Dal Convegno Internazionale

“Il Tram, patrimonio culturale delle città”

Torino 3 dicembre 2022

2a parte: il pomeriggio

di Giovanni Zampa

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Come per il primo articolo, questo non è il “verbale” del convegno, ma una mia elaborazione che, partendo dagli argomenti trattati in sala, cerca di ampliare le presentazioni dando spunti di approfondimenti mediante i link che ho trovato in rete e illustrando il discorso con immagini ricavate da internet oppure che ho scattato io durante qualche viaggio. Per queste chiedo scusa ai professionisti della fotografia per la qualità talvolta discutibile, ma sono comunque un esempio e poi … non si possono fermare soggetti in movimento o aspettare di essere nella posizione migliore. Spero che il metodo non risulti pesante, ma offra occasioni per eventualmente ampliare le conoscenze di qualche lettore.

Il pranzo è finito e i convegnisti ritornano.

https://www.atts.to.it/tranvai20/un-trolley-festival-speciale

Dopo la pausa pranzo ha iniziato Andrew Braddock della LRTA e non parla di nessuna realtà in particolare; ma di tutte! Presenta una serie di concetti che mettono in evidenza punti significativi relativi alle reti tranviarie.

Ne cito alcuni iniziando da una evidente battuta:

-  “Una città non è una città se non ha un tram” (Hans-Andreas Fristad, Oslo Sporveier, 1991)

-  Ogni Euro investito nel trasporto pubblico genera da 5,00 a 5,30 € di valore economico aggiuntivo (studio tedesco)

-  I nuovi tram creano opportunità uniche per rendere le città più sostenibili e luoghi molto più piacevoli in cui vivere.

- Considerate i costi complessivi di vita: Il tram dura 35-40 anni e l’autobus 10-12; il numero di conducenti cala a causa della più alta capacità, I costi di manutenzione sono molto più bassi.

- Il trasporto pubblico a impianto fisso dà ai pianificatori e agli investitori fiducia – gli autobus possono essere “qui oggi, domani non più”.

- Un tram moderno è la forma di trasporto pubblico urbano più completamente accessibile – un qualsiasi numero di porte può essere allineato alle banchine di fermata permettendo salita e discesa senza gradini e vuoti.

- Solo la ruota d’acciaio sulla rotaia d’acciaio di un tram alimentato elettricamente può assicurare minori emissioni nocive.

Ha illustrato i concetti con immagini della “rinascita” francese, non potendo usarne del suo paese, anche se qualcosa è cambiato anche dalle sue parti …

Il conferenziere seguente, Bas Schenk della associazione ROMEO di Rotterdam, ha presentato la situazione molto interessante della piccola Olanda. Dopo aver avuto un massimo di 11 reti cittadine, negli anni ’30 iniziò la riduzione del loro numero e la conseguente distruzione di rotabili tranne  4 vetture di Rottrdam conservate. Con le eliminazioni successive, l’interesse verso la conservazione continua a non esistere presso le autorità competenti però un gruppo di privati inizia ad operare su questa strada.

Il cambio di mentalità avviene con la modernizzazione delle reti di Amsterdam, l’Aia e Rotterdam, le 3 superstiti. Si arriva a recuperare motrici finite in Germania o nei giardini privati come abitazioni provvisorie e capanni per attrezzi.

Ad oggi Amsterdam ha una linea storica e corse con vetture antiche anche su linee ordinare.

https://www.getyourguide.it/amsterdam-l36/amsterdam-giro-storico-in-tram-t404297/

https://www.getyourguide.it/amsterdam-l36/amsterdam-30-gite-in-tram-storico-sulla-lijn-30-fino-ad-amstelveen-t418143/

Due tram storici di Amsterdam, dal secondo sito sopracitato.

All’Aia, i tram sono un monumento cittadino e c’è un deposito-museo, oltre a corse regolari con i tram storici su una linea percorsa in 60 minuti con 15 fermate utilizzabile con un biglietto giornaliero  che costa 15 euro.

https://hovm.nl/museum/

Deposito del museo dell’Aia, dal sito citato.

