto alla macchina attraverso un tubicino in teflon e quella più grezza, ma di più facile realizzazione, ossia un micromotore con vite senza fine posto nella caldaia che dovrà poi essere opportunamente occultato in quanto richiederà di sezionare il tubo che fungerà da caldaia. Il motore è avvolto in una fascia di ottone che lo trattiene ma ne permette lo sfilamento ed  incollando la fascia su una base di plastica a sua volta fissata con loctite sul telaio. Posizionando correttamente la vsf sull’ingranaggio si provvede all’incollaggio e a saldatura avvenuto si proverà il corretto funzionamento di tutto il biellismo.

Telaio con motorizzazione e cassa con i tubi adduttori in primo piano.

 

Carrozzeria: da un tubo di plastica diametro 10mm ho ottenuto la caldaia che sarà poi ricoperta da un foglio di rame su cui ho inciso le fasce del manto. Ho fissato la stessa su un castelletto di plastica tra i cilindri forando il telaio e facendo passare una vite che bloccherà il tutto a livello della camera fumo. Per la cabina ho adattato un pezzo di scarto di una vecchia loco inglese su cui ho provveduto anche ad allungare il tetto ed ad allargare l’ingombro portandolo a circa 18 mm. Il fissaggio alla caldaia è avvenuto con l’ausilio di due squadre metalliche, un piano di marmo di riferimento e una piccola bolla posta sulla caldaia.

Modello in progress……..

Terminato l’incollaggio ho ricoperto la caldaia con la “pelle” di rame di cui sopra fissandola con bostik e tenendola in posizione con normali pinze da bucato. Ho poi raccordato con plastica, strisce di rame e stucco i fianchi del forno con la cabina avendo cura che nulla intralci il movimento degli ingranaggi o impedisca al motore di entrare in caldaia. Quando anche questa pratica è sta completata è d’obbligo procedere a una prova di funzionamento del motore e del biellismo, senza collegamenti elettrici alle prese di corrente. Ora è necessario procedere alla costruzione dei  due preriscaldatori:

Posteriore del preriscaldatore.

io ho usato due tubi di ottone da 4 mm di diametro opportunamente tagliati di misura e poi riempiti di stagno fuso con l’aiuto di un comune saldatore in modo che possano fungere anche da zavorra. Poi li ho foderati in plastica da 0,3 mm usando il solito bostik e le solite pinze da bucato. Anche la caldaia è stata zavorrata usando piombini da pesca schiacciati e inseriti nel tratto compreso tra la fine della camera fumo e la vite senza fine del motore. La cabina è in plastica da 1 mm con tetto curvo da 0,3 mm e base tagliata per sistemarsi ad incastro con la parte terminale del telaio, non dimenticando di fare due fori in cui far passare i fili extra flessibili della presa di corrente che dovranno raggiungere il tender.

L’altra fiancata con i vari dettagli.

I due preriscaldatori sono stati fissati lungo i fianchi della caldaia con l’inclinazione rilevata dai disegni dei vecchi album di Italo Briano e con l’ausilio delle numerose foto in mio possesso. L’incollaggio è avvenuto tramite bostik posto sul preriscaldatore nella parte di contatto con la caldaia, avendo cura di tenere il modello ben orizzontale. Ad essiccazione avvenuta ho sigillato il tutto con loctite. Naturalmente per il secondo  preriscaldatore le cose si sono complicate perché è stato necessario assicurare il perfetto allineamento dei due blocchi visti dall’alto, da davanti,  e anche di fianco l’inclinazione dovrà essere coerente con il pezzo dell’altro lato.

Con i due preriscaldatori in sede e lo spartineve.

Quindi sono stati corredati da una fitta serie di particolari che li caratterizzano in modo univoco quali: chiusura dei preriscaldatori in modo che formino un tutt’uno con il fianco della caldaia; portelloni ovali sempre in plastica, da collocare sopra i precedenti particolari; chiavi di serraggio dei suddetti portelloni in numero di 4 per ciascuno: io ho usato un profilato a T tagliato a fettine e poi incollato e quindi ridotto di dimensioni con l’ausilio di lime, cutter e carta abrasiva;  passerella zigrinata (plastica da 0,2mm incisa con punta da tracciare) lungo i preriscaldatori; fumaioli in plastica scavati all’interno nella parte iniziale tagliata a becco di flauto; rubinetti vari  e altri piccoli dettagli ben visibili dalle foto: consiglio di fissare solo quelli più robusti e lasciare per ultimi quelli più esposti o fragili, a completamento del modello per evitare di spezzarli o perderli duranti le fasi costruttive.

Modello quasi finito comprensivo del tender.

La costruzione del tender non si discosta dalle precedenti realizzazioni ampiamente descritte negli articoli già pubblicati a cui rimando per i dettagli. Le foto mostrano le varie fasi costruttive e il modello finito prima e dopo la verniciatura.

Prima della verniciatura.

…. per restituire le reali dimensioni…..

La verniciatura della cassa è stata preceduta da una mano di primer spray Tamiya seguito da due mani sempre a bomboletta di nero semilucido e una di trasparente sempre semilucido. Idem per il telaio su cui però la vernice è stesa a pennello per evitare problemi di presa di corrente sugli assi e sulle lamelle.

Piccola galleria del modello completato

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