A Rotterdam ci sono addirittura due linee di tram storici, la 9 e la 10, il biglietto giornaliero costa solo 10 euro e il viaggio completo arriva anche a 80 minuti! Ovviamente si può affittare un tram per un viaggio personalizzato:

https://www.rovm.nl/en/rent-a-tram/

Tutto ciò è realizzato grazie alla associazione RoMeO che conserva un parco notevole, compresi 2 convogli della metropolitana e molti autobus. Ci si può fare un’idea consultando https://wiki.ovinnederland.nl/wiki/RoMeO che è scritto in olandese, ma il traduttore automatico aiuta nonostante i suoi difetti.

Il più vecchio tram, del 1905, conservato a Rotterdam,

da: https://wiki.ovinnederland.nl/wiki/Bestand:RETM1Kootsekade.jpg

L’Olanda è piccola, ma non ci sono solo queste tre realtà; c’è anche un museo all’aperto, ad Arnhem fondato più di un secolo fa, che gestisce anche una linea tranviaria.

Tram di Rotterdam in servizio presso il museo di Arnhem

https://nl.wikipedia.org/wiki/Nederlands_Openluchtmuseum#/media/Bestand:Tram_RET_500-serie.jpg

Il relatore cita anche un museo ad Haarlem che conserva 4 vetture … e per finire la “Tramweg-Stichting”, la fondazione tranviaria nazionale.

http://www.tramwegstichting.nl/

Peccato che l’Olanda non sia vicina …

… però si potrebbe unire nel viaggio la visita all’altro “paradiso tranviario” la cui capitale si trova a neanche 2 ore di treno da Amsterdam: quello belga presentato da Luc Koenot del MTB, il Musée du Transport Urbain Bruxellois fondato 40 anni fa:  https://trammuseum.brussels/

In Belgio ci sono ben 10 località con reti in servizio, linee turistiche o anche solo musei con materiale statico.

Il museo della capitale si trova presso un deposito costruito nel lontano 1897 che rimane in parte operativo. I mezzi conservati sono circa 130 di cui 90 esposti e molti funzionanti;  per chi voglia approfondire, eccone alcuni:

https://trammuseum.brussels/le-musee/collection/

Oltre alle linee storiche sono offerti ben 10 possibili percorsi con vetture da affittare con durate da 1 ora a 3 ore di viaggio e costi da 400€ a 1750€.

Per i singoli è proposto il tour fisso di 4 ore al costo di 20€.

Il più vecchio tram conservato nel museo: a cavalli e doppio piano del 1869.

https://trammuseum.brussels/vehicule/chevaline-7-1869-1882/

Il parco dei mezzi contiene anche un unico filobus, mezzo che ha avuto poca fortuna a Bruxelles che ora non ha una rete di bifilari sotto la quale farlo viaggiare. Approfondendo la questione ho scoperto questo filmato

https://www.youtube.com/watch?v=AmOusDbwb6Q

Guardatelo, è curioso: si scopre che nel 2014, in occasione di una manifestazione, questa vettura circolò sfruttando una caratteristica costruttiva originale: poteva viaggiare con un’asta in presa alla linea aerea tranviaria e una specie di “ciabatta multipla” (traduzione mia) che veniva trascinata dentro alla gola di una rotaia per creare il contatto con il polo negativo a terra; il sistema era usato solo per i movimenti di servizio.

Fotogramma estratto dal video https://www.youtube.com/watch?v=AmOusDbwb6Q

Perdonate la mia personale digressione “OT”, come si dice in gergo per l’italiano “fuori tema”, e ritorno ai tram. La presentazione poi descrive i programmi del “75Y PCC” per ricordare i 75 anni delle vetture di tipo PCC in Europa in quanto le prime di questo modello arrivarono proprio in Belgio da Detroit nel 1947 e poi, su licenza La Brugeoise e di altri costruttori magari solo simili o anche di seconda mano raggiunsero circa 1600 esemplari in tutta Europa.

 

Rimanendo in Europa, Martin Gut di Zurigo, e anche socio operativo di ATTS per cui lo si vede nelle manifestazioni con pettorina antinfortunistica arancione, ha presentato la situazione storica tranviaria di Zurigo e il suo museo che, essendo abbastanza vicino, forse è più conosciuto.

https://www.tram-museum.ch

Martin Gut ha illustrato la storia tranviaria anche con immagini del museo che io ho visitato nel 2019 e allora posso usare alcune foto mie.

Ingresso condiviso con un negozio della catena di supermercati Migros! (Foto G. Zampa)

Uno dei tram esposti e quello “giocattolo” per i bambini. (Foto G. Zampa, 12/06/2019).

Panorama dall’alto. (Foto G. Zampa, 12/06/2019)

(Foto G. Zampa, 12/06/2019)

Il vecchio sistema di collegamento elettrico tra motrice e rimorchiata (Foto G. Zampa, 12/06/2019).

La motrice per i lavori dal vero e nel plastico (Foto G. Zampa 12/06/2019).

Da Zurigo a Monaco di Baviera si rimane dove i tram sono di casa e in questo ha aiutato una perfetta presentazione di Klaus Onnich della associazione FMTM (Freunde des Münchner Trambahnmuseums) https://www.trambahn.de/ L’associazione ha un particolare legame con ATTS anche in considerazione del convoglio M+R di Monaco che si trova a Torino grazie a fondi di una donazione di un socio tedesco.

L’ultima presentazione relativa all’Europa, è stata un omaggio di Lars. F. Richter, della VDVA di Amburgo (Verband Deutscher Verkehrs-Amateure) all’Ucraina. Le reti tranviarie di questa nazione erano state oggetto di un loro viaggio nel 2021 che può essere consultato negli articoli presenti nel loro sito https://vdva.de/ Per fortuna che il traduttore automatico aiuta pur con le imprecisioni, se non stranezze, del caso….

 

La presentazione durante il convegno era costituita da diapositive con i seguenti soggetti:

  • Vetture monumento 

  • Vetture museo a 2 assi

  • Vetture Gotha a 2 assi 10

  • Vetture di servizio a 2 assi

  • KTM - 1 / KTM - 2

  • KTV - 57

  • MTV - 82

  • KTM - 5

  • KTM - 5 mod

  • KTM - 8 / KTM - 11, KTM - 8 mod. / KTM - 9

  • T3 / T4

  • T3 / T4 mod

  • KT - 3

  • K - 1

  • T - 3M (incl. TATRA-YUG) / T - 6

  • ‘’Kasthan’’ etc.

  • Tram svizzeri

  • Tram moderni

Con il passare della giornata, l’ora dall’altra parte dell’Atlantico permetteva la partecipazione via Zoom dei conferenzieri di Argentina e USA.

 

Ernesto Falzone di Buenos Aires, della AAT (Amigos del Tranvia di Buenos Aires) ha descritto la situazione storica comune a quella di molte altre città nel mondo nelle quali le reti tranviarie vennero eliminate. Già nel 1976 però nasce l’associazione molto attiva che conserva la memoria di questo mezzo di trasporto perché:

“Buenos Aires è cresciuta accanto alle rotaie dei tram, come altre città argentine. Molti quartieri si sono sviluppati grazie ai tram, di cui molta gente ancora ha memoria. La rete era composta da più di 100 linee, 850 km di binari, aveva circa 25.000 dipendenti ……. L’industria tranviaria locale è cresciuta in fretta, per rispondere alle necessità. In 100 anni di servizio tranviario, si riscontrano molti esempi di sviluppo tecnologico locale. Nonostante ciò, la lobby automobilistica ha preso il sopravvento e nel 1961 si è deciso di rimuovere i tram dalle strade. L’ultimo ha circolato il 19 febbraio 1963, e nessuno di essi è sopravvissuto per essere esposto in un museo.” (dalla presentazione di E. Falzone)

Vettura del 1957 che rimase in servizio solo 6 anni e ricostruita dai volontari.

http://www.tranvia.org.ar/flota-coleccion/

L’associazione gestisce un percorso circolare gratuito della durata di 20 minuti al sabato pomeriggio e alla domenica, con l’utilizzo di un parco di alcune vetture storiche funzionanti e conserva anche vetture della rete metropolitana della città. Due tram funzionanti provengono dalla rete della città portoghese di Porto e sono simili a mezzi che erano in servizio a Buenos Aires ed è anche presente una piccola vettura STIB serie 9000 funzionante donata dalla città di Bruxelles Inoltre è dotata di una biblioteca di carattere generale con più di 10000 titoli di cui circa 1500 di argomento tranviario e ferroviario.

Per finire la AAT pubblica una rivista semestrale. http://www.tranvia.org.ar/revista-9-puntos/

Foto http://www.tranvia.org.ar/unite/

Dal Sud America si è poi passati agli USA con Jack May, membro della “Electric Railroaders’ Association” (ERA) di Chicago che punta sul problema principale della storia dei tram nel mondo occidentale: “La scomparsa degli ultimi tram nelle grandi città americane negli anni ‘60 ed il loro ritorno” con esempi della sua nazione.

Una descrizione riassuntiva della situazione storica e attuale avrebbe bisogno anche solo di un libro e quindi prende in considerazione i casi principali. Nelle città di Boston, Cleveland, Newark (NJ), Filadelfia, New Orleans, Pittsburg e San Francisco le reti originarie sono sopravvissute anche aggiornandosi in più moderni sistemi LRT ad esempio attraversando il centro città in galleria. Io ho visto alcune di queste realtà e le illustro con mie foto.

Una delle storiche PCC di Filadelfia, dopo l’ammodernamento,

che con le altre uguali serve integralmente la linea 15 (Foto G. Zampa).

Una vettura più moderna, Kawasaki, per le altre linee urbane sempre di Filadelfia (Foto G. Zampa).

Vettura simile alla precedente, ma su una linea suburbana (Foto G. Zampa).

Newark, in New Jersey (Foto G. Zampa).

Pittsburg, qui il tram trasformato in LRT è sopravvissuto perché usa un lungo tunnel

che non sarebbe stato riutilizzabile in altro modo (Foto G. Zampa).

A Cleveland, con rotabili Breda su impianti di origine ferroviaria e con parte del percorso in comune

con linee di metropolitana pesante (Foto G. Zampa).

Più in generale la rivoluzione fu lo sviluppo dei Light Rail System che iniziò nel 1981 con la creazione della prima linea a San Diego in California utilizzando impianti ferroviari. Quella linea si è ampliata creando una rete con una lunghezza di linee di oltre 100 km. Non mancano comunque semplici linee di tram costruite partendo dal nulla.

Ecco due esempi: la rete di Baltimora, più LRT che tram, e quella di Seattle, che tra l’altro possiede anche un servizio di LRT.

Baltimora (Foto G. Zampa).

Seattle, foto mia già pubblicata in http://www.clamfer.it/09_Note%20viaggio/America3/America3.htm

Poiché un quadro complessivo della situazione è praticamente impossibile da descrivere, un ottimo riferimento per approfondire si può trovare a questo link (wikipedia può essere molto utile)

 https://en.wikipedia.org/wiki/Light_rail_in_the_United_States

 

L’ultimo conferenziere, il canadese di Toronto Michael Roschlau della CTHF (Canadian Transit Heritage Foundation - https://transitheritage.ca/) presente in sala, ha descritto l’evoluzione del trasporto su rotaia della sua città, la più popolosa del Canada. La rete tranviaria, attualmente con 83 km di binari, conta 10 linee per uno sviluppo di circa 120 km, la più estesa del Nord America, su cui circola un parco di circa 200 vetture Flexity. E’ da notare che la rete deve confrontarsi con un clima rigido e nevoso, fatto che ovviamente crea problemi non indifferenti.

La compagnia dei trasporti cittadina (Toronto Transit Commission) conserva alcune vetture storiche ed altre si trovano in un museo dotato di rete di binari, in aperta campagna a circa 50 km dal centro città (https://hcry.org/)

Mappa dei trasporti urbani su rotaia di Toronto da un pieghevole distribuito in sala.

Prendo spunto da questa realtà di Toronto, per fare un po’ di pubblicità alla ATTS. Dall’inizio della pandemia l’associazione ha convertito le presentazioni che venivano fatte in sede, in videoconferenze via Zoom riservate ai soci con cadenza ogni 2 settimane. Eccone alcune, con l’indicazione del link dove tutti possono trovare sempre i programmi.

Con questo suggerimento, finiscono gli argomenti del convegno da cui ho preso spunto. La giornata dei partecipanti è poi continuata partendo su due tram storici, di cui uno era la “due camere e cucina” …

… per compiere una visita tecnica al deposito GTT Tortona, nell’omonimo corso, e alla vicina Officina Centrale trovando qualcosa di storico in fase di manutenzione …

… la motrice D2 della Sassi-Superga

(Entrambe foto da https://www.atts.to.it/tranvai20/un-trolley-festival-speciale)

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